Comunicato Stampa di Carlo Podda Segretario Generale FP CGIL Nazionale
A nome e per conto dell’intera Funzione Pubblica Cgil che organizza, fra gli altri, i lavoratori ed i medici del servizio sanitario nazionale, aderisco all’appello promosso da “Medici senza Frontiere” affinché sia mantenuto il divieto di segnalazione da parte degli operatori sanitari dello straniero non in regola con le norme sul soggiorno.
L’emendamento proposto dalla Lega Nord, teso ad imporre l’obbligo di segnalazione, rappresenta in tutta la sua drammaticità il degrado culturale, valoriale e politico che attraversa la maggioranza di centro destra sul tema dell’immigrazione.
Rappresenta, inoltre, una grave lesione del principio di universalità del diritto alla salute, in quanto già solo il suo semplice annuncio, secondo i dati rilevati in questi giorni, induce tantissimi stranieri senza permesso di soggiorno a rinunciare alle prestazioni del servizio sanitario nazionale, provocando enormi rischi per la salute di tutti i cittadini.
Misure di questo tipo non sono degne di un paese civile.
Per ciò che ci riguarda, nel caso in cui il Parlamento approvi quell’emendamento, apriremo anche un successivo fronte interno: quello della disobbedienza civile, dell’obiezione di coscienza fra i lavoratori.
Roma 2 Febbraio 2009
Comunicato stampa congiunto Fp-Cgil Nazionale, Fiom-Cgil Nazionale
La mobilitazione del 13 Febbraio indetta dalle nostre categorie è la prima manifestazione che si svolge dopo la firma dell’accordo separato di Palazzo Chigi, accordo che sottrae al mondo del lavoro diritti acquisiti in anni di lotte. É inoltre un accordo che colpisce le giovani generazioni, il loro futuro, il loro salario, che colpisce le loro famiglie. In un contesto in cui l’accesso al sapere viene fortemente limitato, la perdita del potere d’acquisto dei lavoratori diventa un’ulteriore elemento di irrigidimento delle barriere sociali.
Il nostro sciopero ha il sostegno di gran parte del mondo universitario e studentesco, che da tempo ha avviato una discussione profonda sulla necessità di costruire una alleanza tra mondo del lavoro, della scuola e dell’università.
Oggi gli studenti dell’Unione degli Universitari, il sindacato studentesco, hanno lanciato un appello, che rappresenta un segnale importante di sostegno alla nostra mobilitazione. All’appello ha subito risposto la Rete degli Studenti Medi (REDS). Allo stesso modo, il movimento dei collettivi universitari aderisce al nostro sciopero e sta discutendo nelle assemblee le forme ed i modi per partecipare alla nostra giornata di lotta, nel rispetto delle reciproche identità e pratiche.
Il nostro è uno sciopero di unità tra il mondo del lavoro pubblico e quello privato. La presenza degli studenti aggiunge un valore, l’unità tra le generazioni, tra il mondo del lavoro e quello del sapere.
Questa unità è strategica proprio perché le nuove generazioni sono oggi sottoposte ad un processo di precarizzazione dei tempi di vita, di studio e di lavoro, che li rende una delle categorie più colpite dalla crisi, dalla decadenza della nostra società. “Noi la crisi non la paghiamo” è uno slogan che ci accomuna, proprio perché ci accomunano dei valori, primo tra tutti quello della solidarietà.
Il sostegno è quindi reciproco, laddove comprendiamo che non esistono società eque che non tutelino ed incentivino il diritto allo studio, il sapere libero ed aperto a tutti.
Invitiamo tutte le studentesse e tutti gli studenti ad unirsi alla nostra lotta.
Roma, 5 Febbraio 2009
I gravi fatti di cronaca verificatisi nelle ultime settimane, avrebbero dovuto suggerire al Governo l’elaborazione di profonde riflessioni sullo stato, l’efficienza e l’efficacia dell’apparato di sicurezza del Paese, a partire dalla valutazione dei risultati conseguiti con le scelte legislative e le politiche di disinvestimento imposte al settore.
Il Governo ha dapprima fatto ricorso all’utilizzo strumentale e politico dell’esercito, costoso e professionalmente inadeguato, per inviare segnali tranquillizzanti ad un’opinione pubblica allarmata. Oggi, sulla spinta dell’emotività, proietta la sua ricetta sulle ronde dei cittadini, finanziate nell’ambito dei 100 milioni previsti dal decreto sulla sicurezza n. 11 del 23 febbraio.
