Dott. Massimo Parisi
Direttore Generale del personale e delle risorse

p.c. Bernardo Petralia
Capo Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria

Le scriventi organizzazioni sindacali hanno definito in data 10.12.2020 un nuovo accordo di mobilità che prevede, tra l’altro, la stabilizzazione di un congruo numero di lavoratori assegnati temporaneamente in sedi diverse da quelle di appartenenza. La finalità dell’accordo è stata quella di liberare i posti nelle strutture di appartenenza al fine di coprire gli stessi mediante procedure di mobilità e/o mediante nuove assunzioni.
Purtroppo spiace rilevare che, all’esito dell’avvio delle procedure di stabilizzazione avvenuto con avviso del 25 febbraio us, il numero dei lavoratori stabilizzati in prima applicazione dell’accordo, diversamente da quanto prospettato, è irrisorio per una serie di motivazioni non tutte note alle scriventi organizzazioni sindacali. Tale situazione, unita alla carenza di una apposita convocazione sulla materia, ad onta delle assicurazioni verbali fornite, sta vanificando le finalità dell’accodo che all’atto della sottoscrizione furono ampiamente condivise da tutti.
Tanto premesso, CGIL CISL e UIL chiedono la convocazione con urgenza di un tavolo di confronto.
CGIL CISL e UIL si riservano l’adozione di ulteriori iniziative in caso di negativo riscontro.
Distinti saluti

Roma, 18 maggio 2021

 

FP CGIL           CISL FP        UIL PA
Prestini               Marra          Amoroso

Pubblichiamo la nota della Direzione Centrale per le Risorse Umane con la quale definisce la mobilità del personale del ruolo Capo Squadra e Capo Reparto, successivamente verrà comunicata la data  del trasferimento

Dotazioni Informatiche – Rientri in sicurezza

La FP CGIL, dopo aver reso noto ai vertici dell’Amministrazione quanto emerso dal Monitoraggio nazionale sullo stato delle dotazioni informatiche, ha sollecitato il Dipartimento delle Finanze (DF) per avere risposte su tempi e modalità di accesso ai nuovi dispositivi in ordinazione. Il DF ha risposto che la nuova fornitura di PC portatili dovrebbe avere inizio a partire da giugno ed essere portata a compimento per settembre/ottobre.
Ad oggi, a seguito di un’ulteriore interlocuzione della FP CGIL con i vertici del DAG, si iniziano a registrare i primi segnali di risposta da parte dell’Amministrazione. Mentre, dalle informazioni in nostro possesso, risulta che RGS abbia completato le consegne, al DAG hanno inviato al personale una nuova ricognizione del fabbisogno di dotazioni informatiche. Alcune colleghe e alcuni colleghi del DF hanno ricevuto PC portatili per il lavoro agile e l’Amministrazione ha espresso la volontà di pervenire quanto prima alla piena accessibilità delle attrezzature informatiche per tutte le lavoratrici e i lavoratori in lavoro agile.
Ancora una volta la FP CGIL ribadisce il diritto di tutti i dipendenti in lavoro agile ad avere pieno accesso ad attrezzature informatiche adeguate allo svolgimento delle attività lavorative e si impegna affinché ciò avvenga in tempi rapidi e certi.
Continueremo a raccogliere segnalazioni e sollecitare l’Amministrazione affinché adempia ai propri compiti nel minor tempo possibile. A seguito della emanazione della nuova normativa in materia di lavoro agile, alla quale è seguita la determinazione datata 11 maggio indirizzata a tutti i Dipartimenti, alle Strutture centrali e territoriali, siamo in attesa della convocazione del Capodipartimento per le eventuali nuove determinazioni, come chiesto dalla segreteria nazionale. La situazione pandemica non consente rientri massicci di personale in presenza, il DL 52 non li prescrive e la citata determinazione non li incentiva: segnalateci se vi arrivano richieste formali o informali di rientro in ufficio utilizzando l’indirizzo e-mail mef@fpcgil.net Continuiamo a vigilare affinchè la salute e la sicurezza dei lavoratori restino al primo posto.

