COORDINAMENTO NAZIONALE FP CGIL INPS
Sono proseguiti oggi i lavori per una possibile chiusura del CCNI 2007.
Abbiamo sollecitato alla delegazione la necessità di impegnarci già da adesso per la definizione dei piani di lavoro 2008. Abbiamo evidenziato inoltre l’esigenza di proseguire il lavoro sull’ulteriore armonizzazione dei salari, rappresentando anche soluzioni per sanare taluni disallineamenti retributivi. Avendo sollecitato l’espletamento delle selezioni a tutt’oggi pendenti, abbiamo rammentato all’Amministrazione la necessità di definire i criteri e le modalità applicative, in tema di nuovo ordinamento professionale, previste dal CCNL 2006/2009, assieme al trasferimento di risorse pari al 20% della produttività per la contrattazione di posto di lavoro. Infine abbiamo chiesto un protocollo che possa regolare sia la mobilità interente sia la mobilità interna.
Riservandoci di darvi comunicazione immediata rispetto all’eventuale sottoscrizione, alleghiamo un comunicato unitario CGIL, CISL, UIL in tema di regole e democrazia.
FP CGIL INPS CISL FP INPS UIL PA INPS FIALP-CISAL INPS
GRANDE PARTECIPAZIONE !!!!!!!
GRANDE VOGLIA DI LOTTARE !!!!!!
Sono queste le sensazioni che abbiamo provato venerdì scorso all’ASSEMBLEA NAZIONALE indetta dalle scriventi OO.SS presso la nostra Direzione Generale.
!! Tanti, tanti lavoratori che hanno messo in crisi l’organizzazione dell’assemblea che ha dovuto subire ben tre spostamenti tra le sale A. Moro e Mancini ed infine nel grande cortile della D.G. Pur con qualche difficoltà di audio,. tanti, tanti sono intervenuti, ognuno con la propria sensibilità, ognuno con la propria esperienza, ognuno con la propria provenienza. Grande partecipazione dei lavoratori, dell’INPS, grande delusione per chi anche con “miseri” atteggiamenti di volantinaggio ha tentato inutilmente di metterla, come si dice a Roma, “in caciara”. Non ci sono riusciti, perché la nostra gente, i nostri colleghi, non sono stupidi e non si fanno abbindolare dalle false notizie; i lavoratori dell’INPS sono molto attenti e sanno di chi ci si deve fidare, soprattutto sanno chi non fa proposte e vende fumo e ormai vive solo per attaccare le proposte degli altri !!!
Il momento che attraversiamo è di grande difficoltà ed è sotto gli occhi di tutti, è perciò che bisogna tarare l’azione in modo equilibrato rispetto agli obbiettivi che si vogliono perseguire, rimanendo nel merito dei problemi.
Stiamo vivendo la peggiore crisi economica mondiale, stiamo vivendo l’intolleranza verso gli altri, stiamo vivendo l’attacco che con FANNULLOPOLI viene portato ai pubblici dipendenti. Ma sappiamo pure che il Paese è legittimamente governato da un’ampissima maggioranza riconosciuta dai cittadini con l’esercizio del libero voto e dunque l’azione non può che essere mirata alla soluzione del merito dei problemi e non dettata dalla demagogia. Chi scrive è ricorso da sempre allo Sciopero, quando tutte le vie negoziali si sono chiuse a prescindere dal colore dei Governi. L’opinione pubblica che ha subito il martellamento incessante della campagna d’informazione di giornali faziosi e di “regime”, ma anche di televisioni di “proprietà” e di “Stato” artatamente manovrate da “nani e ballerine” di turno, non riesce a distinguere tra “fannulloni” e ” lavoratori”. Per questo dobbiamo adottare intelligenti strategie in difesa dei nostri interessi, non solo quelli importantissimi legati agli aspetti economici, anche di cittadini che hanno il diritto di pretendere Pubbliche Amministrazioni funzionanti ed efficienti.
Noi dell’INPS siamo l’esempio del buon funzionamento di una pubblica amministrazione!!! E non sono stati né decreti né leggi che ci hanno fatto funzionare, ma CONTRATTI di LAVORO e Contratti Integrativi !!!
Per questo stiamo molto attenti ai segnali che anche dall’Amministrazione ci provengono, consapevoli di quale pericolo si può correre ad agire d’impulso, rischiando di confonderci con alcune strategie che poco hanno a che fare con i nostri interessi !! Noi intendiamo associare a questa mobilitazione, e da un pezzo che lo diciamo, il confronto e la contrattazione nel merito dei singoli problemi come l’organizzazione, i processi produttivi, il merito dei lavoratori, il loro apporto di esperienza, la crescita professionale ( selezioni) e tutto quanto da sempre siamo abituati a contrattare. Noi sì, i contratti li vogliamo fare, li presentiamo ai lavoratori e li firmiamo !!! NOI SI’ !!! Siamo convinti di avere le carte in regola e che esse saranno determinanti sul tavolo del confronto per il recupero dei tagli prospettati.
