Il Coordinamento Provinciale nella nota ribadisce la necessità del reintegro dei liquidi e sali minerali per la sicurezza e tutela del personale VF che sta lavorando intensamente e in condizioni particolareggiate
Vedi anche: Nota Integrazioni – 11/06/2019
Dopo anni di continua perdita di personale, da oggi, migliaia di nuovi colleghi sono finalmente arrivati nel nostro Istituto.
Dalla CGIL benvenuti nel mondo INPS!
Questa immissione di nuovo personale è fonte di sollievo per i colleghi delle sedi, che da anni fronteggiano con sacrificio e senso di responsabilità il continuo aumento dei carichi di lavoro, dovuto ai pensionamenti e alle nuove funzioni attribuite in questi anni all’INPS.
Per la CGIL, dopo anni di lotta contro il blocco del turn-over e la spending review – causa della drammatica riduzione del personale – le assunzioni di oggi rappresentano ossigeno.
Raggiungere questo traguardo non è stato facile, ma con l’impegno di tutti – Amministrazione e OO.SS., ognuno nell’ambito di proprio competenza – e con la barra dritta, il risultato è arrivato.
Apprezzamento al Presidente, alla Direttrice Generale, al Direttore delle Risorse Umane che, dopo anni di soccombenza al potere politico, sono riusciti a far prevalere le esigenze dell’Istituto sulle logiche di riduzione della spesa nella Pubblica Amministrazione.
Ora che l’INPS sta riconquistando autorevolezza e il giusto riconoscimento dalla politica, chiediamo ai vertici dell’Istituto che altrettanto impegno ci sia per il riconoscimento della professionalità dei dipendenti di area A e B.
Lavoratori a cui a legge Brunetta ha negato la crescita professionale e da decenni sono prigionieri in queste aree.
Nell’incontro del 3 luglio, discuteremo anzitutto della modifica della Det.Pres. 177/2018, per snellire l’iter relativo alle procedure selettive per i passaggi all’area C. Sin dall’inizio, contestammo la totale assimilazione di queste prove selettive a un concorso pubblico, non considerando che si sta chiedendo di verificare la professionalità di persone che lavorano in Istituto da anni e anni. Per quanto ci riguarda, questo comporta: 1- eliminare la prova orale e 2- circoscrivere l’ambito delle materie oggetto della selezione o tramite la pubblicazione preventiva della banca dati ovvero tramite la preventiva indicazione specifica degli argomenti su cui verteranno i quiz.
Tuttavia, accanto alla discussione sulle progressioni verticali, noi sosteniamo con forza la necessità di un percorso che dia risposte anche a chi non possiede i titoli richiesti dalla Brunetta per i passaggi di area, ma ha acquisito una professionalità da riconoscere. A tale scopo, al di là di quanto si deciderà in sede di Commissione per il riordino professionale all’ARAN, noi riteniamo che un’ulteriore risposta possa essere data dall’Amministrazione mediante la costruzione di nuovi profili professionali.
Considerato, infatti, che il Presidente ha intenzione di avviare una riorganizzazione dell’Istituto, noi crediamo che questa sia un’ottima occasione per costruire dei nuovi profili professionali, coerenti con la riorganizzazione, che consentano al personale in servizio di poter essere reinquadrato e di vedere riconosciuta la propria professionalità.
Su questo aspetto, siamo immediatamente disponibili all’apertura di un confronto con l’Amministrazione, già dal prossimo 3 luglio.
La CGIL è pronta. Come avvenuto per le assunzioni, ci auguriamo si avvii un gioco di squadra per dare risposte concrete a tutti i lavoratori.