18 Maggio 2021

FP CGIL Nazionale
Daniele Gamberini

Roma, 14 maggio 2020

Alla c.a.
Direttore Generale Organizzazione
Dott.ssa Marina Giuseppone

Dirigente Servizio Relazioni Sindacali
Dott.ssa Sara Conversano

A tutti gli uffici centrali e periferici del MiC

E, p.c.

Consigliere del Ministro
Prof. Giampaolo D’Andrea

Capo di Gabinetto del MiC
Prof. Lorenzo Casini

Segretario Generale del MiC
Dott. Salvatore Nastasi

OGGGETTO: Assemblea sindacale nazionale unitaria – Mobilitazione nazionale “Ministero
della Cultura. Ripartire in sicurezza”
Gli scriventi coordinamenti nazionali comunicano che è indetta l’assemblea sindacalenazionale unitaria per delegati sindacali di posto di lavoro, RSU e RLS del Ministero della Cultura per il giorno:

20 maggio 2021
dalle ore 10.00 alle ore 12.00
Ordine del giorno:
Mobilitazione nazionale “Ministero della Cultura. Ripartire in sicurezza”

L’assemblea, in ragione della pandemia in corso, si svolgerà attraverso piattaforma digitale il cui link verrà successivamente trasmesso ai partecipanti. Con la presente si chiede altresì di autorizzare lo svolgimento dell’assemblea sull’intero territorio nazionale oltre che di favorire la partecipazione dei dipendenti.
In attesa di un cortese riscontro si porgono cordiali saluti.

FP CGIL                    CISL FP                 UIL PA              CONFSAL                    CONFINTESA FP
Meloni                  Nolè-Di Stefano             Trastulli             UNSA- Urbino                    Zicarelli

Roma, 17/05/2021

Al Direttore di Agenzia Industrie Difesa
Sen. Nicola Latorre

e.p.c.

Al Capo di gabinetto del Ministro
Gen. Mauro D’Ubaldi

OGGETTO: Pirotecnico di Capua – lavoratore civile aggredito.

Egregio Direttore,
riteniamo gravissima la violenta aggressione verbale denunciata dalle segreterie
provinciali delle scriventi OO.SS. e subita dal lavoratore e dirigente sindacale in servizio
allo stabilimento di Capua ad opera di un capo lavorazioni militare. Il cui
comportamento, stando a quanto appreso, ha rischiato di provocare una tragedia per le
conseguenze generate sulla salute del dipendente coinvolto, soccorso dai sanitari del 118
e in seguito dimesso dal pronto soccorso con una prognosi da valutare nell’arco delle
successive 24 ore.

Eppure, il grido di allarme che avevamo inteso lanciare fin dal primo incontro tra
le parti sulla gravità della situazione riscontrata in quello stabilimento dalle nostre
strutture territoriali, anche con specifico riferimento al delegato sindacale coinvolto, e
sulle forti criticità rilevate nell’ambito di un sistema di relazioni sindacali reso
evidentemente sterile, non è stato evidentemente raccolto o, peggio, drammaticamente
sottovalutato.

Ad alcuno può e deve essere mai consentito di assumere simili violenti
atteggiamenti nei confronti di lavoratrici e lavoratori impegnati nella propria attività
lavorativa, a prescindere dal luogo di lavoro pubblico o privato nel quale vengono
consumati e, a maggior ragione, quando questi sono diretti a colpire anche un dirigente
sindacale che rappresenta per la propria organizzazione sindacale le istanze dei colleghi e
ne tutela i diritti.

Pratiche odiose e spesso trascurate, che impattano pesantemente tanto sulla
dignità e sullo stato psicofisico di chi le subisce quanto sulla qualità dell’ambiente di
lavoro, soprattutto quando sono trasversali, profonde e di lungo periodo, ovvero anche
quando – come emerge nel caso di specie – vengono adottate nei confronti di chi
nell’ambito del proprio luogo di lavoro rappresenta il sindacato, e reca un delicato
servizio al paese, assumendo quotidianamente rilevanti rischi per la propria incolumità
personale.

Alla luce di quanto denunciato, e in ragione di quanto testé espresso, chiediamo
che vengano accertati i fatti e celermente assunti i provvedimenti ritenuti necessari a
rimuovere gli ostacoli che allo stato impediscono la ripresa di un corretto esercizio delle
relazioni sindacali e delle attività lavorative in un clima di serenità e reciproco rispetto.
Nel caso in cui, invece, non venga colta l’importanza dell’invito rivolto a codesta
direzione, le scriventi organizzazioni sindacali si riterranno libere di ricorrere a tutti gli
strumenti di protesta e mobilitazione che riterranno utili agire ai fini del raggiungimento
di quegli scopi.