Questo è emerso chiaramente dall’Assemblea Nazionale, assieme alla richiesta di unità di azione e di lotta comprovata dalla partecipazione di CGIL,CISL,UIL,CISAL e con l’adesione dell’UGL dell’INPS !! Esiste ben chiara una strategia entro la quale tutti i lavoratori iscritti e non, possono muoversi e sentirsi tutelati. Fuori da essa c’è solo l’alternativa di chi con il disordine è abituato a convivere, di chi con le menzogne alimentano fatue ragioni di grida all’untore.
La tensione c’è e deve rimanere alta rispetto alla mobilitazione ed alle scadenze che nelle prossime ore saranno calendarizzate a partire da TRE GIORNATE DI SCIOPERO che avranno luogo in tre distinte date : una per il NORD, una per il CENTRO, una per il SUD e le ISOLE. Dopo questa prima tornata, in assenza di risposte che dovranno essere contenute nella Legge Finanziaria, sarà SCIOPERO GENERALE DEL PUBBLICO IMPIEGO !!!
BUONA LOTTA A……………..TUTTI !!!!!!!!!!
Roma, 13 ottobre 2008
FP CGIL INPS CISL FP INPS UIL PA INPS F IALP-CISAL INPS
f.to Oreste CIARROCCHI f.to Giorgio ALLEGRINI f.to Adriano PETRICCA f.to Michele DI LULLO
N.B.
Si fa riserva di inviare la mozione approvata dall’Assemblea.
Nell’ambito del progetto “Patto Calabria Sicura”, come da noi già denunciato in precedenza, si è proceduto all’espletamento della gara informale per l’individuazione dell’Agenzia a cui affidare il servizio di somministrazione di lavoro a tempo determinato, per gli uffici giudiziari di Lamezia Terme, Palmi, Locri, Catanzaro e Reggio Calabria.
Ciò significa che in questi uffici verranno assunti lavoratori a tempo determinato, forniti da un’agenzia interinale. Quindi lavoratori che hanno obblighi solo nei confronti di un datore di lavoro privato, con le conseguenze che ne potrebbero derivare per la sicurezza, in zone tristemente note per l’alto tasso di criminalità.
Questa azione è la dimostrazione che si vuole procedere ad una esternalizzazione del servizio giustizia, mettendo in pericolo l’azione giudiziaria di molti magistrati che operano in prima linea nella Regione Calabria.
Riteniamo ciò inaccettabile.
Roma, 30/10/2008
Al Presidente del Consiglio di Stato
Cons. Paolo Salvatore
Al Segretario Generale del Consiglio di Stato
Cons. Antonino Anastasi
OGGETTO: Osservazioni alla bozza di regolamento di organizzazione e decentramento del Ministero della Giustizia a cura dei coordinamenti nazionale FPCGIL Organizzazione Giudiziaria, Archivi Notarili e Giustizia Minorile.
Alla fine dello scorso dicembre le OO.SS sono state convocate per la presentazione del regolamento di organizzazione e decentramento del Ministero della Giustizia in applicazione del D.lgs. 240/06: nonostante le critiche da noi espresse come FPCGIL su come siano stata operate alcune scelte l’Amministrazione ha ritenuto di non dover tener in conto le nostre obiezioni.
Poiché si tratta di materia delicata e relativa a settori importanti per il funzionamento di tutta la giustizia riteniamo opportuno fare alcune segnalazioni nel merito; è infatti a nostro avviso un progetto destinato a fallire su molti fronti, con conseguenze gravi sul funzionamento degli uffici e l’efficienza del servizio reso alla cittadinanza.
Organizzazione Giudiziaria
Per quanto attiene la parte relativa all’organizzazione Giudiziaria il regolamento di organizzazione che ci è stato presentato, mette in evidenza alcuni elementi di criticità.
Come prima questione dobbiamo sottolineare che questo provvedimento si cala in una realtà che avrebbe bisogno di risorse economiche e materiali, ciò inficia buona parte dei provvedimenti assunti e li colloca dentro una dimensione prevalentemente contabile piuttosto che organizzativo funzionale. Ci sarebbe bisogno di un intervento straordinario di ristrutturazione e invece ci troviamo al cospetto di uno smantellamento del servizio. Nel regolamento si parla di attribuzione di risorse da parte dei capi dipartimenti ma non si comprende affatto quale potrebbe essere il processo di finanziamento per funzioni che prima erano riservate all’Amministrazione Centrale ed adesso verrebbero ripartite fra articolazioni ministeriali periferiche.
Queste articolazioni periferiche avrebbero infatti una serie di necessità non trascurabili come organici, mezzi e beni, strutture in cui far risiedere gli uffici e attrezzature per il funzionamento.
In relazione agli organici la bozza e la relazione non dicono nulla: è da sottolineare che il D.lgs. 240/06 prevedeva aumento di dotazione organica di 160 unità di personale amministrativo non dirigenziale appartenenti alle posizioni economiche C2, C1, B3 e B2 ( v. art. 9 D lgs. 240/06). Tale aumento stabilito dalla legge, pur in forma insufficiente, chiariva che un progetto del genere non poteva essere realizzato con dotazioni organiche insufficienti ma che avrebbe necessitato di un potenziamento delle stesse.
