Con questo lavoro si vuole dare un contributo per la gestione della contrattazione integrativa nel pieno rispetto dell’autonomia delle strutture sindacali territoriali e delle rappresentanze della dirigenza. Gli argomenti vengono affrontati in una logica riepilogativa che non ha alcuna pretesa di esaustività.
Le realtà più significative saranno certamente in grado di produrre elaborazioni originali e non trarranno un grande aiuto da questo testo. Ci si vuole,invece, rivolgere principalmente a quelle situazioni che hanno maggiore difficoltà nel definire l’approccio formale alla presentazione delle piattaforme o che hanno applicato parzialmente (o per nulla) il CCNL 1994-1997.
Un’attenzione particolare deve essere rivolta agli enti (con meno di 5 dirigenti) che nel contratto precedente erano in sostanza esclusi da un modello compiuto di relazioni sindacali e che entrano ora,a pieno titolo, nel contesto del confronto sindacale decentrato.
In premessa una considerazione che potrà sembrare scontata ma che è necessaria. Ancora prima di pensare ai risultati della contrattazione integrativa bisogna impegnarsi perché la stessa si svolga in tutte le realtà (nella tornata contrattuale precedente non è stato così);se non si presentano formalmente le piattaforme le Amministrazioni avranno ancora l’alibi per potere ritardare i tempi dell’applicazione del contratto e poi decidere come credono.
Per la metà del mese di febbraio 2000 le proposte sindacali devono essere consegnate (anche in modo sommario se non si sono svolti tutti gli approfondimenti);vanno cercate tutte le convergenze sindacali unitarie ma la CGIL deve fare della questione dei tempi (oltre,ovviamente,a quella dei contenuti) una priorità irrinunciabile.
Il nuovo CCNL offre molti più spazi sul versante delle relazioni sindacali;devono essere tutti occupati e gestiti.
Il Coordinamento nazionale CGIL della Dirigenza Enti locali si attrezzerà per fornire le necessarie consulenze alle strutture territoriali, ed anche ai singoli rappresentanti CGIL della dirigenza,già dalle prossime settimane.
Artt. 4 e 5 (Contrattazione collettiva decentrata integrativa a livello di ente.- Tempi e
procedure per la stipulazione o il rinnovo del contratto collettivo decentrato integrativo.)
La presentazione di una piattaforma sindacale scritta è elemento indispensabile per la gestione delle relazioni sindacali a livello di ente.Il CCNL definisce in modo preciso i tempi e le procedure per la stipulazione degli accordi decentrati, la loro durata e verifica,il rapporto con i soggetti titolari del controllo sulle compatibilità finanziarie dell’ente.
L’art.4 definisce quali sono le materie assegnate alla contrattazione integrativa piena.L’indicazione al comma 2 dell’articolo (“…decorsi trenta giorni dall’inizio delle trattative,le parti riassumono,nelle materie elencate nelle lettere b,e,f,g del comma 1,le rispettive prerogative e libertà di iniziativa e decisione.”)non significa una riduzione dei poteri e degli spazi della contrattazione integrativa ma ha il solo significato di volere indicare tempi e modalità serrati per la gestione della trattativa.Il termine di trenta giorni è puramente indicativo ed il suo eventuale superamento non comporta alcun problema.
I contratti decentrati avranno una durata che arriverà fino alla scadenza del CCNL (31.12.2001).E’ evidente che ciò non vale per quelle materie che hanno bisogno di verifica annuale e,soprattutto,che hanno incidenza sulla costituzione dei fondi retributivi.Lo stesso quando si è in presenza di processi di riorganizzazione degli enti.Esiste comunque sempre la possibilità di disdire un accordo e di chiederne la ridefinizione (a tale proposito si veda il comma 4 dell’articolo 5).
Art.6 (Contrattazione collettiva decentrata integrativa di livello territoriale.)
Verificare le condizioni politiche ed operative per un accordo fra gli enti.
Art.7 (Informazione)
Nelle piattaforme è indispensabile inserire la rivendicazione di un’informazione diffusa cercando sempre di precisare che la stessa deve essere preventiva. E’l’unico spazio di confronto concesso sui temi generali (regolamenti di organizzazione,atti d’indirizzo etc) e deve essere coperto in modo costante. Prioritariamente,per gli enti inadempienti,si deve chiedere l’adozione di un atto ordinamentale completo (regolamente,etc.) che non può essere surrogato da deliberazioni parziali di livello inferiore.
Art.8 (Concertazione)
A)Per gli enti con meno di 5 dirigenti alle materie elencate nell’articolo si sommano quelle previste dall’art.4 a meno che non si sia attivata la procedura di cui all’art.6.