Si resta in attesa di cortese urgente riscontro

FP CGIL                              CISL FP                               UIL PA
Francesco Quinti         Massimo Ferri               Carmela Cilento
Roberto De Cesaris        Franco Volpi

Pubblichiamo la nota della Direzione Centrale per le Risorse Umane in merito le Benemerenze eventi meteo Piemonte luglio 2019, precipitazioni nevose nella Provincia autonoma di Trento dicembre 2020 e quelle nella regione Friuli Venezia Giulia del gennaio 2021

I Vigili del Fuoco di Fp Cgil, Fns Cisl e Confsal di Roma e del Lazio scendono in piazza a Montecitorio giovedì 20 maggio dalle ore 15 alle ore 18. Al centro della loro protesta, riportano Fp Cgil Vvf, Fns Cisl e Confsal Vvf, “il bisogno di determinare migliori e proficue relazioni sindacali e l’investire sul tema della salute e della sicurezza sul lavoro, così come sulle condizioni: dalla mensa di servizio agli automezzi, dalle sedi alle questioni che investono i sommozzatori, per arrivare alla vicenda del reparto volo di Rieti”. Un insieme di questioni che, “parallelamente alla vicenda che riguarda la necessità di arrivare al rinnovo di un contratto che preveda le giuste risorse”, che hanno indotto Fp Cgil, Fns Cisl e Confsal di Roma e del Lazio a promuovere quindi per giovedì 20 maggio a Montecitorio una giornata di protesta.

COMUNICATO

Si è appena concluso l’incontro tra una delegazione della FP CGIL, composta dalla Coordinatrice Nazionale Dirigenza Penitenziaria Carla Ciavarella e dal Coordinatore Nazionale Funzioni Centrali  Massimiliano Prestini, e il Sottosegretario di Stato alla Giustizia Francesco Paolo Sisto.
La FP CGIL ha da subito evidenziato al sottosegretario che in un sistema organizzativo complesso quale è il carcere, la figura del Dirigente Penitenziario dovrebbe essere strategica e invece è ancora indefinita.

Presso le sedi degli istituti penitenziari e presso le sedi degli Uffici dei Provveditorati sono presenti, a fronte del fabbisogno di risorse stimato di 345 unità, 282 dirigenti con una carenza di organico pari a 63 unità. Il 30% degli istituti penitenziari del territorio nazionale è sprovvisto di un direttore titolare. Gli incarichi per i dirigenti quali direttori degli uffici dipartimentali sono stati significativamente ridotti a seguito della riforma organizzativa del Dipartimento introdotta con il DPCM n.84 del 15 giugno 2015. Ad oggi al DAP risultano in servizio, quali titolari di Uffici, 21 dirigenti penitenziari a fronte di 26 posti di funzione, decisamente insufficienti per assolvere tutti i compiti che in ragione di una “fusione a freddo” di competenze amministrative sono stati cumulati in capo ai singoli direttori degli uffici. L’attuale consistenza degli organici è il risultato di 20 anni di assenza di concorsi dedicati (l’ultima immissione in ruolo risale al 1997).

I dirigenti penitenziari, responsabili per legge della sicurezza dell’istituto, della gestione amministrativa contabile (sono anche funzionari delegati), della sicurezza dei luoghi di lavoro (a norma della legge 81/2008), rappresentanti di parte pubblica nelle contrattazioni sindacali decentrate e responsabili della gestione del personale, sono i presidenti dell’equipe di osservazione e trattamento, responsabili delle linee d’indirizzo delle azioni trattamentali e rieducative da realizzare nei confronti della popolazione detenuta, di cui sono responsabili per tutto quello che ai ristretti possa accadere. Tutto questo senza tutela legale né assicurativa per l’esposizione a rischio legato alle responsabilità professionali che la legge attribuisce.