Con lo schema di regolamento si propongono ristrutturazioni e accorpamenti di direzioni generali a livello centrale, ma non è dato sapere quali attribuzioni di risorse saranno destinate alle direzioni generali decentrate. Si consideri che quel previsto aumento di organico di 160 unità disposto dal D.lgs 240/06 si basava su una dotazione organica fissata per il DOG in circa oltre 47.000 unità. Oggi in base alla legge 133/08 si presenta una dotazione organica di 44.000. E’ evidente che per queste nuove strutture che avranno in forma prevalente compiti complessi connessi all’espletamento dell’attività giudiziaria sul territorio non è stata operata alcuna previsione di adeguato fabbisogno.
Si ritiene che l’efficienza non passi attraverso tagli alle dotazioni organiche, come invece sembra indicare la relazione allo schema di regolamento, ma debba prevedere un giusto equilibrio fra politiche degli organici e organizzazione. La previsione della sostituzione del personale cessato dal servizio nel rapporto 1 a 10 contenuta nella legge 133/08 non risponde alla necessità di investimenti per un rinnovamento e ringiovanimento di sistemi e metodi di lavoro e costituzione di nuove strutture amministrative.
Dunque resta da capire come un progetto del genere possa venire attuato in condizioni di mancanza di risorse e di personale come quelle attuali, per far fronte alle quali ad oggi non è stata data alcuna risposta concreta dall’Amministrazione.
Grave operazione è il passaggio da 16 a 9 delle direzioni regionali previste dall’art. 6 D lgs 240/06. E’ evidente che tale passaggio è dovuto a un taglio delle posizioni dirigenziali, sempre riconducibili alla legge 133, e finalizzato altresì a una mera riduzione dei costi: infatti o a suo tempo la legge ha fatto una previsione sbagliata o adesso sta sbagliando l’Amministrazione, in quanto non ha dato alcuna giustificazione plausibile a questo dimezzamento delle direzioni regionali.
La conseguenza di ciò è che si accorpano regioni di importanza a elevata densità di circoscrizioni giudiziarie in una unica direzione regionale così da costituire mega-strutture come quella di Milano o quella prevista per il Triveneto nell’ambito delle quali si perdono gli eventuali benefici del decentramento.
Suscita dubbi il mancato riconoscimento di esigenze di autonomia delle regioni a statuto speciale, che fatta eccezione per la Sicilia, vengono tutte accorpate (Sardegna, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Valle d’Aosta), con le conseguenze nefaste che ne derivano.
In merito agli accorpamenti poi non sono chiari i criteri perché si individua nella Calabria una singola Direzione e si accorpano regioni come il Piemonte, Valle d’Aosta, la Liguria e parte della Toscana alla Lombardia.
Per quanto concerne le competenze rileviamo che nelle aree funzionali previste dalla delega per il decentramento non rientrano le spese di giustizia, mentre altre funzioni che, in base alla delega avrebbero potuto essere decentrate, restano in capo all’amministrazione centrale: questo ad esempio materia di contrattazione integrativa inerente funzionalmente la materia della gestione del personale e della formazione. Si rammenta che il CCNL Comparto Ministeri prevede un’articolazione decentrata in materia di relazioni sindacali nella parte in cui prevede che
“Ove il modello organizzativo delle Amministrazioni preveda articolazioni di livello regionale o interregionale, la contrattazione di cui al presente punto A si svolge anche presso tali strutture in un’apposita sessione negoziale con i medesimi soggetti, tempi e procedure previsti per il livello nazionale, limitatamente alle materie relative alla gestione delle risorse dei fondi, alla mobilità e alla formazione, specificatamente demandate a tale sede.”( v. art. 4, comma 3, lett. A) del CCNL del 16 febbraio 1999, come integrato dall’art. 4 comma 5 CCNL del 14 settembre 2007:
Non si capisce poi perché si debba mantenere la struttura della Direzione Generale del Personale al Ministero solo per il personale dell’Amministrazione Centrale e della Cassazione, svuotandola dei compiti che prima riguardavano la gestione del personale di tutta Italia e rendendo così la gestione del personale del Lazio maggiormente parcellizzata e in capo a due Direzioni.
Il provvedimento è inoltre poco chiaro per quanto attiene la ripartizione di competenze relative ai sistemi informativi automatizzati: mentre si ribadisce il livello di responsabilità in capo al direttore generale in base all’art. 10 d lgs.39/93 si imputa al Capo Dipartimento del DOG lo svolgimento dei compiti attribuiti al centro di competenza previsto dall’art. 17 D lgs 7 marzo 2005 n. 82, composto anche dai dirigenti delle strutture informatiche e responsabili della pianificazione dei progetti informatici.
