COMUNICATO STAMPA
di Antonio Crispi Segretario Nazionale Fp Cgil
L’ITC INPDAP: meno esternalizzazione e più servizio
Il 10 marzo scade il bando per il “potenziamento” del Sistema Informatico Inpdap che, dal 2004 ad oggi, ha comportato per l’Istituto un costo di più di 400 milioni di Euro- senza considerare le varie consulenze annesse.
Riuso di software Inps e reingegnerizzazione di software già operativi devono, adesso, secondo questa nuova gara, essere messi a disposizione degli utenti.
Peccato che nonostante gli ingentissimi costi per l’esternalizzazione dell’intero progetto, gli svariati corsi di formazioni fatti, e lo sforzo organizzativo messo in piedi, gli applicativi hanno grossi problemi di funzionamento con il rischio di ripercussioni enormi sul servizio.
E’ allarmante il fatto che un modulo prestampato per l’indicazione delle problematiche riscontrate è stato distribuito ai lavoratori solo ora che gli applicativi sono già in esercizio.
I collaudi, le sperimentazioni, le mille modifiche per le lavorazioni specifiche, a nulla sono valse se a regime il sistema non riesce a garantire, molto banalmente, pensioni, prestiti e Tfr.
Eppure oggi i livelli di reddito dei lavoratori, quelli dell’Inpdap inclusi, sono determinati dal numero di pratiche evase e la risposta in tempi brevi è considerata, a ragione, dagli utenti una parte essenziale del servizio.
Su chi ricade, allora, il malfunzionamento e l’ingestibilità delle tecnologie? Certo non sulle società esterne che si sono succedute a suon di milioni nella conduzione degli appalti.
In un’ epoca in cui la gestione della previdenza pubblica è ritenuta una spesa da tagliare l’Inpdap non può permettersi, ad avviso della FPCGIL, una conduzione così superficiale e pressappochista dell’ITC che è, e rimane, invece, una delle principali leve strategiche per un’azione soddisfacente in termini di efficienza e qualità del servizio.
Roma, 2 febbraio 2010
Ai delegati ed eletti RSU Fp Cgil
MINISTERO DELLA DIFESA
Vi allego la convocazione relativa alla contrattazione del FUA 2009, tale convocazione fa seguito alla riunione del 24.2.2010 (vi riallego il comunicato del 25.2.2010), per confermare la nostra posizione al tavolo della trattativa, ribadendo che la FPCGIL Difesa si farà carico di chiedere in quella sede la situazione delle somme a disposizione del FUA 2009 con la distinzione chiara delle SOMME CERTE e VARIABILI, perché in conseguenza delle comunicazioni che riceveremo, potremo ipotizzare lo stanziamento di parte delle somme certe allo sviluppo economico.
Roma, 04 Marzo 2010
FPCGIL DIFESA
Noemi Manca
INCONTRO 14/9/2010 PERSOCIV
In data odierna presso la Direzione Generale del Ministero della Difesa si è svolto un incontro nel quale il Direttore Dott.sa Preti ci ha informati del rilievo effettuato dal Dipartimento della Funzione Pubblica, che di fatto sospende l’iter previsto per la certificazione dell’ accordo sui passaggi economici ( CCNI ).
Nel rilievo l’organo certificatore ha evidenziato che i contenuti del citato accordo non sono afferenti al Decreto 150 ( Norma Brunetta) in quanto non sufficientemente improntati al merito e alla selettività.
Nello specifico è stato evidenziato come i criteri previsti per determinare l’ Esperienza Professionale sono troppo referenti alla mera anzianità di servizio, inoltre si precisa che tutta una serie di istituti contrattuali ( organizzazione del lavoro, sistema di valutazione, formazione professionale…) ancora in via di definizione non sono più oggetto di contrattazione sindacale, ma a norma del citato Decreto sono di esclusiva pertinenza dell’ Amministrazione.