Il direttore risponde anche per le conseguenze di decisioni a lui non imputabili, in una posizione di responsabilità oggettiva trasversale, che non vede analogia con altre figure dirigenziali pubbliche, e non esistono strumenti di tutela contrattuale che possano essere invocati.
La disciplina contrattuale deve essere realizzata come prima azione nel programma di riordino dell’amministrazione ed in parallelo con una riorganizzazione degli istituti penitenziari finalizzata ad istituire e disciplinare la figura e le competenze dei direttori di area.

Le politiche assunzionali degli ultimi anni hanno visto l’ingresso di funzionari del Corpo di Polizia Penitenziaria qualificati, ai quali è stata riconosciuta doverosamente la progressione in carriera sino al ruolo di dirigente, ingenerando legittime aspettative ma anche una grande confusione rispetto al ruolo ed alle funzioni che invece la legge attribuisce alla dirigenza penitenziaria.

È recente la querelle scaturita dalla proposta di riforma, poi respinta, che voleva sottrarre i dirigenti del Corpo di Polizia Penitenziaria dal vincolo gerarchico che per legge sussiste con il dirigente penitenziario direttore di istituto penitenziario. Non è difficile prevedere che in mancanza di una riforma organica e coerente, che tenga conto della complessità e dell’articolata specificità delle funzioni che devono essere assolte da ciascuno degli attori dell’organizzazione penitenziaria, i conflitti sopra descritti possano riproporsi ad ogni intervento di riforma settoriale, perché percepito sempre come dicotomico tra sicurezza e trattamento.

Occorre affrontare con coraggio e determinazione una riforma organica e strutturale, un progetto che preveda la valorizzazione del personale che già opera in carcere e che ha una grande esposizione gestionale, ma non ha ricevuto alcun riconoscimento professionale. Ci riferiamo ai responsabili delle aree della sicurezza, del trattamento e dell’amministrazione contabile. Questi responsabili di area dal 1990 ad oggi hanno solo visto aumentare il loro carico di lavoro, ma non certamente l’ambito della propria autonomia di gestione e di scelte operative. I responsabili di area devono diventare direttori di area, devono cioè poter gestire i propri compiti con un ambito di autonomia di risultato indispensabile per poter alleggerire molti dei procedimenti che ancora oggi prevedono autorizzazioni del Direttore d’istituto assolutamente ultronee. Al Dirigente capo dell’Istituto spetterebbe di conseguenza il compito di agire realmente la funzione dirigenziale di programmazione della gestione della struttura penitenziaria, del coordinamento e supervisione, della individuazione degli obiettivi e della responsabilità di risultato.

L’assenza di contratto ha posto il ruolo e le funzioni del direttore capo dell’istituto in una situazione di
vulnerabilità. La disciplina contrattuale deve essere realizzata come prima azione nel programma di
riordino dell’amministrazione ed in parallelo vanno riorganizzati gli istituti penitenziari per istituire e disciplinare la figura e le competenze dei direttori di area.

Queste azioni nella road map di rivisitazione ed ammodernamento degli istituti penitenziari e delle articolazioni territoriali sono da ritenersi propedeutiche a quella che noi consideriamo l’obiettivo principale del cambiamento: la Dirigenza Unica Penitenziaria.

Una dirigenza in grado di accogliere al suo interno tutte le competenze e le caratteristiche dei profili professionali apicali, che connotano trasversalmente le azioni della gestione dell’esecuzione penale in
carcere, con progressioni di carriera trasversali lasciati alla legittima aspirazione dei singoli nel rispetto del quadro costituzionale e delle raccomandazioni europee. Un ruolo unico per ampliare visione ed azione, per dare a questa dirigenza quella ricchezza professionale che la complessità della gestione dell’esecuzione della pena giustifica.

Una dirigenza penitenziaria che possa finalmente, a oltre quindici anni dalla legge, realizzare il suo primo contratto collettivo nazionale di lavoro e che possa diventare l’aspirazione legittima e unificante di approdo a una carriera di tipo manageriale, disponibile a quanti hanno già dato prova di direzione e
coordinamento nelle rispettive aree di specializzazione tecnico – professionale oltre che a quanti guardano all’amministrazione penitenziaria dall’esterno come a una realtà per cui investire il proprio sapere.