FP CGIL FP CGIL
Antonella Trevisani Matteo Ariano
Pubblichiamo la nota di pervenuta dalla Direzione
Centrale per le Risorse Umane, con la quale si forniscono chiarimenti in ordine alle osservazioni formulate da parte di codeste Organizzazioni Sindacali, in ordine alle modalità di inquadramento dei vigili del fuoco come vigili del fuoco esperti ex D.L.gs. 127/2018
Pubblichiamo le bozze di decreto inviate dall’Amministrazione per i passaggi di qualifica interni per il ruolo di Capo Squadra
“Grande adesione allo sciopero della Giustizia, indetto da Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Pa. A incrociare le braccia le lavoratrici e i lavoratori dell’amministrazione giudiziaria, registrando in moltissimi uffici giudiziari del paese adesioni oltre il 70%”. Al centro della protesta, fanno sapere i sindacati, “le gravissime carenze di personale, che porteranno entro il 2021 a un drammatico vuoto di organico, con la metà del personale che andrà in pensione, e la mancata valorizzazione del personale, sempre più anziano, demotivato e pagato meno di tutti altri dipendenti pubblici”.
Dietro le parole ‘Giustizia Anno Zero’ oggi le lavoratrici e i lavoratori della Giustizia hanno scioperato per mandare un messaggio chiaro al governo e al titolare del dicastero di via Arenula, Alfonso Bonafede: “Oggi in tanti – affermano Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Pa – hanno aderito allo sciopero per rivendicare dignità e rispetto. La Giustizia versa in condizioni drammatiche e con essa le lavoratrici e i lavoratori coinvolti. Rivendichiamo il diritto all’applicazione degli accordi, a partire dalla riqualificazione del personale per arrivare all’avvio di processi di innovazione e miglioramento organizzativo. Così come esigiamo un piano straordinario di assunzioni: il personale manca e in prospettiva ancora di più, mentre le assunzioni previste non basteranno a colmare i vuoti. Ora andremo avanti dopo questa straordinaria giornata di lotta. Lo faremo per le lavoratrici e i lavoratori, e lo faremo per i cittadini che meritano una giustizia celere ed efficace”, concludono.
Al Ministro dei Beni e delle Attività Culturali
Prof. Alberto BONISOLI
Al Segretario Generale
Dott. Giovanni PANEBIANCO
Al Direttore Generale Musei
Dott. Antonio LAMPIS
Al Direttore generale Organizzazione
Dott.ssa Marina GIUSEPPONE
Oggetto: Rinnovo incarichi a Direttori dei musei autonomi.
Egregi,
risulterebbe che l’Amministrazione sia in procinto di rinnovare alcuni incarichi dirigenziali di direzione di Musei e Parchi autonomi di cui all’art. 14, comma 2-bis del d.l. n. 83/2014.
In merito si rileva anzitutto sotto il profilo giuridico che detto comma dice che “i poli museali e gli istituti della cultura statali di rilevante interesse nazionale che costituiscono uffici di livello dirigenziale. I relativi incarichi possono essere conferiti, con procedure di selezione pubblica, per una durata da tre a cinque anni…”. La legge – speciale, quindi in deroga specifica alle norme generali sulla dirigenza – non contempla la possibilità di rinnovi dell’incarico e impone quindi di bandire la selezione ad ogni scadenza di incarico, escludendo la legittimità si qualunque forma di rinnovo.
Inoltre Ella, Sig. Ministro, ha dichiarato nell’incontro con le OO.SS. del 18 scorso che intendeva ‘regolarizzare’ le procedure di nomina dei direttori dei musei autonomi assimilandole pienamente a quelle dei concorsi pubblici per oggettività di valutazione e trasparenza.
A tutela dei dirigenti e funzionari del MiBAC e degli altri cittadini italiani qualificati secondo i requisiti professionali richiesti dal citato d.l. 83/2014, nonché del rispetto integrale del principio di legalità nelle nomine dei direttori dei musei autonomi, invitiamo a tener debito conto delle norme vigenti e dei principi di piena trasparenza nell’espletamento della procedura, come attualmente praticata, e in particolare delle valutazioni obiettive espresse mediante punteggi verificabili dei candidati selezionati per la ‘terna’, e rinnoviamo la richiesta di rivedere integralmente tale procedura nel senso da Lei stesso indicato, prevedendo a tal fine un opportuno incontro informativo con le scriventi OO.SS.
