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Disegno di legge delega di riforma del pubblico impiego: Articolo di Carlo Podda al quotidiano Europa

Riportiamo di seguito  il testo dell’articolo di Carlo Podda, Segretario generale Fp Cgil, pubblicato oggi dal quotidiano Europa
 
Roma, 20 novembre 2008
 
 

Il Parlamento Europeo respinge le modifiche alla direttiva sull'orario di lavoro – Comunicato Stampa di Carlo Podda Segretario Generale FP CGIL Nazionale

Stamane il Parlamento Europeo ha approvato a stragrande maggioranza il rapporto di Aleandro Cercas (PSE) che respinge le modifiche, proposte dal Consiglio Europeo dei Ministri, alla Direttiva 88/03 sull’orario di lavoro.

La Fp-Cgil esprime soddisfazione per il voto del Parlamento Europeo che, unico organo democraticamente eletto dai cittadini europei, ha respinto, con il contributo trasversale di tutti i gruppi politici, il tentativo dei governi e della Commissione Europea di peggiorare drasticamente le condizioni di milioni di lavoratori e lavoratrici europei, dimostrando al tempo stesso di essere buon interprete della volontà dei cittadini che reclamano più diritti per una dimensione sociale dell’UE.

La Fp-Cgil considera fondamentale che siano state bocciate le richieste:

1) Di generalizzare la deroga al limite delle 48 ore di lavoro settimanali sulla base di accordi individuali tra datore di lavoro e singolo lavoratore, innalzando il limite settimanale dell’orario di lavoro a 65 ore (opting out).

2) Di escludere da ogni protezione i lavoratori a tempo determinato e, in particolare, i medici in formazione.

3) Di escludere dall’orario effettivo di lavoro il tempo inattivo dei servizi di guardia, che avrebbe riguardato principalmente medici e personale sanitario dei sevizi di emergenza e pronto soccorso, così come i Vigili del Fuoco.

La Fp-Cgil sottolinea come si tratti anche di una sconfitta delle pretese del Governo Berlusconi che, stravolgendo la posizione sempre tenuta dall’Italia, aveva reso possibile la presentazione di tali pericolose proposte di modifica.

La Fp-Cgil rileva inoltre che l’approvazione delle modifiche all’orario di lavoro avrebbe assunto un carattere puramente ideologico in questa fase di grande crisi finanziaria ed economica che mette tutti i paesi europei di fronte alla crescita della disoccupazione e non certo della produttività.

La Fp-Cgil esprime in fine grande soddisfazione per questo risultato, frutto dell’iniziativa di pressione e mobilitazione dei sindacati nazionali, in particolare dei servizi pubblici, e dell’intera CES, che ieri ha manifestato a Strasburgo.

Così come accadde per la Direttiva Servizi, si dimostra ancora una volta che la mobilitazione del sindacato paga anche in Europa.

Roma, 17 Dicembre 2008

A Verona si esternalizza Scuola e Cultura. Meno diritti, più sprechi. Brunetta intervenga: comunicato stampa di Carlo Podda Segretario Generale FP CGIL Nazionale

Denunciamo la gravissima decisione del Comune di Verona di esternalizzare i servizi dell’Area Cultura (Arena, musei) e dell’Area Istruzione (32 scuole materne, 24 asili nido, mense, comprese tutte le cucine di scuole ed asili nido), affidandoli ad una fondazione.

Il provvedimento, che riguarda oltre 1500 lavoratrici e lavoratori pubblici e tutti i servizi da loro erogati, è stato approvato senza che ci fosse stato alcun confronto con le organizzazioni sindacali, scatenando le proteste dei lavoratori (ricordiamo che nell’Rsu sono presenti, oltre a Cgil, Cisl e Uil, anche Rdb ed Ugl, e che la vertenza è condotta in maniera unitaria, con una delega conferita alle organizzazioni sindacali da oltre 800 lavoratori).