B)Rammentare di fare una richiesta scritta generale (almeno ogni anno) per attivare la procedura di concertazione. Prevedere esplicitamente la stesura del verbale di concertazione il quale non può mai essere atto unilaterale ma deve essere concordato e sottoscritto da tutte le parti.
Art.9 (Pari opportunità)
Prevedere tutti gli adempimenti in tema di pari opportunità con apposito punto delle piattaforme (materia di contrattazione). A proposito dei Comitati per le pari opportunità (fatta salva comunque la presenza di componenti espressione della dirigenza) si possono valutare forme di integrazione con quelli analoghi previsti per il CCNL di comparto degli altri lavoratori.
Artt.10-11(Soggetti sindacali nei luoghi di lavoro. – Composizione delle delegazioni.)
La rappresentanza sindacale della dirigenza continua ad articolarsi come in passato (RSU sulla base degli accordi del 1994, RSA aziendali etc.).Gli accordi decentrati sulla dirigenza devono sempre essere un atto formale distinto da quelli del comparto pena la loro nullità.
Art.13(Affidamento e revoca degli incarichi)
Inserire in piattaforma anche una durata massima dell’incarico (4 o 5 anni) così come la richiesta scritta di informazione preventiva sui criteri generali.
E’utile proporre un limite quantitativo percentuale alle assunzioni di dirigenti a termine con contratto di diritto privato,in base alla normativa vigente.
Art.14(Verifica dei risultati e valutazione dei dirigenti.)
Collegamento forte con PEG/controllo di gestione. Evidenziare la procedura di contradditorio. Nell’accordo decentrato DEVE essere inserita una clausola esplicita che nega la possibilità di interventi sulla retribuzione (per scarsa valutazione)senza l’espletamento delle procedure di consultazione del comitato dei garanti.
Altra clausola esplicita che imponga quanto previsto dal comma 3 (“I sistemi di valutazione sono comunicati ai dirigenti prima dell’inizio dei relativi periodi di riferimento.”).
Art.15(Comitato dei garanti)
Porre in piattaforma come rivendicazione prioritaria quella della costituzione del comitato dei garanti (serve la modifica dell’ordinamento) ed indicare l’inapplicabilità delle disposizioni del comma 2 art.14 fino all’insediamento dell’organismo.
Per ciò che riguarda la nomina del terzo componente del comitato si suggerisce:
· indicazione comune degli altri due membri
· magistrato TAR
· direttore Ufficio del lavoro
Art.17(Risoluzione consensuale)
Le risorse da utilizzare per la risoluzione consensuale non devono,in alcun modo,incidere sui fondi retributivi.
Accanto ai criteri da concertare (non inserire in alcun modo elementi che discendano da indicazioni unilaterali dell’ente – valutazione – condizioni fisiche – rendimento) prevedere la possibilità di assistenza da parte dell’Organizzazione sindacale nello svolgimento della procedura.
Art.23(Formazione)
Individuare lo stanziamento di bilancio che si intende effettivamente utilizzare.L’1% è un minimo.
Art.24(Incrementi tabellari)
Nel caso le Amministrazioni non abbiano ancora provveduto formalizzare la richiesta di erogazione immediata degli aumenti tabellari.
Art. 26(Finanziamento della retribuzione di posizione e di risultato)
A. Il fondo si costituisce dal 1999. Nel caso si decida di applicare i nuovi istituti previsti dal CCNL dal 2000 le risorse aggiuntive individuate per il 1999 vanno sommate.
B. Per gli enti che non hanno applicato (in tutto o in parte)il CCNL 1994/97 la ricostruzione dei fondi va effettuata a partire dal 1993 con estrema attenzione al ricalcolo delle risorse (sia sulla posizione che sul risultato) da computarsi anno dopo anno.
C. Restano in vigore,per gli anni precedenti al 1999, tutti i meccanismi previsti dal CCNL precedente. A tale proposito si richiama il disposto della Dichiarazione congiunta N.1 allegata al CCNL Biennio Economico 1996/97 che consente ampi spazi di manovra rispetto all’utilizzo delle risorse derivanti dal turn over (anche per l’intero ammontare delle retribuzioni dei dirigenti collocati a riposo).
D. I contenuti della citata dichiarazione congiunta sono sostanzialmente ripresi dal comma 3 dell’articolo in esame. In più il meccanismo (legato ai processi di riorganizzazione)è ora utilizzabile a prescindere dal turn over con evidenti spazi anche per gli enti (specialmente piccoli e medi) in cui il processo di uscita dei dirigenti non è stato quantitativamente significativo. VALUTARE CON ATTENZIONE TUTTE LE OPPORTUNITA’ PREVISTE DAL COMMA 3.