 

Fp Cgil Nazionale                                                                         Fp Cgil Nazionale
Dirigenza Penitenziaria                                                                Funzioni Centrali
Carla Ciavarella                                                                        Massimiliano Prestini

Roma, 15 maggio 2021

Siamo stati convocati dall’Amministrazione nella mattinata di ieri per il confronto sulla nuova
bozza di Decreto di riorganizzazione del Ministero che modifica parzialmente il Regolamento recante
l’organizzazione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (DPCM n.190 del
23/12/2021). Si tratta, di fatto, di piccole modifiche riguardanti prevalentemente il nuovo indirizzo
strategico conferito. Tuttavia, il nuovo DPCM di prossima emanazione, allungherà i tempi per l’uscita
del Decreto di II livello che definisce l’organizzazione degli uffici centrali e periferici.
Come Fp Cgil abbiamo confermato, alla presenza del Capo della Segreteria del Ministro
dott. Tardiola e del Capo del Personale dott. Guardabassi, le osservazioni presentate nel precedente
confronto avvenuto nel mese di luglio, di cui vi alleghiamo il comunicato.
L’aspetto che più ci interessa sottolineare, invece, è la grave carenza di personale che attualmente
si aggira intorno alle 1.500 unità. Risultano, infatti, presenti al 28/2/2021 n.6.429 lavoratori,
a fronte di 7.999 previsti dal DPCM. Gravissima è la situazione di alcuni uffici periferici
che sono al collasso. Abbiamo, inoltre, espresso la nostra preoccupazione per le sedi dei tre Prov –
veditorati (Torino, Firenze e Napoli) e della DGT Sud che ancora sono prive del dirigente generale.
Com’è evidente, il ritardo nelle nomine sta arrecando nocumento alla continuità dell’azione amministrativa.
Abbiamo ancora una volta sottolineato la situazione del personale civile delle Capitanerie di
Porto. Tra gli uffici periferici del MIMS esse vanno previste come organizzazione periferica della
Direzione Generale per la Vigilanza sulle autorità del Sistema Portuale, il Trasporto Marittimo e
per le Vie di Acqua Interne. Per quanto ci riguarda non è più accettabile che questi lavoratori restino
dei “fantasmi”, pur essendo lavoratori del MIMS da oltre vent’anni.
La discussione è proseguita su altri argomenti quali il FRD, la regolamentazione dello sw, il
regolamento incentivi, per i quali abbiamo chiesto la calendarizzazione di una serie di incontri.
Il tema delle assunzioni è sicuramente all’attenzione dell’Amministrazione che ci ha comunicato
che da marzo 2020 ha provveduto a reclutare complessivamente, tra seconda e terza area, circa
500 unità attraverso l’utilizzo di graduatorie di idonei. Dovrebbe, a breve, ripartire anche il concorso
per 210 Funzionari Amministrativi Contabili e per le 80 alte professionalità. Per quanto riguarda
i dirigenti, l’Amministrazione ci ha anticipato che i 12 dirigenti amministrativi previsti perverranno dal concorso SNA e per i tecnici, invece, si sta pensando ad un concorso specifico del MIMS.
Abbiamo accolto favorevolmente questa notizia perché riteniamo, e lo abbiamo ribadito più volte ai tavoli, che ai nostri tecnici, come avveniva un tempo, deve essere riconosciuta e valorizzata la professionalità acquisita che rappresenta sicuramente un punto di forza anche per l’Amministrazione.
Per i passaggi di area, l’amministrazione ci ha comunicato che intende subito concludere le procedure per la prima/seconda area e per addetto/assistente. Invece, per il bando che riguarda la seconda/terza area, si stanno elaborando i quiz a risposta multipla sulla base delle materie previste per i vari profili, probabilmente le prove saranno espletate in autunno.
Abbiamo ribadito, infine, come non sia più accettabile che il Regolamento incentivi per funzioni tecniche non sia ancora operativo a distanza ormai di quasi tre anni dall’accordo.
L’Amministrazione ci ha informato che l’articolo 14, che disciplinava il periodo transitorio, deve essere
espunto; pertanto, siamo stati informati che, con l’ufficio legislativo, si è convenuto di dover redigere una specifica norma per consentire il pagamento di tale periodo. Sul punto abbiamo ribadito la nostra posizione: tutte le eventuali economie che dovessero prodursi devono esser indirizzate verso la CPA.
La riunione è stata aggiornata a venerdì prossimo per affrontare gli altri argomenti riportati nella nota allegata, per i quali abbiamo chiesto la calendarizzazione di specifici incontri. Cominceremo con il FRD 2020 e la regolamentazione dello smart working.