Riteniamo che il caso di Verona sia la ripetizione di errori e danni già compiuti nei confronti dei bilanci pubblici. Esternalizzare la cultura e l’istruzione, settori strategici ma soprattutto dal grande valore sociale, darli in pasto al mercato, sia inaccettabile ed oltre tutto dannoso per i cittadini.

Le esperienze di esternalizzazioni dei settori pubblici non producono mai benefici per i cittadini. Aumentano gli sprechi, come ricordato nell’inaugurazione dell’Anno Giudiziario dal Procuratore Generale della Corte dei Conti, diminuiscono la qualità dei servizi, riducono le garanzie per i lavoratori.

É una manovra finalizzata a fare uso privato di risorse pubbliche, fatta sulla pelle di lavoratori e cittadini, che servirà inevitabilmente a piazzare qualche “trombato” di turno nelle costose strutture di gestione, ed a fare clientele. Non certo a migliorare i servizi. Assisteremo all’istituzione dell’ennesimo Cda, all’ennesima spartizione.

Tutto questo avviene sull’istruzione e sulla cultura, aggirando le norme del patto di stabilita interno ed ogni forma di democrazia sindacale, insomma fuori da ogni regola e logica. Con questa scelta il Comune di Verona, e chi lo appoggia esplicitamente ed implicitamente con il proprio silenzio, intende liberarsi dalla fatica di gestire questi servizi, conciliando l’operazione con la concessione di privilegi e prebende.

Chiediamo al Ministro Brunetta se e come intenda intervenire.

Roma, 11 Marzo 2009

Il Ministro Brunetta fa firmare i contratti anche a chi non è rappresentativo: comunicato stampa di Carlo Podda Segretario Generale FP CGIL Nazionale

Il Ministro Brunetta, pur continuando la sua opera di propaganda verbale sull’efficienza, la trasparenza ed il merito nel pubblico impiego, nei fatti contraddice clamorosamente i principi da lui stesso sostenuti.

L’Aran, l’Agenzia che porta avanti le trattative sotto la sua direzione politica, ha fatto firmare il 26 marzo 2009 il contratto della dirigenza medico-veterinaria relativo al quadriennio normativo 2006-2009, ed al biennio economico 2006-2007, anche ad un sindacato considerato non rappresentativo per quel periodo dalla stessa Agenzia, l’Anpo-Ascoti-Fials Medici.

La nuova trovata è la firma per adesione, fattispecie non prevista da nessuna normativa del pubblico impiego. Lo riteniamo un atto grave, fuori dalle regole e da ogni buon senso.

Chiediamo al Ministro: è questa la trasparenza ed il rispetto delle regole democratiche che intende perseguire?

I lavoratori pubblici si stanno accorgendo della beffa, ed i cittadini presto li seguiranno.

Noi, comunque, non staremo zitti nei luoghi istituzionali, nei tribunali, ed anche nelle piazze, a partire dalla grande manifestazione della CGIL del 4 Aprile al Circo Massimo.

Roma, 30 marzo 2009

FSESP: il Congresso per la difesa dei servizi pubblici in Europa

Carola Fischbach-Pyttel Segretaria generale Fsesp

La Federazione Sindacale Europea dei Servizi Pubblici (FSESP ha tenuto il suo ottavo Congresso a Bruxelles dall’8 all’11 giugno 2009. Il Congresso si è tenuto immediatamente dopo il voto per il rinnovo del Parlamento europeo nei 27 paesi dell’Unione europea.
La Federazione Sindacale Europea dei Servizi Pubblici è la più grande federazione di categoria della Confederazione europea dei Sindacati (CES) e rappresenta 255 sindacati dei servizi pubblici in 37 paesi con oltre 8 milioni di iscritte ed iscritti.

 
Anne Marie Perret Presidente Fsesp

Riconfermata la Segretaria Generale, Carola Fischbach-Pyttel e la Presidente Anne Marie Perret. Nel Comitato Esecutivo,, per la prima volta, l’Italia ha a disposizione due posti nel massimo organismo di direzione: uno per Carlo Podda, segretario generale della FP CGIL e uno per Giovanni Faverin, segretario generale della CISL FP

Rosa Pavanelli, della segreteria nazionale della FP CGIL, è stata eletta vicepresidente della FSESP.