E. Gli importi di incremento del fondo previsti dagli altri punti dell’articolo (compresi quello del comma 1/g -retribuzione individuale anzianità- e quello del comma 5 -6% riduzione stabile posti d’organico-) non sono alternativi a quanto previsto dalla Dichiarazione congiunta N.1 e dal comma 3.
F. I vari elementi,riassunti nei punti precedenti,costituiscono un assieme che consente interventi quantitativi significativi sui fondi e sui quali bisogna costringere le Amministrazioni ad un confronto più aperto rispetto al passato.
G. La condizione di ulteriore flessibilità nell’incremento dei fondi,prevista dal comma 4, è subordinata al raggiungimento di un accordo nazionale. Non sono tuttavia da escludere tentativi di attuazione locali e,comunque,bisogna premere sugli enti perché intervengano con forza sull’ARAN per lo sblocco del confronto in tempi molto ristretti.
H. RICORDARSI DI PRATICARE LA CONTRATTAZIONE E LA CONCERTAZIONE SU TUTTI I PREVISTI RELATIVAMENTE AL FONDO.
Art. 27(Retribuzione di posizione)
A. Il nuovo minimo di 17 milioni della retribuzione di posizione è da considerarsi sostanzialmente come un automatismo da applicarsi dal 1999.
B. Non esiste una tipologia precisa di riferimento per il superamento del massimale di 82 milioni.Fatte salve ovviamente le disponibilità finanziarie,la precisazione per Regioni e Province di cui al comma 6 e l’approvazione della struttura complessa negli ordinamenti degli enti.
C. Per quanto è previsto dal comma 9, in sede di prima applicazione del CCNL, le risorse eventualmente non distribuite sulla posizione 1999 possono essere collocate direttamente su quella 2000 senza il passaggio transitorio nella retribuzione di risultato.
D. Il comma 4 prevede il mantenimento in vigore della clausola di garanzia (al 30 giugno 1995) sulla retribuzione di posizione prevista dal precedente CCNL. Si tratta evidentemente di una tutela minimale che si somma a quelle di carattere collettivo introdotte dal nuovo contratto. E’utile,oltre che possibile,inserire nelle piattaforme decentrate una nuova data (ad esempio 31 dicembre 1998) che aggiorni la garanzia individuale minima sancita a livello nazionale motivandola con una presa d’atto della sostanziale stabilità delle posizioni retributive nell’ente.
Art. 28(Finanziamento della retribuzione di risultato)
L’articolo è stato riformulato nell’ultima stesura esplicitando ancora meglio che il raggiungimento del 15% di utilizzo del fondo per la retribuzione di risultato non può mai andare a discapito del consolidato,al 31 dicembre 1998, sulla retribuzione di posizione. A scanso di equivoci è comunque opportuno riportare il vincolo nelle piattaforme di ente.
Essendo la materia oggetto di contrattazione piena si possono anche proporre le gradualità per il raggiungimento della nuova percentuale.
Art.29(Retribuzione di risultato)
A) Da affrontare contestualmente a quanto previsto nell’art.14.
B) E’indispensabile indicare in piattaforma:
· l’insuperabilità del vincolo della comunicazione preventiva dei sistemi di valutazione al dirigente (non oltre febbraio/marzo)
· le nostre proposte sui criteri generali di valutazione da sottoporre a concertazione (indicazione degli obiettivi per ogni dirigente,relazione stretta con PEG e controllo di gestione,indicazione preventiva di quanto spetterà ad ogni dirigente per la realizzazione piena dell’obiettivo e quanto in caso di raggiungimento parziale-percentualizzare)
· motivazione e contradditorio in caso di valutazione che intenda certificare il raggiungimento non pieno dell’obiettivo
· scelta del soggetto deputato all’elaborazione delle proposte di valutazione;dopo le recenti modifiche legislative può essere sia Il Nucleo di valutazione che il Direttore generale.
C. Si deve assolutamente evitare il non utilizzo delle risorse per il risultato già a partire dal 2000.Prevedere nelle piattaforme modalità automatiche di erogazione anche sulla base di acconti (in misura pari al 70-80% dell’ultima annualità liquidata) da conguagliare alla conclusione della procedura.
D. A proposito della correlazione da stabilire fra i compensi “Merloni”/”Avvocatura” e la retribuzione di risultato si ricorda che la stessa rientra a pieno titolo fra i temi di contrattazione (art. 4). Il CCNL introduce un criterio nuovo, più flessibile,rispetto al precedente nel quale i dirigenti interessati erano semplicemente esclusi da una delle due “”tranche” del 50% di retribuzione di risultato. Bisognerà ovviamente tenere come riferimento anche quanto erogato in passato e sulla base di questo stabilire una percentuale (o una cifra assoluta) al di sopra della quale si procede all’esclusione (totale o parziale) dalla retribuzione di risultato.