E’ paradossale: da un lato il Governo ridurrà gli organici di 18.000 unità in 5anni, di cui 6.000 in forze alla Polizia penitenziaria, tagliando oltre 1,5 miliardi di euro di risorse, con pesantissimi riflessi sull’attività di prevenzione e indagine, oltre che sulla tenuta del sistema penitenziario nazionale, sottoposto ad un taglio di circa 160 milioni di euro e ad un insostenibile stress da sovraffollamento (circa 60.000 presenze in carcere, con un trend di mille ingressi al mese difficilmente arginabile); dall’altro si asseconda un’idea di sicurezza che non offre garanzie sul terreno dell’imparzialità e della professionalità, nel perseguimento di una pratica “fai da te” che rischia di ampliare gli episodi di violenza e di seppellire lo ” Stato di Diritto”. Alla fine la proposta è quella delle “ronde”, una proposta indegna di un Paese civile e democratico.
Ma lo Stato, a cui la carta costituzionale affida il compito di proteggere la collettività, dov’è?
La sicurezza dei cittadini deve essere garantita dal Governo del Paese, dal suo apparato di sicurezza, da uno Stato di diritto che conti sul potere deterrente di un ordinamento giuridico fondato sui valori di democrazia contemplati dalla Costituzione, sull’attività di prevenzione, di indagine e contrasto alla criminalità, sulla certezza della pena, sul corretto funzionamento dei circuiti di pena differenziati a seconda della gravità dei reati commessi, sul rispetto della condizione umana delle persone detenute. Per fare questo, è necessario dare coerenza ed organicità agli interventi, sia sul versante civile, che giuridico ed amministrativo.
Occorre soprattutto incrementare gli organici delle forze di Polizia, in particolare quelli della Polizia penitenziaria negli istituti di pena, aumentare gli stanziamenti, i mezzi e gli strumenti necessari ad assicurarne la funzionalità. Servono scelte meno orientate alla propaganda e più aderenti alla realtà ed ai bisogni dalla collettività.
Lo Stato si assuma le proprie responsabilità ed investa le risorse economiche necessarie a garantire che la sicurezza non sia solo utilizzata come strumento di propaganda, ma coerentemente praticata da coloro che per professionalità e addestramento sono pienamente in grado di garantirla.
Auspichiamo che il Presidente della Repubblica, il Governo, il Parlamento e tutte le istituzioni coinvolte, ascoltino questo grido di allarme. Il rischio che da più parti si avverte è di consegnare alla società un’idea di sicurezza gridata, autarchica e debole, che alimenta la percezione di insicurezza che già vive nelle persone, che induce a pensare che lo Stato non sia in grado di corrispondere alle esigenze dei cittadini, e che dimostri limiti nell’imporre il rispetto delle regole che garantiscono la normale convivenza civile.
Roma, 3 Marzo 2009
Comunicato Stampa di Carlo Podda Segretario Generale FP CGIL Nazionale
Il Ministro continua a glissare clamorosamente sulle questioni di merito. Quando critichiamo i ritardi nella presentazione dell’indagine sul precariato nella Pubblica Amministrazione, non ci riferiamo alle previsioni di legge, ma a quanto lui stesso ha affermato. Non c’è bisogno di una legge per effettuare un’indagine. Da chi si definisce “datore di lavoro” di 3 milioni e mezzo di persone, ci si attenderebbe nei fatti lo stesso piglio manageriale più volte annunciato a mezzo stampa e nelle tv.
A tal proposito consigliamo al Ministro, ed ai suoi valenti, ed a dire il vero un po’ costosi, collaboratori, di leggere almeno i dati Inps, che parlano, per i soli Co.Co.Co., di oltre 62.311 persone che lavorano in regime di monocommittenza per la Pubblica Amministrazione, e di altri 27.234 che lavorano con un rapporto di committenza non esclusivo con la Pubblica Amministrazione.
Roma 9 Marzo 2009
Aderisco a nome di tutta la Funzione Pubblica Cgil al “Noi non segnaliamo day”, la giornata di mobilitazione nazionale contro la segnalazione degli immigrati senza permesso di soggiorno che ricevono cure sanitarie.
Aderiamo perché riteniamo questo provvedimento non solo contrario ai principi deontologici della professione medica, ma più in generale ai principi di solidarietà e giustizia. Un provvedimento vergognoso, che alimenta la cultura dell’odio, colpisce un diritto basilare delle persone, quello universale alla salute, rappresentando un serio rischio non solo per gli immigrati che, intimoriti da un’eventuale denuncia, non si sottoporranno più a cure, ma per l’intera collettività, con la scongiurabile ipotesi che si creino circuiti sanitari clandestini, pericolosi per gli immigrati stessi e la salute pubblica in generale.
Chiediamo che il principio di non segnalazione non venga cancellato. Lo chiediamo al parlamento italiano. Un paese civile non può permettersi di negare assistenza ai più disagiati, agli emarginati, a chi fugge da fame e miseria. Un paese civile cura tutti, non denuncia.