Gli effetti del Decreto 150/09 cominciano a sortire drammaticamente i propri effetti, diviene purtroppo sempre più evidente perché la Nostra Organizzazione sin da subito ha voluto opporsi a tutta una serie di normative che penalizzano tutti i lavoratori del Pubblico Impiego senza di contro aumentarne la propria efficacia ed efficienza.
In questi giorni effettueremo le necessarie modifiche al dispositivo reiterando la richiesta di certificazione agli organismi competenti, l’eventuale mancata certificazione significherebbe una ulteriore penalizzazione che andrebbe a sommarsi a quella già prevista per gli anni che vanno dal 2011 al 2013 dove giova ricordare non è previsto alcun rinnovo contrattuale.
Roma li, 14.09.2010
Per la Delegazione Trattante
Giorgio Lucci
IL Coordinatore Nazionale F.P. Difesa
Noemi Manca
Pubblichiamo i files relativi alle informazioni ricevute dal Gabinetto del Ministro aventi ad oggetto la direttiva sul sistema di valutazione e il piano di reimpiego di Candiolo- SM.E.
Roma, 29 dicembre 2010
A tutto il personale
E’ imminente l’arrivo presso tutte le sedi della comunicazione dell’Avvocatura Generale sull’accordo inerente l’utilizzo del residuo FUA 2006, che tutte le OO.SS. tranne la scrivente hanno sottoscritto con l’Amministrazione il 25/10 u.s.
E’ inutile tornare sulle ragioni della nostra scelta, perché ormai sono arcinote a tutti. Riteniamo però opportuno indicarvi quello che secondo noi sarebbe il percorso più logico e coerente da seguire nelle singole sedi dai rappresentati locali della nostra O.S., a fronte della convocazione da parte degli avvocati distrettuali per la contrattazione dell’utilizzo delle quote FUA di competenza.
Anzitutto, è opportuno che a tali riunioni partecipi un rappresentante della segreteria territoriale FP–CGIL; ciò per sottolineare ed evidenziare con il massimo dell’incisività alla parte pubblica (l’avvocato distrettuale) che quell’accordo del 25/10/06 ha di fatto privato del potere contrattuale le OO.SS. territoriali, la RSU e – per la parte pubblica – lo stesso avvocato distrettuale; tale potere contrattuale e l’autonomia che lo caratterizza discendono direttamente dal CCNL 1998/2001 (art. 4 e art. 8) e sono puntualmente ribaditi dal CCNIL 10/10/2000 e dallo stesso accordo del 25/10/2006.
Partendo da tale inconfutabile e palese delegittimazione, il nostro obbiettivo dev’essere quello di riaffermare quell’autonomia decisionale che è propria del livello territoriale, cercando di coinvolgere al massimo le varie componenti della RSU, le OO.SS. provinciali e – se possibile – la stessa parte pubblica, facendo leva sulla considerazione che i soggetti del singolo posto di lavoro, OO.SS. e Avvocato distrettuale, sono quelli che meglio conoscono peculiarità ed esigenze del proprio ufficio e perciò sono stati indicati dai vari contratti di lavoro come gli unici legittimi titolari della contrattazione integrativa locale.
Se tale posizione raggiunge un consenso maggioritario fra le parti, si potrà legittimamente discostarsi da quanto deciso a Roma con l’accordo del 25/10, e decidere di utilizzare in modo diverso i fondi attribuiti alla propria sede, con l’unico vincolo – ovviamente – di non spendere una cifra maggiore di quella destinata.
Se poi non riusciste in alcun modo ad ottenere quanto sopra, è ovvio che la nostra O.S. non potrà, a livello locale, discostarsi dalla linea attuata a livello centrale, e quindi non dovremo firmare alcun accordo di sede che recepisca quello del 25/10; anzi: in quella ipotesi, dovremo invitare tutti i colleghi a presentare domanda di partecipazione ai progetti che venissero decisi (che comunque dovranno essere puntualmente individuati), e dire chiaramente che non esiste alcun obbligo di presenza pomeridiana per lo svolgimento degli stessi.