Si interviene sul principio di separazione tra compiti di direzione politica e di direzione amministrativa, di distinzione tra indirizzo e controllo, e attuazione e gestione, principio indicato nella legge delega n. 421/92 (v. art.2) e incardinato nel D.lgs 165/01 (v.art. 4). Lo schema di regolamento intacca l’autonomia del dirigente nella gestione delle risorse finanziarie ridisegnando i poteri in ordine ai fondi destinati ai programmi di informatizzazione: viene infatti eliminata la previsione dell’art 6 del DPR 55/01 secondo la quale il dirigente generale opera con autonomia di bilancio in ordine ai fondi destinati ai programmi di informatizzazione “che gestisce con autonomia tecnica secondo le indicazioni della conferenza di cui al comma 2”. Con ciò si rischia di appesantire l’azione amministrativa con maggiori vincoli a discapito delle finalità di economicità, speditezza e rispondenza al pubblico interesse (v.art. 2 L 421/92)
Il regolamento fa riferimento alle risorse e al personale dei CISIA come strutture trasferite alle direzioni generali regionali: non è chiaro attraverso quali modalità si coordinerà sul piano periferico la programmazione, progettazione, sviluppo e gestione dei sistemi informativi automatizzati, competenze che restano in capo alla struttura dell’amministrazione centrale.
Nel complesso se da un lato si decentra dall’altro si accentrano competenze verso funzioni del Capo Dipartimento che include competenze dirette nella pianificazione dei progetti informatici attraverso il centro di competenza integrato da dirigenti, strutture informatiche e responsabili.
Andrebbe anche chiarito il ruolo e l’autonomia dei dirigenti delle strutture informatiche: gli stessi sono inseriti nelle direzioni generali regionali, sono in relazione funzionale con il responsabile per i sistemi informativi automatizzati, compongono il centro di competenza di cui all’art. 17 D.lgs. n. 82/05 . L’intersecarsi di strutture e di livelli decisionali può inficiare quel profilo di autonomia tecnica che necessita per un’efficace azione di gestione dei progetti di profilo nazionale per l’automazione dei servizi oggetto dei piani di programmazione triennali.
Giustizia Minorile
Per quanto attiene al Dipartimento per la giustizia minorile viene proposta un’architettura organizzativa che non produce i risparmi richiesti dalla Legge 133 e produce confusione ed inefficienza: al Dipartimento vengono tolte le competenze sulla gestione del personale e dei beni e servizi e sul trattamento dei minorenni che vengono demandati al Dipartimento dell’Organizzazione Giudiziaria.
Non solo, nella proposta del ministero, il personale civile della struttura centrale viene gestito dalla Direzione Generale del Personale del DOG, mentre il personale civile dei Centri per la Giustizia Minorile e dei Servizi dipendenti viene gestito dalle costituenti Direzioni regionali od interregionali del DOG, competenti per territorio, a cui viene peraltro demandata tutta l’organizzazione dei servizi. Per semplificare l’organizzazione è stato anche previsto che il personale del comparto sicurezza del DGM, polizia penitenziaria ed alcuni funzionari a cui è stato riconosciuto dal Consiglio di Stato il diritto ad accedere al trattamento previsto per i dirigenti penitenziari ed i connessi beni e servizi, venga gestito a livello centrale dal Dipartimento per l’ Amministrazione Penitenziaria e a livello periferico dai Provveditorati Regionali della stessa Amministrazione degli adulti.
I Centri per la Giustizia Minorile, la prima articolazione effettivamente decentrata del Ministero della Giustizia, in questo quadro sono soppressi e tutta la materia concernente il trattamento dei minori sottoposti a misura penale, compresa finanche la compilazione delle tabelle vittuarie per i minorenni ristretti negli istituti penali per i minorenni, è trasferita nella competenza delle articolazioni regionali del DOG.
E’ stata, inoltre, prevista a livello centrale una fantomatica direzione generale che deve assumere in se le materie relative alla formazione del personale – nella formulazione proposta di competenza delle articolazioni periferiche del DAP e del DOG – delle autorità centrali e delle relazioni internazionali.
Rispetto a questo, così come già accaduto in precedenti occasioni, dobbiamo esprimere la nostra ferma contrarietà. La giustizia minorile costituisce uno dei pochi organismi di eccellenza del Ministro della Giustizia: ha prodotto innovazione – non è un caso che quasi tutte le misure recentemente proposte dal Ministro della Giustizia per la riforma della procedura penale vengano ormai da oltre un decennio utilizzate con successo dall’ordinamento minorile – e soprattutto ha raggiunto il suo obiettivo istituzionale, cioè la riduzione della recidiva, ricordiamo che la carcerizzazione dei minorenni è ormai residuale in virtù dell’efficacia delle misure sostitutive ed alternative previste e della specializzazione del personale che al sostegno di tali misure partecipa. La giustizia minorile, in questo senso fa prevenzione e contribuisce alla produzione di risparmio, evitando l’uso di risorse che altrimenti dovrebbero essere destinate ai contesti carcerari degli adulti.
Esprimiamo la nostra ferma contrarietà al disegno di riorganizzazione della giustizia minorile proposto dal ministero, perché la giustizia minorile, avendo ormai acquisito tutte le previsioni proposte dai trattati internazionali costituisce per l’Italia un alto elemento di civiltà giuridica ed un modello organizzativo sempre più adottato dalle altre nazioni.