 
La crisi economica
Carlo Podda Segretario generale Fp Cgil
Carlo Podda Segretario generale Fp Cgil

La discussione sulla crisi economica è stata molto decisa ed ha portato alla approvazione di una serie di risoluzioni e documenti molto complessi, presentati, tra gli altri, anche dal sindacato tedesco Ver.di. Il dibattito è stato affrontato sia dal punto di vista finanziario ed economico sia dal punto di vista sociale. Mi pare che ci muova la convinzione comune di dover riportare l’Europa a quel ruolo di tutela e protezione sociale delle persone dalla prepotenza degli interessi economici e dei poteri dominanti che ne ha costituito un tratto caratteristico per tanti anni della sua storia – ha detto Carlo Podda, segretario generale della Funzione Pubblica CGIL – ” avevamo affermato questo già nel documento sottoscritto a Londra alla fine di marzo da UNISON ,VER.DI. e FP CGIL e che avevamo chiamato emblematicamente “Metti le persone al primo posto”…

 
 
Il tema della migrazione
Rosa Pavanelli Segretaria nazionale Fp Cgil

Si è discusso dell’importanza del fenomeno della migrazione e della immigrazione nell’ Europa del XXI secolo. E’ stata approvata anche una risoluzione sulla migrazione presentata, a nome del Collegio elettorale mediterraneo (Italia, Spagna, Portogallo, Grecia, Cipro, Malta e Israele), da Rosa Pavanelli: “Il collegio del Mediterraneo ha ritenuto di presentare una risoluzione sulla migrazione perché il problema dei migranti è molto forte nei nostri paesi, ma abbiamo apprezzato che la nostra preoccupazione sia stata condivisa da molti. Ci sono una ipocrisia e una contraddizione di fondo che hanno caratterizzato l’affermarsi della globalizzazione liberista. E’ la contraddizione di un mercato che concede alle imprese e ai capitali la libertà di circolare e di stabilirsi al di là di ogni confine, dove è economicamente più conveniente fare affari, ma innalza barriere ed ostacoli alla libera circolazione delle persone…”

 
 
10 punti per il futuro
delegati presentano i dieci punti di azione
delegati presentano i dieci punti di azione

Il Congresso ha dato un chiaro mandato per promuovere e proteggere i servizi pubblici. Dieci delegate e delegati, tra cui Natale Di Cola della FP CGIL, hanno testimoniato e presentato i dieci punti d’azione che riassumono le decisioni prese durante il Congresso. I dieci punti rappresentano le priorità per il periodo congressuale della FSESP dal 2009 al 2014.
10 PUNTI D’AZIONE PER I SERVIZI PUBBLICI IN EUROPA
1. Dare forza ai servizi pubblici: la FSESP si impegna a richiedere una legislazione europea che tenga I servizi pubblici fuori dalle regole del mercato interno.” PCS (Regno Unito ) Hector Wesley
2. Contrattazione collettiva: la FSESP si impegna a rafforzare le nostre campagne contro i bassi salari VDSZSZ (Ungheria) Robert Janos Adam
3. Parità di genere: La FSESP si impegna a controllare che si riduca il differenziale salariale di genere Kommunal (Svezia) Petra Larsson
4; Crisi economica e finanziaria: la FSESP si impegna a mettere le persone al primo posto per bloccare i tagli ai servizi pubblici Ver.di (Germania) Claudia Nowak
5. La FSESP si impegna affinché le politiche di vicinato della Unione Europea abbiano una forte dimensione sociale Health Workers Union of the Russian Federation (Russia) Alex Morozov
6; La FSESP si impegna ad assicurare che ogni proposta europea sulla sanità sia basata sulla solidarietà FP CGIL (Italia) Natale Di Cola
7. La FSESP si impegna a realizzare un dialogo social formale nella amministrazione statale Interco CFDT (Francia) Marie Odile Esch
8. La FSESP si impegna a fare campagna affinché l’acqua sia riconosciuta come un diritto umano in Europa OS UNIOS (Repubblica Ceca) Michal Votava
9. Enti locai: la FSESP si impegna a chiedere regole sociali più stringenti per gli appalti pubblici ABVAKABO (Paesi Bassi) Jenneke Van Pijpen
10. Modello social europeo: la FSESP si impegna a fare pressione affinché l’Unione Europea riconosca che I diritti fondamentali dei lavoratori sono più importanti delle libertà del mercato – AEEWTU (Estonia) Sander Vaikma