Distinti saluti
FP CGIL CISL FP UIL PA
C. Meloni G. Nolè/V. Di Stefano F.Trastulli
Nel pomeriggio di ieri l’Amministrazione MIT ha incontrato le organizzazioni sindacali per discutere in merito alle proposte trasmesse a seguito della presentazione della bozza di riorganizzazione voluta dalla stessa per valorizzare le aree di core e a seguito della nascita di ANSFISA. Per l’Amministrazione erano presenti il Capo di Gabinetto, prof. Scaccia, e la consulente del Ministro, prof.ssa Bolognino.
Nella prima parte della riunione il Capo di Gabinetto ha introdotto la discussione sottolineando la convergenza dei vertici del Ministero sulla necessità, evidenziata da tutte le sigle al tavolo, di un piano assunzionale straordinario per il MIT. In seguito la prof.ssa Bolognino ha presentato una sintesi di tutte proposte delle organizzazioni sindacali chiedendo se ci fossero eventuali integrazioni da apportare. Come FP CGIL abbiamo confermato quanto riportato nel documento unitario prodotto con CISL e UIL (allegato al presente comunicato) e ribadito come l’urgenza del Ministero sia, non tanto parlare di riorganizzazione, quanto rafforzare i servizi di prossimità sul territorio per garantire ruolo e funzione del MIT li dove oggi l’amministrazione è estremamente carente, attraverso un piano assunzionale straordinario.
Dopo un excursus delle proposte presentate da ogni sigla e delle integrazioni alle stesse, l’Amministrazione ci ha comunicato che con la riunione odierna si chiudeva la fase del confronto.
Come FP CGIL abbiamo chiesto, così come prevede l’art.5 comma 2 del CCNL 16/18, che venga redatta una sintesi dei lavori e delle posizioni emerse, siano esse di parte sindacale che di parte datoriale. In buona sostanza abbiamo chiesto di sapere questo confronto che cosa ha determinato rispetto alla posizione iniziale dell’Amministrazione. Quest’ultima ci ha risposto che tutte le proposte presentate saranno oggetto di valutazione per poi assumere una decisione che non potrà che essere rimandata in autunno, data anche la necessità di dover emanare un DPR e non un DPCM.
Inoltre, come FP CGIL abbiamo precisato che non basta essere d’accordo sulla necessità di un piano straordinario di assunzioni del personale ma che, in considerazione del fatto che il Ministro è elemento decisore assieme al Consiglio dei Ministri che determina le poste da inserire nella legge di bilancio da destinare alle assunzioni e ai rinnovi contrattuali, egli non può limitarsi ad essere d’accordo con noi ma deve essere parte attiva nel reperire le risorse necessarie. Per conto nostro, come organizzazione sindacale, continueremo la mobilitazione del personale già iniziata con la manifestazione nazionale dell’8 giugno e lo stato di agitazione fino ad arrivare, laddove non dovessero pervenire le risposte che noi riteniamo necessarie, allo sciopero generale.
Il Capo di Gabinetto ha concordato con noi sulla necessità di un piano assunzionale straordinario ed ha garantito che si farà portavoce presso il Ministro.
Al termine della riunione abbiamo nuovamente sollecitato la firma del DM per il regolamento dell’incentivo perché ormai risulta chiaro che il decreto Sbloccacantieri non ha apportato alcun cambiamento nella parte che riguarda l’incentivo per funzioni tecniche. Il Capo di Gabinetto ci ha assicurato che si attiverà in tempi brevissimi per l’emanazione di tale DM.
la coordinatrice Fp Cgil Mit p.la Fp Cgil nazionale
Carmen Sabbatella Paolo Camardella
Il punto sulla vertenza tirocinanti
In queste giornate convulse riteniamo sia utile fare il punto anche sulla vertenza delicata che riguarda
i lavoratori precari cosiddetti tirocinanti.