Art. 31(Disposizioni particolari)
· Una buona applicazione del CCNL non dovrebbe vedere l’utilizzo di questo articolo.
· Dove il CCNL non è stato applicato in passato la presentazione formale delle piattaforme è ancora più necessaria.La stessa dovrà essere accompagnata da una nota delle OO.SS.,sostanzialmente di diffida,che possa rappresentare elemento rafforzativo nelle azioni giudiziali da proporre contro le Amministrazioni che persistessero nel non dare corso all’applicazione.
· E’indispensabile che in queste piattaforme si proceda innazittutto alla ricostruzione dei fondi retributivi (dal 1993 ad oggi) chiedendo che tutte le risorse siano rese disponibili.per i criteri di distribuzione (sia per la posizione che per il risultato) potranno essere utilizzate,eccezionalmente,modalità anche forfettarie in ragione del carattere di sanatoria dell’operazione. Il Coordinamento nazionale individuerà un ristretto gruppo di lavoro con il compito di coadiuvare le rappresentanze sindacali impegnate negli interventi più complessi di ricostruzione della regolarità e legalità contrattuali.
Art.38(Copertura assicurativa)
Inserire nella piattaforma la richiesta formale di individuazione nei bilanci 2000 (anche con opportune variazioni) dei necessari stanziamenti.
13 gennaio 2000
Il tema della sicurezza e della vivibilità delle città è così intimamente connesso all’esercizio delle libertà e del democratico vivere insieme, da non poter essere semplificato, banalizzato, o peggio, usato, alimentando, per questa via, il circolo vizioso della paura del “diverso” e dell’insicurezza.
La FPCGIL in tutte le sedi istituzionali e nelle iniziative pubbliche sul tema, ha esposto per tempo e coerentemente la necessità di fronteggiare con una politica organica i problemi legati alla sicurezza ed al disagio sociale.
In maniera pragmatica, come è giusto che faccia un sindacato che come la FP vive tra i lavoratori e i cittadini, abbiamo chiesto al Governo, sin dal suo insediamento, ed al sistema delle autonomie locali, di discutere insieme questi problemi, formulando proposte che di certo non coincidono con l’idea di una sicurezza fai da te che ha prodotto i patti con le città metropolitane.
In particolare, tutto ciò sta producendo una distorsione nell’impiego della Polizia Locale che, invece di essere valorizzata per la centralità del suo ruolo nelle politiche integrate di sicurezza urbana, viene depotenziata utilizzandola in compiti che sono in capo allo Stato.
Per questo, la FPCGIL è mobilitata a sostegno della necessità di dotare la Polizia Locale di una legge che chiarisca compiti e funzioni, ne valorizzi il ruolo e garantisca tutele.
Alla estemporaneità dei dibattiti, alla confusione che si sta alimentando tra chi delinque, e va perseguito in coerenza con la legge assicurando un processo giusto e rapido e la certezza della pena, e quanto invece attiene al disagio sociale, andrebbero sostituiti atti certi, a partire anche dalla riforma della polizia locale attesa ormai da 11 anni.
Roma, 7 settembre 2007
Il Comitato Direttivo Nazionale della FP CGIL si è riunito il 19 settembre 2007 con all’o.d.g.:
Protocollo Previdenza Lavoro Competitività;
Contratti e Legge Finanziaria;
RSU.
I lavori del Comitato Direttivo sono stati introdotti dalla relazione del Segretario Generale Carlo Podda e, durante il dibattito, è intervenuto il Segretario Generale della CGIL Guglielmo Epifani.
Sono intervenuti:
Baldini, Sgrò, Peroni, Pinna, Moriello, Miroglio, Pedrazzani, Romito, Morga, Lo Buono, Iannuzzi, Oggiano, Oddi e Tosi.
Dopo la replica conclusiva del Segretario Generale Carlo Podda si è data lettura di un documento sul lavoro pubblico e la Legge Finanziaria che è stato sottoposto al voto ed è stato approvato all’ unanimità.
La Presidente del Comitato Direttivo Nazionale (Gloria Baraldi)
Roma, 20 settembre 2007
Il Comitato Direttivo Nazionale della F.P. Cgil
Roma, 19 settembre 2007
Documento su lavoro pubblico e Legge Finanziaria
Il Comitato Direttivo Nazionale della F.P. Cgil respinge la ipotesi del ministro Nicolais di ridurre la spesa nelle pubbliche amministrazioni attraverso il prepensionamento dei lavoratori.