Roma, 17 marzo 2009
In data 20 Maggio 2009, alle ore 13:00, i segretari generali di Fp-Cgil, Carlo Podda, Fps-Cisl, Giovanni Faverin, e Uil-Fpl, Carlo Fiordaliso, terranno una conferenza stampa unitaria presso la sede nazionale della Uil Confederale in Via Lucullo 6, Roma.
I segretari generali delle tre categorie di Cgil, Cisl e Uil che rappresentano i lavoratori del pubblico impiego, esporranno i dettagli del contratto nazionale del comparto sanità pubblica, stipulato unitariamente la settimana scorsa. Un accordo che riguarda un settore importante come la sanità pubblica, legato indissolubilmente ai diritti di cittadinanza e che coinvolge oltre 600.000 lavoratori. Un tentativo di ricostruire una nuova sintesi nel mondo del lavoro pubblico, nel quale ha a lungo dominato un approccio unitario, ancor più importante perché inserito in un contesto sociale fragile, confuso e, come abbiamo potuto vedere nei giorni scorsi, attraversato da tensioni.
Nella stessa sede le tre organizzazioni indicheranno le modalità con cui intendono chiedere al Governo il rispetto delle scadenze previste per elezioni delle Rsu nel pubblico impiego.
Gli organi di stampa sono invitati a partecipare.
Roma, 18 maggio 2009
Continuiamo a seguire con apprensione le vicende processuali legate alla morte di Stefano Cucchi, che vedono coinvolte 13 persone, tra cui
Poliziotti Penitenziari, medici e infermieri dell’ospedale penitenziario Pertini. Confidiamo in una celere conclusione del processo che faccia chiarezza e renda giustizia alla famiglia.
Casi come questo gettano ombre incancellabili sulle istituzioni e vanno affrontati pubblicamente con coraggio e ricercando la verità. Va sgombrato il campo da ogni possibile dubbio e assicurata la massima trasparenza e la pubblicità degli atti.
Siamo fiduciosi sull’operato della magistratura e quindi non entriamo nel merito delle scelte processuali, ma non possiamo fare a meno di richiamare l’attenzione sul processo, chiedendo che sia garantito il diritto di cronaca per la stampa e di informazione per i cittadini.
Roma, 20 Ottobre 2010
A seguito del fallimento del tentativo di conciliazione svoltosi oggi, in merito all’accordo separato del 4 febbraio sul pubblico impiego, proporremo agli organismi dirigenti della Funzione Pubblica CGIL e della Federazione dei lavoratori della conoscenza CGIL, lo sciopero per la giornata del 25 Marzo.
Roma, 10 febbraio 2011
SCIOPERO GENERALE 1° giugno
Comunicato stampa dei Segretari generali di
FP CGIL – CISL FP – UIL FPL – UIL PA
I Segretari Generali di FP CGIL – CISL FP – UIL FPL – UIL PA si sono riuniti per valutare la situazione di stallo venutasi a determinare sul rinnovo del contratto nazionale scaduto ormai da 17 mesi . A distanza di un mese dagli accordi sottoscritti con il governo il 5 e 6 aprile u.s. su contratti e Memorandum, non si sono ancora determinate le condizioni per l’effettiva apertura del negoziato.
Ecco perché per applicare il Memorandum e rinnovare i contratti le Segreterie Nazionali hanno deciso di avviare le procedure per proclamare lo Sciopero Generale delle Categorie Pubbliche con Manifestazione Nazionale a Roma per il 1° giugno p.v.
Per la preparazione dello Sciopero le Segreterie hanno inoltre deciso di promuovere in un unico giorno del mese di maggio, una giornata di “Sciopero al Contrario”, nella quale i servizi per la cittadinanza saranno aperti un’ora in più in forme autogestite promosse dalle OO.SS.
Inoltre nei capoluoghi di regione si terranno, nell’ambito del calendario di assemblee in preparazione allo sciopero nei più grandi posti di lavoro di ciascun comparto, assemblee con la presenza dei Segretari Generali della Categoria e delle Confederazioni.
La mobilitazione proseguirà dopo il 1° giugno in forme articolate per comparti e territori in relazione all’evoluzione della vertenza.
FP–CGIL Carlo Podda CISL–FP Rino Tarelli UIL–FPL Carlo Fiordaliso UIL–PA Salvatore Bosco
Roma, 9 maggio 2007
Saranno i lavoratori con il loro giudizio, e le Organizzazioni Sindacali che li rappresentano, a dire se e quando la vertenza per il rinnovo dei contratti dei comparti pubblici, potrà dirsi risolta.
Già due volte abbiamo sospeso lo sciopero confidando di aver raggiunto un accordo, per poi scoprire che esistevano nel Governo interpretazioni al ribasso.
Solo la sottoscrizione di un accordo limpido, e non reinterpretabile successivamente, potrà concludere questa vertenza che, allo stato attuale, è ancora aperta, con l’indizione dello sciopero del 1° giugno e la manifestazione nazionale a Roma.