Il piano dei fabbisogni che ci è stato presentato ha confermato l’aggiunta delle 300 assunzioni definite
nel basket del pacchetto per il 2019 e pertanto il primo dato certo è che il bando conterrà 600
assunzioni dall’esterno nel profilo di operatore giudiziario.
L’altro dato a cui diamo una certa attendibilità è la data annunciata per l’emanazione del bando,
ovvero il mese di settembre di quest’anno, anche se ci pare doveroso sempre sottolineare come le
tempistiche burocratiche sono di per sé assoggettate a variabilità.
Il terzo dato a cui attribuiamo ragionevole certezza è che i criteri definiti dalla legge che determinano
il punteggio aggiuntivo saranno spendibili già in sede di selezione con i Centri per l’Impiego.
Questi sono gli elementi informativi acquisiti nella giornata di ieri, che contribuiscono a schiarire lo
scenario solo in parte, ferma restando la necessità di un incontro specifico con l’Amministrazione,
nel suo versante politico, che consenta di comprendere meglio i meccanismi di attribuzione del
punteggio aggiuntivo già in sede di prima selezione dei Centri per l’Impiego ai lavoratori interessati
e definiti come platea dalla legge.
Accanto a questo restano essenzialmente due variabili molto importanti sui quali non abbiamo avuto
ancora riscontro dall’Amministrazione:
Il primo è la ripartizione sul territorio dei posti messi a bando, ovvero quali criteri seguiranno nella
distribuzione dei posti e se la selezione verrà avviata su base regionale o distrettuale;
Il secondo è la previsione di un numero pari di idonei da mantenere in una graduatoria integrata,
secondo le previsioni della legge, in modo da consentire lo scorrimento della stessa, al determinarsi
delle condizioni che lo permettano, ovvero in rapporto all’evoluzione del trend delle uscite di pensionamento
che, nel piano dei fabbisogni presentato, non tiene conto del fattore quota 100, limitandosi
a quantificare il numero delle uscite solo sulla base di quelle certe per raggiungimento limiti di
età e/o di contribuzione. Trend che potrebbe più che raddoppiare il numero di uscite complessive
entro il 2021.
Sono due questioni essenziali sulle quali ancora non abbiamo certezze e per le quali occorre al più
presto avere un chiarimento specifico.
Questa è pertanto la situazione attuale: registriamo un passo in avanti ma ancora la vertenza, anche
in rapporto ai numeri dati ed alla composizione del bacino che conta un numero di molto maggiore
a quello inserito nel piano occupazionale, è ben lungi dalla sua conclusione.
Pertanto occorre proseguire con impegno ed attenzione: è del tutto evidente che questo processo
si intreccia con le dinamiche vertenziali che riguardano i lavoratori interni, ed in particolare gli ausiliari
presenti nei ruoli del Ministero. Non certo nel senso della guerra tra poveri che ogni tanto si
percepisce e che qualcuno strumentalmente attizza, ma in ragione delle opportunità che invece
questo determina in relazione al fatto che, in assenza di un piano di revisione degli organici profes-
sionali, maggiore è la quantità di assunzioni dall’esterno e maggiore è l’opportunità di passaggi di
area interni, così come prevede l’attuale normativa.