E’ un modo inaccettabile di affrontare un tema di rilievo strategico quale quello della valorizzazione e della qualità del lavoro nelle pubbliche Amministrazioni.
Un dissenso di metodo, rispetto a modalità di proporre questioni che salta a piè pari il confronto sindacale e sembra prefigurare una via mediatica e semplificatrice incapace di offrire risposte efficaci, nonchè di merito in relazione a questioni complesse che pretenderebbero ben altro impegno e serietà.
La Funzione Pubblica, insieme alle altre OO.SS., ha definito col Governo un Memorandum nel quale venivano definiti percorsi, responsabilità e forme di partecipazione per conquistare concretamente, attraverso un lavoro faticoso ma produttivo, una efficace riforma delle pubbliche Amministrazioni. Mentre nulla si muove per rendere praticabili quegli impegni, si offrono soluzioni pasticciate, generiche e parziali che producono il solo risultato di disorientare il mondo del lavoro pubblico e di confondere, disperdendoli, gli indirizzi condivisi per offrire alle pubbliche Amministrazioni italiane concrete occasioni di rilancio e di riorganizzazione.
Tutto ciò avviene alla vigilia della predisposizione della Legge Finanziaria.
Il Comitato Direttivo Nazionale della F.P. Cgil esprime fin d’ora la propria contrarietà ad affrontare i temi inerenti le politiche pubbliche con modalità che ricalchino quelle della precedente sessione di bilancio.
E’ prioritario che vengano definite, chiaramente, le poste di bilancio per garantire il rinnovo del CCNL 2008-2009, oltre alle risorse necessarie per il completamento del biennio 2006-2007, nonché l’abbandono della politica di tagli non selettivi piuttosto che di risparmi sugli sprechi.
Come è sostenuto dal Memorandum, le scelte per rendere più adeguata ed efficiente la pubblica amministrazione devono prevedere, insieme, una idea non marginale del ruolo pubblico, una discussione sugli assetti del servizio pubblico, compreso il tema delle esternalizzazioni, il recupero di politiche occupazionali, non solo segnate da pur opportune occasioni di ringiovanimento della forza lavoro ma anche dalla soluzione del problema della precarietà, la valorizzazione della contrattazione integrativa come momento essenziale per tenere insieme diritti, merito ed efficienza.
Tutto questo, come si impegna a fare il Memorandum, anche attraverso un azione legislativa che sia di sostegno a questo progetto organico ed impegnativo.
E’ chiaro per il Sindacato come in questo orizzonte, di discussione approfondita e partecipata, possano emergere necessità riorganizzative che potranno evidenziare sia esigenze di rafforzamento delle responsabilità pubbliche come necessità di razionalizzazione, accorpamento, mobilità, esodi incentivati, i quali, in ogni caso, non potranno pesare sulla previdenza pubblica.
Quello che deve essere altrettanto chiaro riguarda la esigenza che tale riorganizzazione sia il risultato di una analisi verificata dei compiti e delle necessità e non una scelta aprioristica che apparirebbe senza senso e consenso.
Di qui, per la F. P. Cgil, la crucialità delle decisioni contenute nella Legge Finanziaria.
Essa deve, infatti, offrire soluzioni che accompagnino la qualificazione delle Pubbliche Amministrazioni sul versante delle politiche sociali, per la cui attuazione il lavoro pubblico è elemento essenziale; dare strumenti per la riorganizzazione dei Servizi, soprattutto a livello locale, contrastando la frantumazione del sistema di prestazioni ed esternalizzazioni inefficaci e costose; continuare in modo ancor più impegnativo il percorso di superamento della precarietà, come condizione per rendere programmabili le politiche occupazionali.
Il Comitato Direttivo Nazionale della F.P. Cgil ritiene, inoltre, che la iniziativa sindacale debba riprendere tematiche più generali alcune delle quali dovranno incrociare la Legge Finanziaria.
In primo luogo va costruita una piattaforma fiscale per rivendicare il mantenimento di una forte azione di contrasto all’evasione, per riorganizzare la tassazione sulle rendite finanziarie ed, in modo particolare, per ridurre il peso fiscale sui redditi più bassi, a partire dalla riconquista del recupero del “fiscal drag”.
E’ necessario ricostruire politiche sociali in grado di offrire piena esigibilità dei diritti, a partire dalla non autosufficienza e dalla salute per la quale la riorganizzazione della spesa, soprattutto nelle Regioni in deficit, oggi si scarica sui diritti dei cittadini e dei lavoratori piuttosto che sugli sprechi, le inefficienze, i costi della politica.