 
 
Il voto al Parlamento Europeo

Per questo motivo il dibattito si è concentrato, naturalmente, sul ruolo e le prospettive dei servizi pubblici ma soprattutto e sul risultato elettorale in tutta Europa e sulle sue prospettive per l’Europa sociale e del lavoro, attraverso l’intervento di Poul Nyrup Rasmussen, Presidente del Partito Socialista Europeo.

“Sono tempi molto difficili per i socialisti e per chi lavora in Europa – ha detto Rasmussen – mentre i conservatori, ed in particolare da destra estrema sorride dopo queste elezioni – ma non dobbiamo guardare solo questi dati. I numeri che contano sono quelli della crescente disoccupazione, sono questi i dati che ci preoccupano. Ci preoccupa l’apatia, perché il 57% dei cittadini europei non ha votato, perché si sente impotente e sente impotente la politica. Ci preoccupa la paura, la paura che ha fatto vincere la destra estrema in Olanda, in Austria, nel Regno Unito. E ci preoccupa il legame che si è perso tra quello che accade in Europa e quello che accade nei singoli paesi, dove i politici non hanno saputo mostrare quanto l’Europa avrebbe contato nella vita quotidiana di ogni cittadino. Eppure il welfare è sotto pressione in tutta Europa e con la vittorie delle destre è ancora più a rischio… La crisi finanziaria ha devastato l’economia reale e a questo si risponde solo mettendo le persone e la loro protezione sociale al primo posto: difesa dei servizi pubblici, lotta al dumping sociale, combattere la povertà, la precarietà, le differenze salariali e la disoccupazione di massa, lotta all’intolleranza ed alla xenofobia contro i migranti…”

“i risultati delle elezioni europee sono chiari per tutti – ci dice Dave Prentis, segretario generale di Unison, Regno Unito – i prossimi cinque anni delle istituzioni europee hanno bisogno che il Parlamento europeo, assieme al movimento sindacale, difendano non solo i servizi pubblici ma soprattutto i principi universali che sono alla base di essi e dell’Europa sociale. Io penso che il voto popolare non si rifletterà in una nuova agenda neoliberale in Europa. Ho fiducia che gli obiettivi della destra, privatizzazione, concorrenza, riduzione dei salari, abbiano oramai mostrato il loro fallimento, in senso economico, sociale e morale. La Commissione europea è vissuta come una realtà estranea e pericolosa dai cittadini. Noi chiediamo al Parlamento europeo di giocare un ruolo decisivo nella scelta della prossima Commissione” 

 

La crisi colpisce il servizio pubblico: salari pubblici in Lettonia tagliato del 50%

E la crisi colpisce con forza nei punti più deboli. In Lettonia il governo di centro destra ha deciso di ridurre del 50% i salari dei dipendenti pubblici come misura di austerità richiesta dal Fondo Monetario Internazionale per affrontare la crisi economica e finanziaria che ha colpito il paese. In aprile il governo aveva tagliato i salari degli insegnanti del 20% La Lettonia è il paese europeo colpito più duramente dalla crisi, laddove si prevede una riduzione del PIL di una media del 12% all’anno, dopo anni di crescita economica stellare.

La Turchia: dove fare il sindacalista è un pericolo
Standing ovation per la sindacalista turca Meryem Özsögüt
Standing ovation per la sindacalista turca Meryem Özsögüt

Il Congresso si è emozionato all’intervento di Meryem Özsögüt, sindacalista turca della sanità SES chè è stata nel 2008 arrestata e torturata dalla autorità turche e liberata solo dopo una campagna di mobilitazione internazionale. Meryem Özsögüt era stata arrestata per aver organizzato una conferenza.