Insomma: occorre contrastare, ognuno nella propria sede, in base alla rappresentatività locale e al consenso che su questo tema si riuscirà a raggiungere, gli effetti di un accordo assurdo e inattuabile, anche per evitare che vada a costituire un pericoloso precedente, legittimando il tavolo nazionale a decidere su questioni riservate ad altri; oggi è successo col FUA, domani potrebbe essere l’orario di lavoro, e via dicendo. Contiamo dunque sulla vostra forte e convinta partecipazione a questa battaglia, anche con iniziative ulteriori che riteniate utili e opportune; è in gioco l’interesse di tutti, oltre che – ancora una volta – il rispetto delle regole.
Roma, 7 novembre 2006
LA DELEGAZIONE TRATTANTE NAZIONALE FP CGIL
AVVOCATURA DELLO STATO
FP–CGIL CISL-FPS UIL–PA
Coordinamenti Nazionali
MINISTERO DEL LAVORO
NON SOPPORTIAMO PIU’
LA NOSTRA LOTTA SARA’ INFLESSIBILE
Roma, 22 Marzo 2006
FP–CGIL Giuseppe Palumbo
FP–CISL Immacolata Dui
UIL–PA Fabrizio Di Lalla
Nella riunione del 13/4/2007 l’Amministrazione ha presentato le sue linee guida ispiratrici del contratto integrativo di ente 2007, elaborato sulla scorta del piano di indirizzo strategico del CIV e del C.d.a ed ai successivi obiettivi operativi che saranno assegnati con Determinazione/Circolare del Direttore Generale:
– Impulso a migliorare la qualità e la tempestività nell’erogazione delle prestazioni attraverso l’introduzione di performance di efficacia soprattutto nelle linee pensioni subito – tfs – piccoli prestiti e prestiti pluriennali;
– Messa a regime della gestione delle entrate (scrivania virtuale).
– Programma biennale con l’individuazione di piani produttivi tali da favorire il pieno raggiungimento di quanto programmato
– Definizione dei processi di riorganizzazione e di riconversione del personale della Direzione Generale individuato in applicazione dell’art. 1, comma 440 della legge finanziaria 2007 ;
– Coinvolgimento operativo della Direzione Generale nelle attività produttive delle strutture territoriali nell’ambito della programmazione generale anche attraverso progetti specifici che possono riguardare le pensioni, i riscatti, le ricongiunzioni, il TFR;
– Completamento dell’acquisizione delle competenze dell’Istituto (personale militare).
La Cgil ha formulato un convito apprezzamento in linea generale dei principi ispiratori del CCIE specie per quanto attiene la pruliennalità della programmazione, l’avvio coerente dell’applicazione del comma 400, ritenendo che queste linee siano coerenti con quanto definiti unitariamente dalle OOSS Confederali,auspicando tuttavia che non si ripetano su scala ridotta quanto si sta verificando a livello governativo sui rinnovi contrattuali, perché è notorio che la via per l’Inferno è lastricata di buone intenzioni. Ma noi siamo fiduciosi che ciò non accada.
Più specificatamente la Cgil chiede che già dalla prossima convocazione sia prodotto un documento più stringente che contenga:
l’ammontare del fondo
l’ approntamento del progetto di riorganizzazione in applicazione del comma 440 finanziaria 07, con il coinvolgimento di tutto il personale della Direzione Generale, dopo aver provveduto a rinforzare gli organici delle sedi territoriali di Roma,
varo della circolare con gli obiettivi operativi,
una più puntuale specificazione dei progetti speciali sia per quanto riguarda le risorse umane che economiche.
Per dare un aiuto concreto alla periferia, un nostro scopo prioritario e irrinunciabile, occorre definire progetti organici privi di qualsiasi estemporaneità, sulla scorta dei non travolgenti risultato del “progetto del TFR in direzione generale” per avventurarsi in settori molto più impegnativi come le pensioni e operando per dare a tutti i dipendenti della Direzione Generale carichi omogenei di lavoro.