A questo panorama dobbiamo aggiungere due scenari che possono determinare ulteriori opportunità
occupazionali:
Il primo è quello derivante dalla prevista assunzione, sempre tramite centri per l’impiego, di 100
autisti, procedura nella quale sarà possibile utilizzare il punteggio aggiuntivo, e il secondo è quello
dato dalla previsione dell’assunzione a tempo determinato per due anni di figure professionali di
area prima e seconda (200 in area prima e 600 in area seconda) contenuta nel decreto sicurezza
bis. Sulla assunzione degli autisti va verificato l’impatto che può avere la determinazione del peso
dei criteri numerici a beneficio dei lavoratori tirocinanti, mentre lo scenario aperto dal decreto sicurezza
bis ancora resta indefinito, nel senso che a nostro avviso in sede di conversione dovrebbe
avere sostanziali modifiche sia in relazione alla durata dei tempi determinati, che dovrebbe essere
portata a tre anni in modo da consentire la successiva stabilizzazione, che rispetto alla platea professionale individuata, considerato che la selezione tramite centri per l’impiego riguarderà solo il
personale reclutato in area prima, mentre la figura professionale prevista in area seconda potrà essere
reclutata solo tramite una procedura concorsuale vera e propria o tramite lo scorrimento di
graduatorie in essere, ovvero la graduatoria degli assistenti, ammesso che gli idonei in quella graduatoria
accettino di essere reclutati a tempo determinato. L’unico aspetto che riteniamo interessante
è l’inserimento dei criteri preferenziali previsti dalla legge, ma le soluzioni proposte devono
dare tutte prospettive di stabilità occupazionale e non fermarsi a due anni di tempo determinato.
Quindi anche in questo caso siamo in presenza di una procedura che dovrà essere chiarita nei
suoi aspetti applicativi e possibilmente migliorata in sede di conversione in legge del decreto.
Adesso servono queste ulteriori risposte: non sono sufficienti gli attuali numeri in rapporto alla platea
dei potenziali interessati e da questo punto di vista valuteremo gli aggiornamenti del piano dei
fabbisogni, alla luce dell’andamento delle uscite per quota 100 e in quell’ambito chiederemo un incremento dei numeri e delle opportunità.
Claudio Meloni
FP CGIL NAZIONALE
Pubblichiamo l’appunto emanato dalla Direzione Centrale Centrale per l’Emergenza, il Soccorso Tecnico e l’Antincendio Boschivo riguardo le attività operative AIB in convenzione con il CNVVF
Pubblichiamo la bozza inviata dalla Direzione Centrale per la Formazione riguardo la formazione del settore SAF
il 17 giugno si è tenuta la riunione di insediamento del Coordinamento Nazionale FP Cgil del Ministero dell’Interno. La riunione oltre a definire la delegazione trattante nazionale (di cui alleghiamo comunicazione già inviata alle strutture lo scorso 18 giugno) ha riconfermato la struttura organizzativa di comparto funzioni centrali, ribadendo la necessità di ricostituire una rete sul territorio, con un maggior coinvolgimento delle strutture territoriali, per essere più presenti ed efficaci sui posti di lavoro.
L’incontro è stato un momento di confronto tra le diverse realtà territoriali ed una occasione per fare il punto sull’azione sindacale di questi ultimi mesi e per un resoconto sull’attività svolta, che ci ha portati a definire molti importanti accordi e a chiudere i lavori avviati già dallo scorso anno.
Il lavoro negoziale è stato molto complesso, in quanto in molte situazioni abbiamo dovuto fare pressione presso i vertici amministrativi per programmare gli incontri e definire gli obiettivi.
Al primo punto abbiamo inserito la richiesta di un incremento delle risorse per il salario accessorio, sia attraverso un aumento dell’indennità di amministrazione, sia attraverso un incremento del Fondo Risorse Decentrate di 3,5 milioni con risparmi ricavati dai fondi p.s. (art.1,comma 152, legge 145/2018).
La richiesta di aumento dell’indennità di amministrazione, tra le più basse del Comparto, ci ha portato come ricorderete a lanciare lo scorso 17 aprile l’RSU Day, in cui sono state portate all’attenzione di tutti i Prefetti e Questori le nostre ragioni.
L’incremento del Fondo Risorse Decentrate risponde all’esigenza di realizzare le condizioni per consentire ulteriori progressioni economiche anche per il 2020.