Noi siamo convinti che uno stato che intenda proteggere i giovani non dovrebbe risparmiare sulle strutture che dei giovani si occupano, soprattutto su quelle che operano in settori delicati quali sono i contesti della devianza giovanile, siamo, infatti, sicuri che quanto speso per la giustizia minorile costituisce un investimento e un risparmio per il futuro.
Si potrebbero, comunque, ottenere gli stessi risparmi mantenendo l’unicità nella gestione e la salvaguardia della specializzazione del Dipartimento per la Giustizia Minorile – anche il Ministro della Giustizia il 26 novembre in sede di audizione nella Commissione Giustizia della Camera dei Deputati ha dichiarato “di essere contrario all’incorporazione” dei servizi del DGM in altri organismi del Ministero – prevedendo che la seconda direzione generale del dipartimento si occupi dei beni e del personale della giustizia minorile, ulteriori risparmi effettivi potrebbero sicuramente derivare dalla riorganizzazione territoriale e quindi da una riduzione dei Centri per la Giustizia Minorile.
Archivi Notarili
Gli Archivi Notarili, fino ad oggi una direzione totalmente autonoma, hanno una loro specificità per i compiti svolti.
In questi anni gli Archivi hanno potuto migliorare i risultati dimostrandosi un’Amministrazione con un bilancio in attivo e ciò è stato possibile soprattutto alla loro autonomia che ha permesso una gestione elastica sia di piccoli problemi che grandi emergenze, con ottime conseguenze con il rapporto con l’utenza.
Si segnala inoltre che il personale degli Archivi in questi anni ha acquisito una formazione di alto livello e altamente specializzata.
La proposta contenuta nel progetto di riorganizzazione stravolge questa amministrazione privandola di una Dirigenza autonoma, e accorpandola alla Direzione degli Affari di Giustizia che avrebbe in questa maniera funzioni di vigilanza attraverso l’esercizio anche di poteri ispettivi.
L’Ufficio Centrale degli Archivi sarebbe dunque sotto la vigilanza ed il controllo del Capo Dipartimento DAG in materia di coordinamento di tutti gli archivi del territorio nazionale.
Anche in questo caso si prende un’amministrazione virtuosa, fino ad oggi un esempio per il buon funzionamento della pubblica amministrazione, le si toglie autonomia nonostante la sua specificità, semplicemente in conseguenza di tagli indiscriminati alle posizioni dirigenziali, e non al fine di una seria riorganizzazione.
CONCLUSIONI
Questo schema di riorganizzazione è a nostro avviso farraginoso, pasticciato e assolutamente inadeguato per un serio progetto di decentramento come era nello spirito della legge.
Per una politica di risparmio miope si tende ad accorpare la gestione di dipartimenti assolutamente diversi con delle importanti specificità, creando un’Amministrazione ancora più complessa e disordinata, e certamente meno funzionante.
Si rischia di peggiorare il lavoro ed il servizio reso alla cittadinanza in un settore così delicato come quello della giustizia, del trattamento minorile e degli archivi notarili.
Crediamo che sia opportuna una profonda analisi e un nuovo schema di riorganizzazione che abbia come finalità la resa di un servizio efficace per i cittadini.
Roma, 24 febbraio 2009
COMUNICATO
AUDIZIONE SENATO COMMISSIONE DIFESA del 21 APRILE 2009
DIFESA SERVIZI S.P.A.
Come preannunciato oggi si è tenuta l’audizione in senato sulla costituzione Difesa S.p.A., dopo una breve introduzione del presidente della Commissione Difesa Senato Sen. Cantoni, il Segretario Generale della FPCGIL Carlo PODDA ha evidenziato la posizione della nostra organizzazione rispetto al ddl governativo.
SIAMO CONTRARI AL PROGETTO di privatizzazione delle funzioni del Ministero della Difesa per la mancanza di controllo parlamentare.
Il provvedimento non contiene l’individuazione di quali saranno i compiti e le attivita’ della S.p.A. né l’ambito rispetto al quale diviene unica “Centrale di Committenza”.
Sostanzialmente si individua una sorta di “Consip Difesa”, non si capisce perché questo avvenga solo per il Ministero della Difesa e non per tutte le pubbliche amministrazioni.
Perche’ una S.p.A. per la gestione del patrimonio immobiliare della Difesa quando esiste già, in proposito, una legge dello Stato?
Probabilmente per gestire un patrimonio immobiliare che si aggira intorno ai quattro miliardi di euro, il cui programma di vendita e permuta e’ stato presentato dal Ministero recentemente a Cannes.
Nulla viene detto rispetto al futuro e alle tutele del personale civile della Difesa conseguente alla costituzione della Difesa S.p.A.
Siamo di fronte ad una norma che attribuisce ad un consiglio di amministrazione, una delega molto ampia che normalmente dovrebbe esercitare il governo.
Si affidano competenze di “house providing” quando è noto che la normativa europea vieta l’affidamento di “servizi pubblici” a societa’ in house.
Abbiamo richiamato i componenti della Commissione ad un’attenzione su tale operazione che comporterà una lievitazione dei costi per la collettività, sia perché le società private sono soggette a un diverso regime fiscale, sia perché non sono previsti tetti al numero dei consiglieri di amministrazione né alle loro retribuzioni.