Sulla programmazione ci aspettiamo che gli obbiettivi operativi siano il risultato di approntamento dei famosi “piani d’azione” concertati con i Responsabili di processo, così come viene sbandierato in tutti i documenti e di cui le RSU siano state portate a conoscenza.
Le linee guida non fanno nessun accenno ai progetti locali, né contiene accenni ai progetti Compartimentali.
Superata la fase emergenziale, durante la quale abbiamo accettato che di fatto essi venissero stabiliti dal TAVOLO NAZIONALE, oggi la Cgil è del parere che i Dirigenti e le RSU debbano riappropriasi pienamente delle loro competenze, secondo quando stabilito dall’art 5 ccnl 02/05 .
I soggetti deputati ai progetti locali sono essi con l’unico vincolo da rispettare che siano misurabili e quantificabili costituendo una parte della programmazione ordinaria.
Inoltre le linee guida non recano il minimo accenno allo sviluppo professionali nè sul sistema indennitario , incentrandosi tutto sulla produttività.
In merito all’indicatore della c.d. performance, riconoscendo che sono coerenti con il memorandum e con alcune previsioni legislative, la costruzione degli stessi non può che essere fatta all’interno del contratto integrativo, a valere per l’anno prossimo.
Infine diciamo no all’acquisizione delle competenze dei Militari. Già nel 2005 abbiamo acquisito le competenze di tutte le pubbliche amministrazioni, senza nessun apporto nuovo di forza lavoro e di incremento del fondo. Al raddoppio del carico di lavoro, a costo zero per l’Amministrazione, i lavoratori hanno risposto con zelo e abnegazione, consapevoli del delicato ruolo sociale chiamati a svolgere. Ma questo non deve precostituire alibi per ulteriori aggravamenti che non si sarebbe in grado di sopportare. Se la vecchia Amministrazione ha compiuto quella operazione, confidando in previsioni che non si sono avverate la nuova, e che di fatto hanno scaricato un enorme mole di lavoro sempre sugli stessi, la nuova Amministrazione, accorta ed illuminata, non può riproporre i vecchi errori, ma deve semplicemente far presente al Governo che per conseguire qualsiasi obiettivo,anche se legislativamente previsto, occorre rinforzare l’Inpdap approvando la nuova pianta organica e sbloccando le risorse del fondo.
La Cgil confida che questi nodi possano essere rapidamente sciolti.
Roma, 16/4/2007
Il coordinatore nazionale
Camillo Linguella
Percorsi di riqualificazione professionale CCNI Difesa
Vogliamo informarvi che sul sito di Persociv sono state oggi pubblicate le prime graduatorie relative ai percorsi di riqualificazione professionale del personale civile del Ministero della Difesa.
Nell’invitarvi a prenderne immediata visione, vogliamo ricordarvi, però, che su questo tema abbiamo già chiesto chiarimenti al Direttore Generale Dr. Lucidi; soprattutto rispetto alla mancata corretta informazione delle rappresentanze sindacali firmatarie dell’accordo contrattuale.
Nei prossimi giorni vi informeremo sulle risposte che il Dr. Lucidi offrirà a riguardo.
Fraterni saluti.
Roma, 29 settembre 2006
p. il Coordinamento Nazionale Fp Cgil Difesa – Noemi Manca
FP CGIL CISL FPS UIL PA
Roma, 30 maggio 2007
Al Ministro della Pubblica Istruzione
Giuseppe FIORONI
V.le Trastevere 76/a
R O M A
Le scriventi Organizzazioni sindacali chiedono un incontro urgente in merito al provvedimento che Ella dovrà adottare, in applicazione dell’articolo 1 comma 553 della Legge Finanziaria 2007.
Con tale provvedimento dovranno infatti essere assegnate al personale della Pubblica Istruzione le risorse economiche, 7 milioni di Euro, che già dal 2005 apposita legge dello Stato, la 109/2005, aveva a tale personale attribuito
Una diversa impostazione dei criteri di ripartizione, così come anticipato alle Organizzazioni Sindacali di settore, si configurerebbe come una penalizzazione del personale quotidianamente impegnato a garantire il processo di cambiamento e di valorizzazione del”sistema Pubblica Istruzione”.