Anche per la prossima legge di Bilancio abbiamo inoltre rappresentato l’esigenza di recuperare nuove risorse e di non permettere una eccessiva differenziazione, nelle risorse assegnate, tra le diverse categorie di personale presenti nel Ministero dell’Interno.
Grazie agli incrementi avuti nel corso del 2018 e 2019, siamo riusciti ad avere due fasi di progressioni economiche: la prima nel 2018, in cui sono stati autorizzati 5700 passaggi di unità di personale ed un’altra con l’accordo stralcio sul Fondo Risorse Decentrate per l’anno 2019 sottoscritto il 15 giugno, per ulteriori 4.290 unità di personale.
Un risultato non scontato, che ci ha permesso in due anni di far ripartite le progressioni dopo molti anni di blocco e su cui intendiamo continuare ad impegnarci per i prossimi anni.
L’altro grande tema di confronto è quello della carenza di personale, considerato che l’attuale dotazione organica è di circa 18.000 unità, a fronte delle 22.000 previste, e che le nuove norme in materia pensionistica, potrebbero portare molti lavoratori a presentare domanda di quiescenza, lasciando quindi gli uffici del Ministero in gravissima sofferenza.
La Funzione Pubblica ha autorizzato per il Ministero dell’Interno un piano assunzionale per i prossimi mesi pari a 1.128 unità di personale suddivise per Aree.
Un primo buon risultato dopo mesi di sollecitazioni da parte sindacale.
Siamo consapevoli che si tratta solo di un primo passo, per questo motivo abbiamo chiesto all’Amministrazione una programmazione delle assunzioni per il prossimo triennio basata sui dati reali relativi all’attuale carenza di organico e alle previsioni relative ai pensionamenti ordinari ed agli effetti di “quota 100”.
In diverse occasioni abbiamo affrontato il tema delle progressioni verticali, anche a seguito della petizione promossa da CGIL CISL e UIL per sollecitare una risposta riguardo ai colleghi dell’Area I, che non possono usufruire delle progressioni all’interno dell’area e sono da anni in attesa di risposte.
Dopo numerosi incontri ad oggi l’amministrazione non sembra intenzionata ad utilizzare la possibilità prevista dal decreto Madia ( art. 22, comma 15, del decreto legislativo 25 maggio 2017, n.75) che consentirebbe per il triennio 2018-2020, di attivare procedure selettive riservate al personale interno nei limiti del 20% dei posti previsti nei piani dei fabbisogni come nuove assunzioni, fermo restando il possesso dei titoli di studio richiesti per l’accesso dall’esterno.
Ovviamente continueremo ad insistere, anche per rispondere alle tante aspettative degli interessati,
cercando di trovare una soluzione nei prossimi mesi.
Nelle scorse settimane, dopo un confronto durato molti mesi, abbiamo chiuso un accordo per i criteri di mobilità volontaria interna anno 2019 che ha visto l’introduzione di alcuni punti fortemente voluti dalla parte sindacale. Inoltre, considerato che l’amministrazione intende modificare le procedure ed i criteri per la mobilità 2020, al fine di rivedere tutti gli aspetti connessi ai trasferimenti e rendere più trasparente la gestione degli stessi, abbiamo chiesto ed infine ottenuto una dichiarazione congiunta che contiene l’impegno a calendarizzare già dal prossimo mese di settembre un confronto con le organizzazioni sindacali al fine di procedere alla modifica dei criteri per la mobilità interna e di rivedere, entro novembre, i criteri relativi ai distacchi temporanei.
Negli interventi dei presenti al Coordinamento sono state evidenziate diverse problematiche relative alle condizioni di lavoro nel Ministero dell’Interno: dalla carenza di personale ai problemi legati alle Commissioni Territoriali, ai criteri per le progressioni economiche, alla difficile convivenza del personale civile negli Uffici di Polizia, soprattutto a seguito della prossima riorganizzazione del dipartimento di P.S. , alla possibilità di avvalersi dei segretari comunali presenti nelle Prefetture.