Siamo preoccupati per la possibilità prevista nel disegno di legge che nei siti militari si possa produrre energia elettrica poiché si sfuggirebbe a qualunque controllo di quel territorio da parte delle istituzioni locali.
Infine abbiamo chiesto che si attivi la contrattazione sulle ripercussioni sul personale civile, nel caso che il governo persista su un progetto che riteniamo sbagliato e pericoloso per la democrazia di questo paese.
FP CGIL DIFESA
Noemi Manca
Il punto sulla costituzione della DIFESA SERVIZI SPA
di Noemi Manca, coordinatrice naz. FP CGIL Ministero Difesa
Il 25 maggio 2009 l’Amministrazione ci ha convocato per una riunione che vedeva all’ordine del giorno:
* Verbale d’intesa su nuova organizzazione dell’area medico-legale;
* Direzioni provinciali di elevate dimensioni: trattamento economico direttori;
* Nuove figure professionali apicali;
* CCNI 2009.
Per quanto riguarda il secondo, terzo e quarto punto la riunione è stata aggiornata al giorno 26 maggio, per indisponibilità dell’Amministrazione a proseguire la riunione nella stessa seduta.
Abbiamo quindi discusso e argomentato solo sul primo punto riguardante la nuova organizzazione dell’area medico-legale.
La nuova organizzazione nasce in particolare dall’esigenza di conciliare la riduzione dell’organico della suddetta Area dovuta alla legge 133/08, con l’affidamento all’Inps anche dei compiti riguardanti l’invalidità civile che si è ulteriormente amplificato, a seguito della disposizione prevista dalla già citata legge, con l’introduzione di visite straordinarie da effettuarsi entro l’anno.
Stante l’attuale situazione si è quindi provveduto a rivedere il modello organizzativo strutturandolo su due livelli con il rafforzamento di alcune strutture subprovinciali e il superamento di alcuni CML con bassi carichi di lavoro rispetto al valore percentuale medio nazionale.
E’ previsto il superamento della previsione del Coordinatore Medico Legale responsabile dei Centri medico legali polispecialistici e la conservazione della funzione svolta dai Coordinamenti regionali nell’ambito delle funzioni affidate al Coordinatore Provinciale della sede capoluogo di regione o anche dal Coordinatore Provinciale di altra sede della medesima Regione.
Il nuovo modello vede quindi una riduzione delle fasce funzionali nell’ambito dei medici di II livello che passano da quattro a tre.
Per quanto riguarda invece i medici di primo livello sono confermate le due fasce funzionali:
* responsabile di modulo
* responsabile di attività di supporto e collaborazione.
La novità è che finalmente si da’ maggior rilievo al dirigente medico di I livello, assicurando posti funzione di responsabile di modulo a cui far corrispondere una maggiore indennità economica.
Si ribadisce, così come già previsto dal CCNL, la possibilità di ricorrere allo straordinario retribuito, nonché si riconosce al personale dell’area medica dell’Istituto l’importanza della sua partecipazione in materia di contenzioso giudiziario. Quest’ultimo punto sarà oggetto di successivo approfondimento entro il 30 giugno 2009.
Riguardo l’orario di lavoro, finalmente, come da noi richiesto da tempo, abbiamo ottenuto da parte dell’Amministrazione il giusto riconoscimento al Dirigente Medico Legale della sua elevata specificità professionale e una piena flessibilità d’orario, intesa a superare i precedenti vincoli imposti dall’Amministrazione, al fine di garantire le maggiori incombenze Istituzionali.
Riteniamo che la nostra adesione al documento porterà ad una nuova organizzazione del lavoro più rispondente alle esigenze attuali, valorizzando la figura del Dirigente Medico che ha sempre operato nell’interesse dell’Istituto. Non da meno sarà soddisfatta la necessità di avvicinamento delle strutture ai cittadini, con il previsto rafforzamento delle strutture operative.
Naturalmente la firma del documento, rappresenta il primo passo per risolvere gli annosi problemi che sono in attesa di adeguata soluzione.
In tutto ciò, sorprende la mancata adesione da parte dell’unica organizzazione sindacale che non ha inteso firmare il documento, rimanendo arroccata nella difesa di particolarismi oramai obsoleti, senza percepire la complessiva portata innovativa della nuova organizzazione, intesa a valorizzare la figura del dirigente medico.
Roma 27/05/2009
CGIL CISL UIL
CIARROCCHI ALLEGRINI PETRICCA
REALI MAGNELLI CIOCCIA
ASSOCIAZIONE NAZIONALE MAGISTRATI
Giunta Distrettuale di Milano
Milano, 10 dicembre 2009
Al personale amministrativo
Alle rappresentanze sindacali
Rivolgiamo un saluto a tutti i lavoratori del settore giustizia ed ai rappresentanti sindacali riuniti oggi in assemblea.
Siamo consapevoli che la preoccupante crisi di funzionalità degli uffici giudiziari ha effetti negativi sulla credibilità dei magistrati e del personale amministrativo da tempo e sempre più frequentemente indicati all’opinione pubblica quali unici responsabili delle disfunzioni del sistema.