Inoltre, nell’ambito della necessità del rispetto delle norme e della prassi che regolano il corretto svolgimento delle relazioni sindacali, come condizione necessaria per un proficuo confronto, nel rispetto dei ruoli e delle competenze, si ritiene necessario il rispetto sostanziale degli accordi raggiunti su tale questione con le Organizzazioni Sindacali di settore per il 2005 ed il 2006.
L’ obiettivo condiviso, infatti, era quello di destinare l’intero stanziamento all’incremento della indennità di amministrazione per il personale delle aree del Ministero al fine di consentire, in sede di contrattazione con l’Aran nel prossimo rinnovo contrattuale, la ridefinizione della tabella inerente detta indennità, così come peraltro previsto dalla piattaforma contrattuale FP CGIL, CISL FPS, UIL PA.
Considerato che la citata piattaforma prevede tale possibilità a fronte della disponibilità di risorse economiche non contrattuali, assegnate cioè da apposite norme, e che presentino carattere di certezza e di stabilità le scriventi ritengono che esistano le condizioni necessarie per dar luogo a tale operazione per il personale di codesto Ministero.
Vista la importanza e la urgenza della questione, si resta in attesa di un sollecito riscontro.
FP CGIL CISL FPS UIL PA
Garzi Di Maio Ripani
Alle lavoratrici ed ai lavoratori del Ministero
MINISTERO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
Alcuni episodi accaduti in questi ultimi tempi ci fanno ritenere che l’Amministrazione non abbia ben chiaro che, per quanto riguarda l’organizzazione degli uffici e la gestione del personale che in essi opera, debba confrontarsi innanzitutto con le Organizzazioni Sindacali del comparto Ministeri:
* Il Direttore Regionale della Lombardia fa un accordo con i sindacati della scuola per inserire nelle attività dell’USP di Como personale ATA, non si comprende a che titolo utilizzato presso il nostro Ufficio;
* Il Direttore Regionale del Lazio fa un accordo con i sindacati della scuola per utilizzare negli USP del Lazio personale docente in esubero nell’anno scolastico 2007/2008 ed ex insegnanti tecnico pratici;
* Il Direttore Generale del Personale della scuola sempre con i sindacati della scuola apre un tavolo per discutere della mobilità verso i nostri uffici del personale docente inidoneo (ex 113).
E questo senza tener presente che sono le Organizzazioni Sindacali di Comparto da convocare quando si discute di istituti contrattuali, vedi mobilità nei ruoli del Ministero, che hanno ripercussioni che vanno dall’organizzazione degli Uffici e dagli inquadramenti, alla gestione delle presenze ed alla corresponsione dei buoni pasto.
Su tale questione e, per garantire il rispetto delle relazioni sindacali del nostro CCNL, insieme a CISL e UIL, abbiamo chiesto un incontro all’Amministrazione con la nota allegata, senza peraltro aver ottenuto ancora risposta.
Per quanto riguarda il personale della scuola abbiamo sempre sostenuto, per esempio, che il personale ex 113 già da molti anni utilizzato nei nostri uffici vada immesso in ruolo, ma, che tale soluzione non possa essere generalizzata; che l’immissione in ruolo di altro personale scolastico, quello che di anno in anno per “consuetudine” lavora da noi, possa essere una delle possibili soluzioni al problema della carenza di personale dell’Amministrazione, ma che non può essere l’unica e che soprattutto debba essere concordata anche con le Organizzazioni Sindacali di Ministero al fine di tutelare oltre al personale in entrata, anche quello ministeriale.
La carenza di personale negli USP è un fatto concreto che come FP CGIL da anni denunciamo, e la situazione di difficoltà in cui comunque si trovano gli uffici lo testimonia ampiamente, ma da qui a risolvere il problema con l’utilizzo precario e “annuale” di personale della scuola ce ne corre.