la Coordinatrice nazionale MIMS                             p. la Fp Cgil Nazionale
Carmen Sabbatella                                                          Paolo Camardella

Pubblichiamo la documentazione della Direzione Centrale per l’Emergenza, il Soccorso Tecnico e l’Antincendio Boschivo in merito all’Esercitazione SFO 2021

Pubblichiamo  la nota della Direzione Centrale per l’Emergenza, il Soccorso tecnico e l’Antincendio Boschivo in merito al potenziamento del personale sommozzatori presso i reparti volo VF

Si è svolta la prima riunione biennale della rete ECEC (Educazione e Cura della Prima Infanzia) della Federazione Sindacale Europea dei Servizi Pubblici, martedì 10 maggio 2021.

Lo scopo principale dell’incontro è stato quello di presentare i risultati del gruppo di lavoro sulla professionalizzazione e attrattiva nel settore ECEC, soprattutto per i lavoratori e i sindacati.

Per prima cosa, Geraldine Libreau (DG EAC) ha introdotto brevemente il “kit di strumenti per l’inclusione”.

Contiene misure specifiche per i bambini svantaggiati (Rom, bambini migranti, bambini con disabilità, bambini in isolamento).

Successivamente, l’attenzione si è concentrata su “come reclutare, formare e motivare personale ECEC qualificato”. Rivolto ad autorità, datori di lavoro, personale e sindacati. Tutti hanno bisogno di lavorare insieme per migliorare le condizioni di lavoro: personale sufficiente, buon rapporto personale-bambini e qualifiche adeguate sono fondamentali. I lavoratori ECEC non sono baby sitter, è un settore educativo: le loro qualifiche e abilità devono essere riconosciute adeguatamente.

Il gruppo di lavoro ha anche raccomandato di aumentare il numero di ruoli ECEC e creare nuovi percorsi professionali – anche attraverso persone che normalmente non lavorano nel settore come logopedisti, artisti ecc., aumentando tra l’altro la diversità di genere.
Tutto il personale ECEC dovrebbe partecipare allo sviluppo professionale continuo – compresi gli assistenti che tra l’altro non esistono in tutti i paesi!

Prossimi webinar:
20 maggio: come assumere e formare personale ECEC qualificato?
24 giugno: Lo stato del settore ECEC a un anno dall’inizio della pandemia COVID-19

l’intervento di Viktoria Szucks (ungheria) ha presentato la situazione dei rapporti del personale e delle qualifiche in Ungheria spiegando come i sindacati possono utilizzare il rapporto (toolkit) nel loro lavoro.

Marina Monaco (CES) ha poi aggiornato sullo stato della Garanzia per i bambini. La proposta della Commissione sulla garanzia è stata ben accolto dalla CES. Ma dobbiamo anche cercare di prevenire la povertà infantile fin dall’inizio: dobbiamo prevenire la povertà dei genitori con il lavoro. L’accesso a un’ECEC di alto livello per tutte le famiglie è fondamentale. La fornitura di servizi essenziali è centrale per prevenire situazioni di estrema privazione.
Al momento, il Consiglio sta discutendo la proposta di utilizzare il 5% dei fondi FSE per finanziare questo obiettivo. La garanzia dovrebbe inoltre essere incorporata nei piani di ripresa e resilienza dagli Stati membri. L’ECEC non dovrebbe essere modellata solo sul mercato del lavoro, ma anche sugli ideali umanisti.

Geraldine Libreau ha poi sottolineato che il “Child garantee” è stato sottoscritto per il diritto di accesso a servizi ECEC convenienti e accessibili per i Paesi con un livello di povertà dell’infanzia superiore alla media. Per questi SI DEVE utilizzare il 5% dell’FSE plus attraverso la Garanzia per l’infanzia.
Gli altri paesi possono utilizzare i finanziamenti già stanziati con altri fondi. Saranno nominati coordinatori nazionali.

 

      Paola Grieco               Susanna Giuliani

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