Ma siamo anche fortemente convinti che è proprio grazie all’impegno ed ai sacrifici dei dipendenti pubblici addetti al settore giustizia che è ancora possibile garantire – seppure con gravi difficoltà – un servizio dignitoso ai cittadini italiani.
Ma sino a quando?
La carenza degli organici, aggravata dai pensionamenti e dal blocco di nuove assunzioni, costituisce una delle cause della ” non ragionevole durata dei processi”.
Non possiamo rassegnarci ad un sistema il cui il nostro impegno e la nostra professionalità risultano frustrati dall’impossibilità per il personale amministrativo di compiere in tempi rapidi gli adempimenti di cancelleria e di curare adeguatamente i servizi connessi all’esercizio della giurisdizione.
Occorrono, quindi, riforme vere che abbiano quale finalità l’effettivo funzionamento della giustizia e che non possono prescindere dallo stanziamento di risorse finanziarie adeguate.
Ci auguriamo, quindi, che la manifestazione odierna possa contribuire a sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sulla necessità di interventi urgenti diretti a migliorare le condizioni di lavoro dei dipendenti senza mortificarne le professionalità.
Vi esprimiamo forte la nostra solidarietà e la nostra fiducia.
Per la Giunta Distrettuale ANM – Sezione di Milano
Il Presidente
Angela Scalise
COMUNICATO FPCGIL DIFESA FINALMENTE SI PARLA DI DIFESA SPA COME PERICOLO!!!!!!!!!
ORA CHE ARRIVA IN PRIMA PAGINA … FORSE CI SI RENDERA’ CONTO DELLA PERICOLOSITA’ DELLE NOSTRE DENUNCE!!!!!
PERICOLO DI PRIVATIZZAZIONE DI FUNZIONI DELLO STATO CHE SECONDO COSTITUZIONE, E SECONDO NOI, DEVONO RESTARE FUNZIONI PUBBLICHE.
POSSIBILITA’ DI PRODURRE ENERGIA NUCLEARE IN SITI MILITARI. UTILIZZO DI STRUTTURE MILITARI PER FINI DIVERSI DA QUELLI ATTRIBUITI ALLA FUNZIONE DIFESA?
ACQUISTI SENZA CONTROLLO PUBBLICO? PARLAMENTO SVUOTATO DELLE SUE PREROGATIVE DI CONTROLLO SU PROPOSTE DI LEGGE, APPROVAZIONE DELLA COSTITUZIONE DI DIFESA SPA CON EMENDAMENTO ALLA FINANZIARIA.
ORA E SENZA PERDERE TEMPO… BISOGNA CHIEDERE IL COINVOLGIMENTO DI TUTTE LE FORZE POLITICHE PRIMA CHE LO STATUTO DELLA SPA VENGA APPROVATO!!!!!
SE ALLA DIFESA SERVONO RISORSE, PERCHE’ NON UTILIZZARE NORME GIA’ PRESENTI COME FATTO PRESENTE DALLA FP CGIL DIFESA?
ROMA, 1 FEBBRAIO 2010
FP CGIL DIFESA
NOEMI MANCA
email del 13.05.2010
Gentili Signore, Egregi Signori,
come da accordi intercorsi per le v.b., con la presente si conferma che la sessione informativa periodica, a tavoli separati, prevista per il giorno 26 maggio 2010 è stata posticipata al giorno 9 giugno p.v..
L’attività si terrà nel giorno indicato dalle ore 09.00 fino alle 12.55 circa presso la Sala riunioni dell’Ufficio Mobilità del IV Reparto Logistico dello SME (Palazzo Esercito, 5° piano – stanza 125).
Ove fosse possibile procedere all’incontro si riportano, di seguito, le modalità di svolgimento dell’attività unitamente all’agenda di riunione.
Modalità di svolgimento della riunione:
09.06.2010 dalle ore 09.00 alle ore 09.45 con l’O.S. RdB-CUB/PI.
09.06.2010 dalle ore 09.50 alle ore 11.15 con le seguenti OO.SS. : FP CGIL, CISL FP, UIL PA.
09.06.2010 dalle ore 11.20 alle ore 12.05 con l’O.S. FLP Difesa.
09.06.2010 dalle ore 12.10 alle ore 12.55 con l’O.S. UNSA/SIAD.
Restano validi gli argomenti di prevista trattazione, di seguito riepilogati, e la scheda informativa comunicati/inviati con l’email a seguito.
Argomenti di prevista trattazione:
Riconfigurazione del Reparto alla sede della Caserma Dalla Bona (Verona);
provvedimenti di riconfigurazione dell’Area Territoriale;
riorganizzazione della base logistico-addestrativa di Nuoro e Soggiorno Militare di Palau;
soppressione dei Nuclei Informativi al Pubblico;
accentramento su un’unica sede del Rgt. Sostegno Materiali Speciali di Montorio -VR;
razionalizzazione dell’Istituto Geografico Militare (FI);
riorganizzazione del Policlinico Militare del Celio (Roma).
In attesa di un cenno di riscontro/conferma, Vi saluto cordialmente.