“Gli effetti del colpo di stato militare del 1980 si fanno sentire con forza ancora oggi – dice Meryem Özsögüt – e la repressione del movimento sindacale e democratico è in forte aumento. I sindacati dei servizi pubblici sono stati riconosciuti solo 1990, dopo 10 anni di interdizione. Nel 2001 siamo stati ridotti ad associazioni culturali, ed ancora oggi non sono riconosciuti né il diritto di sciopero né quello alla contrattazione collettiva. E le intimidazioni sono sempre più decise, nel 2007 136 lavoratori pubblici sono stati arrestati e 38 condannati per aver svolto attività sindacale. Io stessa sono stata arrestata per aver denunciato questi fatti, arrestata nella mia casa e chiusa in isolamento, in celle individuali colorate di bianco che hanno visto la morte di 28 prigionieri politici”
E’ stata anche inviata una lettera al presidente turco, Abdullah Gül, per protestare vivamente e per chiedere l’immediata scarcerazione di 24 iscritti alla confederazione KESK, arrestati lo scorso 31 maggio.

 
I servizi pubblici di qualità

Al centro delle politiche della FSESP vi è lo slogan di questo Congresso, l’equazione servizi pubblici di qualità uguale a qualità della vita. Il sindacato europeo vuole per questo che l’Europa promuova il ruolo dei servizi pubblici che sono essenziali per il funzionamento della società. Ma l’Unione europea e le sue istituzioni, nell’ultimo decennio in particolare, ha privilegiato il ruolo del mercato, del profitto, del privato e della deregulation. La FSESP ha sempre sostenuto che dovevano essere privilegiati i principi di universalità, accessibilità, disponibilità e solidarietà piuttosto che la libertà di mercato nel movimento dei beni e dei servizi. Molte le risoluzioni a difesa dei servizi pubblici: amministrazione statale, locale e regionale (in particolare la questione degli appalti pubblici locali), energia (con l’intervento del Commissario europeo Andris Piebalgs), igiene ambientale, sanità (in particolare la proposta di direttiva per il riconoscimento dei diritti dei pazienti nelle cure sanitarie transfrontaliere, approvata in prima lettura dal Parlamento europeo lo scorso maggio), servizi idrici (dove sarà presentata la proposta di una petizione europea per raggiungere un milione di firme per affermare l’acqua come un diritto dell’umanità indisponibile alla commercializzazione). Si è discusso anche di contrattazione collettiva nel settore pubblico, a livello nazionale e nel dialogo sociale europeo, dove si sta cominciando a strutturare una negoziazione, formale ed informale, con le organizzazioni europee dei datori di lavoro. Lo scopo principale è di far sì che le parti sociali abbiano voce e possano essere informate e consultate nella stesura della legislazione europea che ha un impatto sociale nei settori (Enti locali, Stato e Sanità).

Nel settore sanitario è stato presentato l’importante accordo fra FSESP e Hospeem (federazione dei datori di lavoro in ambito ospedaliero) per la prevenzione delle ferite da ago e da oggetti taglienti (oltre un milione di infortuni all’anno).

L’ Ottavo Congresso della FSESP ha segnato anche l’integrazione tra la Federazione e la sezione europea dell’Internazionale dei Servizi Pubblici (20 milioni di iscritti in tutto il mondo). Con questa fusione la nuova Federazione si occuperà dell’Europa non solo nell’Unione ma anche nei suoi più lontani confini geografici, integrando anche grandi realtà coma la Russia e l’Ucraina e paesi fuori dall’Europa come Israele.

Proprio in Israele si terrà il XXXI incontro del Gruppo Mediterraneo. Il 15 e 16 luglio, a Tel Aviv e in Cisgiordania i sindacati mediterranei dei servizi pubblici incontreranno, assieme, i sindacati israeliani e palestinesi. La riunione è organizzata assieme all’Internazionale dei Servizi Pubblici e alla FSESP.