Peraltro, abbiamo ben chiaro che, su tali temi e non solo su questi, l’Amministrazione si debba confrontare anche con i sindacati che rappresentano il personale della scuola, ma nel rispetto dei ruoli e delle competenze di tutti.
Nell’incontro che abbiamo richiesto proveremo a spiegarlo anche all’Amministrazione.
FP CGIL P.I.
Angelo Boccuni
Decreto legge recante “Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della Finanza pubblica e la perequazione tributaria”. Cosiddetto Decreto Tremonti
Ad un primo esame del testo (non ufficiale) del Decreto in oggetto, risulta evidente che questo è il provvedimento che interviene pesantemente sul lavoro pubblico, al di là degli aspetti, pur importanti, contenuti nel Disegno di Legge Brunetta.
Il Governo mette le mani in tasca ai dipendenti pubblici e ne peggiora le condizioni normative.
In primo luogo lo stanziamento per il contratto si limita all’inflazione programmata del 3,2% per il biennio 2008/2009 (meno di 70 euro). Per il 2008 è prevista la sola indennità di vacanza contrattuale. In “compenso” quando la Corte dei Conti certifica negativamente un’ipotesi di accordo, la norma dei 55 giorni, entro i quali l’iter di approvazione si concludeva obbligatoriamente, perde di efficacia (art. 63).
Il Governo fa una scelta che non ha precedenti: diminuisce le retribuzioni. Tagli ai Fondi per la contrattazione integrativa, sostenendo così, anche per questa via la rilegificazione del rapporto di lavoro.
Dal 1° gennaio 2009, il tetto fissato al 2004, per i Fondi per la contrattazione integrativa di tutte le Amministrazioni centrali è ridotto del 10%. Ricordiamo che quella norma è stata estesa, come punto di riferimento, anche ai comparti della Sanità e delle Autonomie Locali. Per tutto il 2009 sono disapplicate le leggi che dispongono finanziamenti aggiuntivi per le Amministrazioni centrali. Dal 1° gennaio 2010 queste ultime sono ridotte del 20%. Questi due interventi colpiscono circa 200.000 dipendenti. Le misure previste portano a diminuzioni della retribuzione annua di questi lavoratori, per il 2009, che mediamente si aggirano sui 3000 euro (con punte di 6000/10000 euro). Per tutti dal 2010 ci sarà un danno permanente di almeno 1000 euro medi, quindi più elevato di quello che viene stanziato per i contratti (art. 67). Inoltre viene eliminato il finanziamento che deriva dai risparmi conseguenti la trasformazione in part-time (art. 73). La questione salariale precipita.
Si taglia lo stipendio agli ammalati.
Un altro intervento che unisce peggioramenti normativi ed economici riguarda la normativa sulla malattia: per tutti i dipendenti pubblici, contrattualizzati, è prevista l’erogazione del solo trattamento fondamentale in caso di malattia inferiore ai dieci giorni, intervenendo, tra l’altro a modificare materie soggette alla contrattazione e prevedendo, esplicitamente, il divieto di modifica da parte dei Contratti futuri (art. 71).
Finto scivolo ed eliminazione dei trattamenti aggiuntivi per infermità dipendente da causa di servizio.
Il Governo annuncia l’esodo agevolato e non spiega che nel Decreto per chi decide di chiedere l’esonero dal servizio, nei cinque anni che precedono il pensionamento, la retribuzione viene diminuita del 50%. In più sarà l’amministrazione a decidere discrezionalmente chi potrà essere esonerato (art. 72). E’ difficile capire chi potrà vivere con 600 euro al mese. Sempre in tema previdenziale, viene escluso qualsiasi trattamento aggiuntivo, oggi previsto per legge o per contratto, ai lavoratori ai quali viene riconosciuta un’infermità dipendente da causa di servizio (art. 70).
Decimazione del personale attraverso le mancate assunzioni e la mancata stabilizzazione.