Occorre inoltre continuare la battaglia per ridurre la precarietà, fin da subito, riprendendo l’iniziativa a partire dai contratti a termine e dalle forme di controllo dell’orario di lavoro.
Occorre dare piena attuazione, anche vigilando sul versante legislativo, agli impegni contenuti nel Protocollo di Luglio in particolare per ciò che concerne il diritto esigibile alla pensione per tutti i lavoratori cosiddetti “usurati” e per rendere esplicito e concreto l’obiettivo di prevedere, in particolare per i giovani precari, una pensione contributiva non inferiore al 60%.
Il Comitato Direttivo Nazionale della F.P. Cgil ritiene che questi obiettivi vadano costruiti con l’intera Confederazione, sostenendo la sua azione generale in attuazione di queste esigenze di innovazione delle politiche pubbliche, di equità e di coesione sociale.
La Categoria accompagnerà questa iniziativa generale attraverso una battaglia forte per l’attuazione del Memorandum, a livello nazionale e territoriale, per far vivere le buone ragioni del “pubblico” e creare un’alleanza virtuosa tra cittadini e lavoratori delle pubbliche amministrazioni, collegando in tal modo la propria funzione di rappresentanza di interessi con la scelta consapevole di essere soggetto attivo ed influente per una risposta generale ai problemi del Paese.
Il Ministro della Funzione Pubblica ieri ha dichiarato che incontrerà il Presidente del Consiglio ed il Ministro dell’economia e che la trattativa per il rinnovo dei contratti comincerà il più presto possibile.
I verbi declinati al futuro potrebbero far bene sperare se non fosse che la legge finanziaria si sta discutendo e votando ora in Parlamento.
Ha poi aggiunto che in Finanziaria c’è l’impegno per individuare i fondi necessari.
A noi la parola impegno piace, però non è un numero e, come ben si sa, nella legge di bilancio contano le cifre.
Ribadiamo quindi che in assenza di risorse per finanziare i rinnovi contrattuali, l’unica strada che possiamo percorrere è quella del conflitto.
Roma, 21 novembre 2007
Il 7 gennaio u.s si è riunito a Roma il Comitato Direttivo Nazionale della FP CGIL . Al termine della discussione è stato presentato un ordine del giorno, proposto unitariamente dalla Segreteria Nazionale, che prende posizione circa gli attacchi rivolti alla legge 194 e che è stato approvato all’unanimità.
Pubblichiamo di seguito il testo dell’odg.
ORDINE DEL GIORNO
Il Comitato Direttivo della FP ritiene non più tollerabile la continua rimessa in discussione della legge 194 del 1978 legalmente confermata dal referendum del 1981.
E’ inaccettabile che l’importante conquista di civiltà ottenuta per la moratoria della pena di morte sia usata strumentalmente per perseguire la moratoria sull’aborto proposta da Giuliano Ferrara che, al contrario è una diminuzione del diritto delle donne alla maternità libera, consapevole e sicura per la sua salute.
E’ inaccettabile che una parte della politica, trasversale tra gli schieramenti, si sia da subito dichiarata disponibile a modificare la L.194, e a rimettere in discussione il diritto ad una maternità consapevole sancita dalla stessa legge. Questa posizione evidenzia la crescente debolezza della politica di fronte alle pressioni Vaticane con conseguente arretramento del principio della laicità della Repubblica Italiana. Va ricordato che grazie a questa legge, di civiltà conquistata dalle donne, si è eliminato il ricorso all’aborto clandestino e parallelamente conseguita la riduzione consistente e nostante del ricorso alla interruzione volontaria della gravidanza.
Il Comitato Direttivo della F.P. dice No a qualsiasi tentativo di rimessa in discussione della legge ed ad arretramenti sia sul piano delle libertà sia della laicità.
Il Comitato Direttivo impegna l’organizzazione ad operare per completare l’attuazione della norma cominciando con l’implementare politiche per il potenziamento e la riapertura dei consultori pubblici in tutto il Territorio Nazionale, unici luoghi deputati ad informare, educare, assistere la libera scelta di procreazione, le pratiche e le forme della contraccezione e, soprattutto, per contrastare il ritorno all’illegalità.
APPROVATO ALL’UNANIMITA’
Roma, 7 gennaio 2007
Pensiamo di fare cosa gradita al Ministro della Funzione Pubblica, che si dichiara sorpreso per l’esito negativo dell’apertura della trattativa del Comparto ministeri, e che dice di non ricordare, all’indomani della Finanziaria per il 2008 del governo Prodi, una posizione delle Organizzazioni sindacali altrettanto decisa, rammentandogli alcuni fatti che risalgono solo ad un anno fa.