A conclusione dell’incontro abbiamo condiviso i i temi su cui riprenderemo il confronto nelle prossime settimane: il CCNI triennale di Ministero che ci impegnerà come Coordinamento Nazionale e delegazione trattante, e la difficile riorganizzazione del Dipartimento della pubblica sicurezza, a seguito del decreto in discussione, che non solo non elimina la confusione di competenze esistente tra le varie categorie di personale operanti nel dipartimento della pubblica sicurezza, ma le acuisce attribuendo ad una componente un ruolo preminente nelle attività amministrative, in netto contrasto con l’art. 36 della legge 121. Il percorso avviato con il protocollo d’intesa sulle funzioni amministrative del febbraio 2018 impone di essere ripreso con rinnovata determinazione.
Su questi punti riprenderemo il nostro lavoro con l’impegno di sempre, con l’esplicita richiesta rivolta ai componenti della delegazione trattante di farsi parte attiva e di iniziare un costruttivo rapporto con i responsabili nazionali, al fine di ricostituire una rete di informazioni e confronto indispensabile alla riuscita della nostra azione nel prossimo futuro.
Anna Andreoli Adelaide Benvenuto
FP CGIL Nazionale Coordinatrice Fp Cgil Ministero Interno
Esecutivo Funzioni Centrali
COMUNICATO
Riunione al Dap sulla ridefinizione delle piante organiche del Corpo negli istituti penitenziari.
In data odierna si è tenuta la prima riunione al Dap sulle modalità di ridefinizione delle piante organiche della Polizia Penitenziaria nei vari istituti.
Si è trattato di un un’incontro principalmente illustrativo, in cui il gruppo di lavoro formato dal Capo
del Dap ha parlato del lavoro svolto e ha potuto rispondere ad alcune domande fatte dalle organizzazioni sindacali.
La Fp CGIL ha comunque voluto dare alcune indicazioni sui criteri da adottare per la determinazione delle dotazioni organiche, permettendo che il lavoro sarà lungo e complesso poiché le variabili che
entrano in gioco sono molteplici.
Innanzitutto bisogna evidenziare che il taglio imposto dalla legge Madia rende impossibile definire
delle piante organiche che consentano di lavorare al meglio al personale, come dimostrato dal lavoro
presentato da cui si evince che per lavorare in modo ideale servirebbero 44000 unità solo per le sedi
intramoenia e oltre 4550 unità nei nuclei traduzione, questo porterebbe ad una dotazione organica
totale, considerando anche le sedi extramoenia, di oltre 50000 unità. A questo bisognerebbe puntare
se si vuole che il personale possa lavorare in sicurezza e vedersi garantiti i diritti soggettivi.
Per questo motivo non siamo d’accordo con una delle conclusioni fatte dalla parte pubblica che
sostiene che l’organico presente è compatibile con le attuali esigenze di servizio. A tal proposito
abbiamo fatto presente che da quanto ci viene riferito dai territori il numero di assenze è più elevato
di quello indicato dalla parte pubblica e supera abbondantemente il 50% e quindi il coefficiente di
maggiorazione da applicare alla pianta organica non può essere del 38% come proposto. Questo è
probabilmente dovuto al fatto che la fruizione delle giornate di assenza è aumentata nel tempo per
le modifiche apportate con i nuovi contratti di lavoro, non sono state considerate le giornate di
assenza per la formazione e l’aggiornamento del personal e, l’età media dei Poliziotti è aumentata
nel tempo.
Tutti questi dati sono riscontrabili sul nuovo sistema utilizzato negli uffici servizi e l’idea di creare un
database che contenga e raffronti tutti i dati trova il nostro favore.
La riunione è stata interrotta alle ore 17.30 per impegni del Capo del Dap e proseguirà il 2 luglio.
Vi terremo costantemente informati sui futuri sviluppi della vicenda.
Il coordinatore nazionale Fp Cgil Pol. Pen
Massimiliano Prestini