Non può sfuggire che un altro duro colpo alla possibilità che le amministrazioni pubbliche possano funzionare e migliorare la qualità del servizio erogato, arriva con il peggioramento delle norme in materia di assunzione e stabilizzazione del lavoro precario. Per il 2009, la possibilità di assumere scende dal 20% al 10% della spesa per cessazioni. Non uno su otto come si dice sui media ma uno su dieci. Per il 2010 e il 2011 le assunzioni passano dal 60% della normativa precedente al 20% della spesa per cessazioni. Per il 2009 la possibilità di stabilizzazione scende dal 40% al 10% della spesa per cessazioni (art. 66).
Come se non bastassero queste misure si procede ad un ulteriore riduzione del 10% degli organici. Nelle more della riduzione è fatto divieto di assumere (art. 74). Saltano i concorsi per i quali finalmente si iniziava a procedere dopo tanti anni. Ancora una volta si taglia il personale senza nessuna verifica delle necessità. Per usare un termine caro al Ministro Brunetta, senza nessun piano industriale che, invece, richiediamo da tempo per ogni singola amministrazione.
Si privatizza il lavoro.
Altre misure per indebolire il lavoro pubblico: per sostenere le imprese (forse un doppio sostegno) si apre alla privatizzazione l’attività per la realizzazione, la trasformazione, il trasferimento e la cessazione dell’esercizio dell’attività di impresa (art. 38).
Cancellato il diritto al Part-time.
Il Governo, in coerenza con quanto sta facendo dal versante del Ministero del Lavoro, Salute e Politiche Sociali, in merito alla contrattazione individuale e all’allungamento dell’orario di lavoro, modifica la natura del Part-time: da diritto individuale del lavoratore, ma in questo caso più della lavoratrice, si trasforma in facoltà dell’Amministrazione (art. 73).
Sempre più discrezionalità.
Le amministrazioni potranno disporre, a discrezione, la cessazione dal servizio di chi avesse maturato 40 anni di contributi indipendentemente dall’età anagrafica. Non c’è nessuna politica di ringiovanimento del personale, come si evince dalle norme sulle assunzioni, ma esercizio di potere (art.72).
Si cancellano i posti di lavoro e non si tutelano i lavoratori.
Vengono aboliti alcuni Enti Pubblici non Economici. Il criterio di scelta è la consistenza organica inferiore alle 50 unità. Non si capisce perché non si segua, per esempio, il criterio della funzionalità, dell’utilità per i cittadini, dell’economicità. Anche perché sono esclusi, invece, tutti quei piccoli enti degli ordini provinciali professionali che raramente superano i tre dipendenti. Ovviamente poche e generiche righe per il destino delle lavoratrici e dei lavoratori impiegati (art. 26).
Rimangono le consulenze.
Ci aspettavamo una splendida coerenza in merito ai reiterati annunci sul taglio alle consulenze. Niente di tutto questo. La norma specifica è evidentemente priva di efficacia (art. 46).
Se tanto ci da’ tanto, una lettura più approfondita porterà alla luce altri interventi che penalizzano il mondo del lavoro pubblico. Quello che abbiamo evidenziato dimostra senza ombra di dubbio che il Governo sta finalizzando la campagna orchestrata ormai da tempo, nascondendo dietro la polemica contro i fannulloni l’obiettivo di smantellare il lavoro pubblico a favore dell’intervento privato e di contrastare l’attività sindacale che cerca di tutelare i diritti dei lavoratori attraverso un’azione collettiva, consci che il potere contrattuale del singolo non può mai essere equiparato a quello del datore di lavoro.
Informazione e mobilitazione.
A questo punto occorre una capillare campagna di informazione tra le lavoratrici e i lavoratori, affinché abbiano la consapevolezza di quanto stia accadendo invece che avere solo l’informazione superficiale che i media trasmettono. Nostro è l’impegno a costruire rapidi ed efficaci percorsi di mobilitazione unitari per fermare la conversione in legge del Decreto, che non ha recepito nessuna delle osservazioni di CGIL, CISL e UIL confederali, e per contrastare le scelte del Governo.
Il Segretario Generale FP–CGIL
(Carlo Podda)