Il 27 ottobre del 2007 le OO.SS., per rivendicare il rinnovo dei contratti collettivi nazionali di lavoro, effettuarono uno sciopero generale con manifestazione nazionale che si concluse in Piazza S. Giovanni, dover intervennero i Segretari Generali di CGIL – CISL – UIL.
A seguito della manifestazione e di altre iniziative di lotta, si raggiunse un accordo con il governo Prodi che prevedeva che, dopo la trattativa e l’accordo tra le parti, si sarebbe provveduto alla copertura finanziaria, innovando per questa via una prassi che, anche a detta del Ministro Brunetta, allora esponente dell’opposizione, rendeva nei fatti finto il negoziato.
Come è noto il governo Prodi cadde, ed insieme al Governo pure l’accordo.
Ci pare quindi evidente che, ora, con lo stesso rigore, con la stessa pazienza, stiamo cercando di raggiungere un equilibrato punto di compromesso.
Ma per arrivare ad un accordo è necessario almeno incontrarsi, e finora non c’è mai stata da parte del Ministro una convocazione formale delle OO.SS.
Sappiamo bene che il mestiere del sindacato è quello di fare accordi e non quello di produrre scioperi. Tuttavia è evidente che se non ci sono le condizioni per fare un accordo, l’unica strada che rimane è quella del conflitto.
Roma, 7 ottobre 2008
Il Ministro Brunetta ha deciso unilateralmente, come è uso fare, da sincero democratico come ogni giorno di più dimostra di essere, di mettere on-line sul sito del ministero, il verbale della riunione di martedì scorso, che ha aperto il negoziato per il rinnovo del contratto dei ministeri.
Tutto questo in nome della trasparenza.
Ci pare indispensabile chiarire che, non di un verbale si tratta, ma di un resoconto di parte, i verbali infatti vengono concordati, ed inoltre, che nessuno dei presenti alla trattativa era informato su quanto si intendeva fare e questo a nostro modo di vedere, è un comportamento scorretto oltre che ai limiti della legalità.
Ma poiché sulla trasparenza non prendiamo lezioni da nessuno, chiediamo formalmente al Ministro di far attrezzare una sala apposita all’ARAN, a disposizione della stampa, nella quale si possa seguire in diretta la trattativa.
Qualora tutto questo non venga attuato, ci presenteremo alle prossime trattative con i mezzi tecnologici del sindacato, riprenderemo il negoziato e lo metteremo sul nostro sito a disposizione di tutti, dopo aver ovviamente chiesto ai presenti una liberatoria per la trasmissione.
Roma, 9 ottobre 2008
Con una nota di stamane, l’Agenzia delle Entrate dichiara che la lotta all’evasione fiscale procede a “gonfie vele” e che le riscossioni da accertamento di quest’anno (dal 1 gennaio al 30 di novembre) sarebbero maggiori del 46% rispetto all’anno precedente.
A distanza di poco, da esponenti del Pdl, sentiamo definire i dati come la definitiva smentita di chi sostiene che l’attuale governo non stia mettendo in campo
strumenti adeguati di lotta all’evasione. Sembrerebbe quasi una vittoria di questo governo.
Ci troviamo di fronte all’ennesima grossolana mistificazione. Chiunque sa che questi numeri sono riferiti all’attività di accertamento che l’Agenzia ha effettuato nell’anno precedente.
La situazione futura non potrà che peggiorare, visto il forte definanziamento di tutti i principali strumenti di lotta all’evasione, a partire dalle agenzie, ed il taglio netto sferrato da questo governo ai fondi destinati agli incentivi del personale addetto alla lotta all’evasione.
Roma, 26 Dicembre 2008
In un articolo dell’edizione odierna del Corriere della Sera, dal titolo “In Italia l’assegno d’oro scompare dal sito”, il giornalista Sergio Rizzo denuncia la poca trasparenza sul compenso dei manager pubblici, i cui stipendi non vengono pubblicati sui siti delle società pubbliche. L’articolo fa anche chiarezza sulla vicenda del tetto per i compensi, inserito dal Governo Prodi, poi congelato dall’attuale Governo in attesa di una regolamentazione, in realtà mai avvenuta.
Dopo il congelamento (avvenuto guardacaso il 2 Agosto, quando i media si occupano della canicola estiva), il Ministro Brunetta avrebbe dovuto emanare un Dpr entro il 31 Ottobre, di concerto con il Ministro Tremonti. Passato il 2008, di questo Dpr non si parla più. Svanito.