Col. Fabio GIAMBARTOLOMEI
______________________________________
Magg. f. (alp.) spe RN Franco DEL FAVERO
Stato Maggiore dell’Esercito
Reparto Pianificazione Generale e Finanziaria
Ufficio Organizzazione delle Forze – 2^ Sezione
Palazzo Esercito
Via XX Settembre 123/A
00187 ROMA
Il Giudice del Lavoro di Torino, con decreto del 2 Aprile del 2010, condannava la Direzione Regionale INPS del Piemonte per violazione dell’articolo 28 della Legge 300 del 1970 su sei punti denunciati dalle Organizzazioni Sindacali. Decreto importante per i ricorrenti (FP CGIL – CISL FP – UILPA – FIALP CISAL – RdB), rappresentati dall’Avvocato Guglielmo DURAZZO, che vedevano riconosciute le proprie ragioni, ma importante anche, e soprattutto, perché riconosceva la preminenza delle norme contrattuali rispetto alle previsioni della cosiddetta Legge Brunetta e ad una sua affrettata e zelante applicazione.
L’INPS, nella persona del Presidente, ricorreva in appello avverso la decisione, argomentando in maniera sostanzialmente diversa dalla prima memoria, che i comportamenti tenuti nell’ambito delle relazioni sindacali erano stati rispettosi del CCNL di Comparto. La stessa INPS non rinunciava, però, a rivendicare l’ applicazione della cosiddetta Legge Brunetta.
Con sentenza d’appello il Tribunale di Torino, Sezione Lavoro, ha nuovamente condannato l’INPS ad eccezione di uno dei punti in contestazione (richiesta di concertazione formalizzata in ritardo da parte delle OO.SS), confermando tutti gli altri 5 punti oggetto del ricorso. Viene, nella sostanza, ribadito il contenuto del decreto del 2 aprile scorso, con tutte le positive implicazioni rispetto al lavoro sindacale ed alla esigibilità delle norme contrattuali.
La sentenza, che sarà pubblicata entro 60 giorni, chiarirà nel dettaglio le motivazioni alla base del giudizio. Per ora non possiamo che dirci soddisfatti circa l’esito della vicenda. Due ultime considerazioni sono, però, doverose. La prima è relativa al cammino comune che le Organizzazioni Sindacali, pur tra le molteplici diversità, hanno intrapreso. Cammino che speriamo non si interrompa. La seconda riguarda nello specifico l’INPS ed il suo Presidente. Due condanne per comportamento antisindacale consiglierebbero ben altro approccio ai problemi che riguardano il personale e l’organizzazione dei servizi. La complessità della gestione di un Ente così importante, in un contesto socio-economico qual è la regione Piemonte, richiede il massimo coinvolgimento e condivisione delle parti sociali. Auspichiamo che l’INPS, riscoprendo le sue migliori tradizioni, sappia tradurre in positivo le decisioni della Magistratura.
Torino, 30 giugno 2010
FP CGIL Torino
il Segretario Organizzativo
Dante AJETTI
FP CGIL Piemonte
Segreteria Regionale – Funzioni Centrali
Roberto GALASSO
Decreto Interdirigenziale del Ministero della Giustizia, di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze datato 27/09/2010 su adeguamento indennità di trasferta spettante agli Ufficiali Giudiziari.
FP CGIL CISL FP UIL PA FIALP CISAL UGL RDB
CUB F.N.P. CONFSAL UNION QUADRI
A tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori della CONI SERVIZI SpA
Il giorno 28 marzo u.s. ha avuto luogo l’incontro delle OO.SS con l’azienda. convocato già da tempo, ed avente per unico oggetto il nuovo contratto Collettivo di Lavoro per tutti i dipendenti della Coni Servizi spa e delle Federazioni Sportive.
L’Azienda ha consegnato al tavolo un documento riguardante le linee guida sull’articolazione del nuovo orario di lavoro e ha indicato i criteri generali sui quali la stessa Azienda intende impostare il nuovo contratto; criteri che spesso sono rivolti a ridurre il costo del personale.
Sul documento e sulle linee guida proposte per il nuovo contratto, le Organizzazioni Sindacali si sono riservate di valutare ed approfondire la materia dell’orario di lavoro, ritenendo fin da ora negativo l’intento dell’Azienda di ridurre il costo del lavoro. Infatti non è accettabile che, a fronte di una eccessiva flessibilità richiesta in tema di orario di lavoro, non sia previsto e nemmeno ipotizzato un adeguato riconoscimento economico.
Congiuntamente all’Azienda è stato ipotizzato, qualora sussistano le condizioni per farlo, di chiudere, in occasione delle riunione già programmate per il 5 e 6 aprile p.v., il tema della ridefinizione dei profili professionali del personale in servizio.
Successivamente alle riunioni del 5 e 6 aprile, tenuto conto dell’esito delle stesse, sarà convocata un’assemblea di tutto il personale nella quale verranno rappresentati i termini della trattativa al fine di poter approfondire e discutere l’eventuale ipotesi di accordo.
Roma, 29 marzo 2007
FP CGIL
CISL FP
UIL PA
FIALP CISAL
UGL
RDB CUB
F.N.P.
CONFSAL
UNION QUADRI