 

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La Fp Cgil sarà presente al tavolo, ma non sottoscriviamo accordi non condivisibili. Comunicato Stampa di Carlo Podda Segretario Generale FP CGIL Nazionale

Tranquillizziamo parzialmente il Ministro Brunetta: la Cgil parteciperà senza alcun dubbio al tavolo sui contratti dei dipendenti pubblici, e lo farà con le altre sigle, proponendo un documento unitario. Quanto poi all’appello, rivolto alla nostra organizzazione, a firmare l’accordo del 22 Gennaio sul nuovo modello contrattuale, immaginiamo che Brunetta volesse fare una battuta. Per noi è impossibile condividere regole che ci sono state imposte senza alcun confronto ed in tempi troppo stretti per permettere una discussione seria. La Cgil firma solo i buoni accordi, soprattutto se sono accordi usciti da una negoziazione, e non da un’imboscata. Quell’accordo è stato bocciato da un referendum al quale hanno partecipato oltre 3 milioni e mezzo di lavoratori, che per quanto ci riguarda costituisce ancora oggi un giudizio vincolante.

Quanto al percorso unitario auspicato dal Ministro, non ho dubbi che il senso di responsabilità e la storia comune dei sindacati confederali, riuscirà a portare ad una sintesi che tenga in primo luogo conto dei milioni di lavoratori pubblici che Cgil, Cisl e Uil rappresentano.

Roma, 3 Settembre 2009

Intervista a Carlo Podda su l'Unità del 4/11/09. I soldi dello Scudo all'IRAP: tagli per un miliardo

«Dove sono i risparmi delle pensioni delle dipendenti pubbliche (2 miliardi)? E dove sono quelli annunciati da Renato Brunetta, specie sulla scuola? A che serve davvero la Difesa Spa inserita di notte nella manovra?»
Tre domande, tre silenzi da parte del governo.
Ad alzare la voce sulla Finanziaria è Carlo Podda, segretario generale della Cgil Funzione pubblica.
Il testo che oggi arriva in Aula in Senato, è più pericoloso per quello che non dice: silenzi assordanti su misteriose finalità di nuove società, come la Difesa Servizi Spa, e oneri disattesi, aspettando i soldi dello scudo. Per i rinnovi dei pubblici gli stanziamenti si fermano a 3miliardi nel triennio, contro i 7,5 o 8 richiesti unitariamente dai Confederali. Se tutto resta così, sarà inevitabile una reazione sindacale.
SOTTO TIRO È chiaro ormai che l’agenda politica non include i tre milioni di lavoratori in attesa di rinnovo (o sono tutti fannulloni?). Con il titolare dell’Economia sotto il tiro incrociato del premier e dei peones, le priorità sono altre. Ieri, poco prima che Giulio Tremonti si incontrasse con Gianfranco Fini, fonti parlamentari davano per certo un intervento sull’Irap del valore di circa 1 miliardo e mezzo, da decidere solo dopo la verifica dell’andamento dello scudo fiscale.
Dunque, in Senato è probabile una blindatura. Resta incomprensibile l’uso di una «una tantum» per finanziare uno sgravio fiscale. Ma tant’è: ormai si aspettano soltanto i soldi degli evasori. Su quelli si profila battaglia. Se è vero che le risorse mancano, la manovra torna comunque utile per accelerare su futuribili disegni di potere. È il caso della Difesa Spa, la nuova società che dovrà gestire «beni, servizi e prestazioni» dei militari italiani. «Abbiamo trattato per dieci mesi e fino a una settimana fa con il governo su questo disegno di legge, e oggi ce lo ritroviamo infilato in Finanziaria con un blitz», spiega ancora Podda.
Per il quale quel testo presenta parecchi (troppi?) lati oscuri (non ultimo quello sulla commercializzazione dell’energia prodotta in aree militari). «Si privatizzano funzioni finora pubbliche – continua – senza che ci sia una chiara motivazione. Si parla di possibili utili da reinvestire nella Difesa,ma poi non si forniscono stime: non è stata fatta una cifra». Ma questo non è che un «dettaglio».
L’atto più allarmante è che di quella società non si conosce il perimetro effettivo: sarà il consiglio d’amministrazione (nominato dal ministro) a stabilire l’area d’azione nello Statuto. Insomma, sembra proprio una cambiale in bianco fornita su un piatto d’argento a un «gruppo scelto», che una volta entrato nella stanza dei bottoni agirà senza più controlli pubblici (pur essendo lo Stato l’azionista unico).
E il raggio d’azione della società non è affatto un dettaglio: se includerà l’area tecnico industriale, la Spa coinvolgerà i 5mila lavoratori impegnati negli arsenali, e i circa 8mila nell’area tecnica.
La Difesa ha 33mila dipendenti civili che potrebbero ritrovarsi dall’oggi al domani dipendenti della nuova Società. «Per finire, si prevede che gli utili vadano alla Spa, mentre i debiti verranno ripianati dallo Stato: è la solita storia italiana», commenta ancora l’esponente sindacale.
Che dire, poi, del fatto che la Consip (la centrale acquisti della pubblica amministrazione) uscirebbe depotenziata, visto che la nuova Spa sarà una sorta di Consip-Difesa, per di più replicabile in qualsiasi ministero. Sarebbe di fatto un esproprio delle funzioni di spesa per beni e servizi, ora tutte accentrate al ministro dell’Economia.
Un altro smacco per Tremonti? Una cosa comunque è certa: per quell’emendamento la vita non è facile.
La Difesa punta a potenziarlo ancora, reinserendo la gestione degli immobili rimasta fuori nell’ultima versione.Mai malumori nella maggioranza si fanno già sentire.