Ci colpisce come il Ministro dell’efficienza Brunetta, smarrisca la sua abituale solerzia quando a dover essere perseguiti sono i dipendenti pubblici di alto lignaggio. Sarà un caso, ma a costo di commettere peccato, ci viene da pensare che tutto ciò dipenda dal fatto che questi dipendenti pubblici appartengono spesso alla stessa casta che li nomina.
In piena crisi, mentre si licenziano i precari della pubblica amministrazione, il nostro Governo è riuscito ad eliminare il tetto delle retribuzioni, un fatto gravissimo, non solo dal punto di vista simbolico: sarebbe bastato non far nulla, ed applicare la norma esistente.
Che poi si sia istituita l’ennesima commissione di esperti, è un’ulteriore ed inutile spreco. Oltre al danno la beffa. La volontà politica è chiara: eludere la questione, sotterrarla nel marasma mediatico.
Roma, 17 Marzo 2009
Il Ministro Brunetta, non pago della figuraccia ottenuta con la sua ennesima provocazione sugli studenti “guerriglieri”, continua a sostenere le sue ragioni. È un grave segno di inadeguatezza, questo suo sentirsi detentore della verità, la sua incapacità di comprendere le tensioni che vive il mondo della formazione. Gli consigliamo di tornate dentro le università, luogo dal quale è stato a lungo assente, e magari di stare distante per un po’ dalle testate giornalistiche, per rendersi conto della realtà, della quale ha chiaramente una visione del tutto parziale.
Continuiamo a non capire come un campione dell’efficienza come lui possa permettersi di perdere tanto tempo a polemizzare su temi che non sono propri del suo dicastero, che di problemi ne ha tanti, tuttora irrisolti.
Roma, 20 Marzo 2009
Qualora dovesse essere approvata la norma presentata al Senato che elimina la retroattività della Class Action, ci troveremmo di fronte all’ennesima promessa mancata del Ministro Brunetta. Eliminare la retroattività significa di fatto sottrarre ai cittadini colpiti dai grandi scandali finanziari degli anni recenti l’unico strumento disponibile per essere risarciti. Una presa in giro.
Attendiamo di sapere se domani il Ministro, una volta stilata la lista dei suoi successi e dei suoi fallimenti come promesso, si dimetterà o meno, e se giudicherà anche questo come un successo della sua gestione del dicastero di Palazzo Vidoni.
Roma, 7 Maggio 2009
Finita la campagna elettorale speravamo che il paese tornasse a parlare di se stesso, dei suoi problemi. Speravamo che cominciasse a farlo il Governo, che sulla crisi si è contraddistinto per immobilismo come nessun altro esecutivo europeo. Speravamo che anche il Ministro Brunetta, una volta analizzato il voto, avesse capito che la realtà è ben diversa dal mondo virtuale in cui il paese è stato costretto a vivere, un mondo fatto di sondaggi, di alti, altissimi gradimenti, con percentuali vicine al 70%, poi smentite dai risultati elettorali.
Ma il Ministro è tornando a parlare agli italiani di un mondo immaginario, il suo, fatto di suggestioni temporanee, innovazioni e modernizzazioni improbabili, fino a sostenere che “in Italia è diminuita la povertà”. Sottovalutazioni, banalizzazioni, il solito tenore da campagna elettorale. Brunetta siede nel Governo che meno ha speso per fronteggiare la crisi, appena lo 0,2 % del Pil secondo l’Fmi, e continua a proporre effimere ricette a costo zero.
Al Ministro consigliamo di tornare al suo lavoro e di abbandonare i toni trionfalistici (“Con 35-40 eletti, il Popolo della Liberta’ potrebbe avere per la prima volta nella storia la delegazione piu’ numerosa all’interno del Ppe: in questo modo potremmo dare la linea politica sull’energia, sulle istituzioni e sulla politica industriale”, aveva pronosticato), cominciando a confrontarsi con la realtà. Magari di fronte ai dati elettorali (sempre ammesso che li ritenga validi e che non voglia avviare un suo personale monitoraggio per confutarli) Brunetta dismetterà gli abiti del riformista chiacchierone in preda a deliri di onnipotenza, ed inizierà a fare il Ministro.
Attendiamo inoltre di poter discutere la “sua” riforma, e che, passato l’attivismo elettorale, finita la stagione degli insulti e degli anatemi, il Ministro ci permetta di dire la nostra e ci porga le sue scuse. Come attendiamo di poter vedere i lavoratori pubblici votare per le proprie Rsu. Visto che le previsioni di Brunetta sul proprio gradimento e su quello del suo Governo sono sempre così distanti dalla realtà, possiamo aspettarci una sonora bocciatura del suo operato da parte dei lavoratori. Sempre ammesso che i lavoratori pubblici possano ancora esprimere il proprio voto.
Roma, 9 Giugno 2009