Roma, 21 maggio 2007
Pubblichiamo il testo dell’intervista di Felicia Masocco, giornalista de l’Unità, a Carlo Podda, Segretario generale della Fp Cgil, alla vigilia della grande mobilitazione dei lavoratori pubblici di domani 26 ottobre.
Contratti e precarietà. I dipendenti pubblici scendono in piazza
Domani stop degli statali, segue la scuola. Podda, Fp-Cgil: “Finanziaria da cambiare”
di Felicia Masocco/Roma
OTTO EURO. Domani scioperano i lavoratori pubblici e in tanti manifesteranno a Roma con Cgil Cisl e Uil. Protestano perché la Finanziaria non stanzia le risorse per il rinnovo dei contratti, “c’è solo un’indennità per la vacanza contrattuale pari a poco più di otto euro al mese per una parte dell’aumento dell’inflazione. Scherziamo?”, dice Carlo Podda segretario di Fp Cgil. Sabato scende in piazza il personale docente e non della scuola. Anche in questo caso è sotto accusa la Finanziaria e le ombre sul rinnovo contrattuale. Si torna a parlare di questione salariale, gli stipendi sono fermi per 3 milioni e mezzo di dipendenti pubblici. Ma non è solo questione di soldi. “Si taglia la spesa in modo indiscriminato, non si pone argine agli sprechi, alle esternalizzazioni e consulenze che aumentano i costi. Terzo, gravissimo, questa manovra aumento la precarietà”, denuncia Podda.
Mentre la macchina organizzativa dei sindacati è a pieno ritmo per una manifestazione che si annuncia partecipatissima, il ministro della Funzione pubblica Luigi Nicolais annuncia a breve un incontro e “un tavolo per stabilire quali siano le condizioni per poter rinnovare i contratti”. “Speriamo di chiudere sulla durata triennale – afferma – ma iniziamo a discuterne subito e non tra tre anni”. “Se il ministro ci convoca andremo – replica Podda – sperando che non si tratti del solito annuncio a mezzo stampa che resta privo di riscontri”. Per i sindacati qualsiasi confronto non può tuttavia prescindere da una “condizione preliminare”: “Si devono prevedere le risorse altrimenti il tavolo nasce privo di credibilità”.
Il braccio di ferro è appena iniziato, Nicolais minimizza: “Stiamo chiudendo il biennio 2006-2007 e abbiamo dato rassicurazioni scritte per il prossimo biennio ma i sindacati non le hanno ritenute valide”.
In realtà anche il presidente della Corte dei Conti ha sollevato il caso “ha dichiarato che a ordinamento vigente se non si prevedono le risorse il contratto non si può fare”, ricorda il sindacalista di Fp Cgil che al pari dei colleghi di Fps Cisl e Uilpa nutre il forte timore che questo rinnovo contrattuale salti.
Un altro scoglio da superare sono le norme sui precari, un esercito nelle amministrazioni pubbliche molte delle quali vanno avanti a forza di contratti a termine. Carlo Podda ricorda che nella Finanziaria passata si era concordata la stabilizzazione di coloro che avevano già avuto contratti a tempo per tre anni e per chi man mano maturava lo stesso monte-mesi. “La Finanziaria 2008 azzera questa norma e stabilizza solo chi i tra anni li ha già maturati.
Questo non risolve il problema della precarietà nella pubblica amministrazione, lo aumenta, perché apre la strada a contratti di pochi mesi anche, ad esempio, per le sostituzioni per maternità”. La conclusione è che il governo no si sta muovendo ne perimetro tracciato dal Memorandum firmato con i sindacati e che avrebbe dovuto modernizzare l’amministrazione e il lavoro pubblico e riqualificare i servizi. “Inadempienza che lascia campo alle distorsioni: come quella di alcuni uffici dell’Inps Piemonte che per il pagamento delle pensioni ricorrono al personale interinale con il risultato che ai costi contrattuali per il dipendente si sommano quelli per l’agenzia”.
Domani concluderanno la manifestazione Bonanni, Angeletti ed Epifani: “Se in questa Finanziaria non ci sono le cose giuste – afferma il leader della Cgil – lo sciopero è la risposta giusta”.
da l’Unità del 25 ottobre 2007
Al Governo e all’opinione pubblica che si interroga e non comprende i motivi per i quali la FP CGIL non ha aderito al Protocollo, vorremmo dire chiaramente quattro cose:
Infine una domanda vorremmo farla noi: se l’intesa è davvero positiva, perché CISL e UIL della scuola non hanno aderito al protocollo e perché la CISL e la UIL del pubblico impiego, pur aderendo, non sospendono nè revocano lo sciopero?
Roma, 24 ottobre 2008