Bianca Di Giovanni

Età pensionabile: non accettiamo l'"editto cinese" di Sacconi. Comunicato Stampa di Rossana Dettori Segretaria Generale Fp-Cgil Nazionale

“Quantomeno paradossale che in un paese che negli ultimi 2 anni ha collezionato oltre 150 procedure d’infrazione dall’Ue, di cui oltre 60 in corso, proprio quella sull’età di pensionamento delle donne nella Pubblica Amministrazione desti tanta preoccupazione” con queste parole la Segretaria Generale dell’Fp-Cgil, Rossana Dettori, commenta quello che definisce “l’editto cinese” del Ministro Sacconi.

“Il Ministro Sacconi più che preoccupato sembra essere soddisfatto dal richiamo. Si dimentica – continua Dettori – che per le donne il nostro welfare, così per come è stato ridotto, fa poco o nulla. Le donne si trovano spesso a sopperire a questa mancanza facendo oltre alle madri, le badanti, le infermiere, le educatrici. Su questo il Governo non da risposte, nonostante durante la discussione affrontata lo scorso anno, che ha poi portato al primo innalzamento previsto per il 2018, furono promessi investimenti “compensativi” in sostegno delle donne, che poi sono caduti nel dimenticatoio”.

“In piena era di tagli al welfare, ai servizi e alla previdenza – conclude Dettori – la scelta di anticipare persino l’innalzamento già previsto, parrebbe molto coerente con la linea del Governo: punire i deboli e gli svantaggiati, tutelare i forti. La stessa linea che ha portato con la manovra finanziaria all’innalzamento di un anno dell’età pensionabile”.

Roma, 3 Giugno 2010

MANOVRA: a rischio servizi ad anziani e bambini, domani Presidio davanti al SENATO in occasione del voto di fiducia. Dichiarazione all'ANSA di Rossana Dettori Segretaria Generale FP CGIL

(ANSA) – ROMA, 14 LUG – La manovra economica, con i tagli alle Regioni e alle Autonomie Locali, mette a rischio i servizi agli anziani, ai bambini e ai portatori di handicap. E’ l’allarme che lancia il segretario generale del sindacato dei dipendenti pubblici Cgil (Fp), Rossana Dettori, alla vigilia del presidio, promosso dal sindacato, che si terrà domani davanti a Palazzo Madama, in occasione del voto di fiducia. Che la sindacalista giudica come “un atto autoritario del governo che nega la democrazia nel paese”.

La manovra colpisce, in particolare, il lavoro pubblico. Per questo già nei giorni scorsi si è svolta una manifestazione nazionale a Roma, domani dunque il presidio. Poi – annuncia Dettori – la battaglia proseguirà. “Perché – dice – siamo convinti delle nostre ragioni, non ci arrendiamo, sensibilizzeremo l’opinione pubblica e il 29 saremo a Bruxelles per prendere parte alla manifestazione”, indetta dalla confederazione dei sindacati europei. Una battaglia non solo perché “i lavoratori pubblici sono sotto attacco, ma perché ad essere sotto attacco è il lavoro pubblico con la chiusura di servizi garantiti dalla Costituzione come quelli alla salute, all’assistenza e alla formazione”.
 
“La monovra – afferma Dettori – mette in discussione l’esigibilità dei diritti all’assistenza agli anziani in capo ai Comuni, ma produrrà anche effetti sugli asili nido e le scuole materne comunali, ci saranno tagli ai pulmini per i disabili e agli scuola bus, al sostegno economico per le donne in difficoltà: insomma cambia la logica dei piani sociali dei Comuni, si tratta du un ritorno indietro del nostro stato sociale. Tutti servizi che non rappresentano uno spreco, significano per esempio una tenuta dignitosa degli anziani senza che vengano ‘deportati’ in strutture residenziali”.

Dettori respinge poi il blocco del rinnovo contrattuale che insieme a quello della contrattazione integrativa comporterà un taglio delle buste paga di 3 mila euro.
 
“E’ inaccettabile anche perché – osserva ancora – il miglioramento dei servizi passa proprio attraverso la contrattazione integrativa”. Infine le elezioni per le Rsu (rappresentanze sindacali unitarie). “Siamo preoccupati che il governo intenda fare saltare il voto, sarebbe inaccettabile e farebbe il paio con la fiducia messa sulla manovra: un atto antidemocratico”.

Comitato Direttivo FP CGIL: Ordini del giorno e documento finale approvati il 16 luglio 2010

NO AI LICENZIAMENTI RAPPRESAGLIA DELLA FIAT: SI ALLA DEMOCRAZIA SINDACALE NEI LUOGHI DI LAVORO .

Il Comitato Direttivo nazionale Fp Cgil condanna e giudica gravissimo il licenziamento “in tronco” di 4 iscritti Fiom di cui 3 delegati sindacali (1 a Mirafiori e 2 alla Sata di Melfi) da parte della direzione del Gruppo Fiat.

Sosteniamo la mobilitazione proclamata per oggi dalla Fiom, contro l’imbarbarimento delle relazioni sindacali, attraverso l’attacco violento e becero al diritto previsto dalla Costituzionale Italiana dagli art dal 36 al 39 e alla legge 300 del 20 MAGGIO DEL 1970, espressione di una logica basata sul riconoscimento delle sole ragioni dell’impresa e contro i diritti relativi alle tutele e alla rappresentanza sindacale, principio fondante di una compiuta democrazia sociale ed economica.

Questi provvedimenti, inseriti in un contesto caratterizzato da una forte dialettica vertenziale tra la Fiat e la Fiom, sia sull’accordo su Pomigliano d’Arco, che sul mancato riconoscimento in maniera integrale del premio risultato (contro il quale è in atto una forte mobilitazione sindacale unitaria da parte di Fim Fiom Uilm), assumono senza ombra di dubbio il carattere della rappresaglia, ritornando alla triste epoca dei licenziamenti della stagione del management di Valletta, dei reparti confino per i delegati Fiom, dell’attacco di Romiti ai Consigli di Fabbrica.

Non basta dichiarare di essere moderni nei mass media, puntando sull’immagine di Marchionne; occorre, per affrontare le sfide che il comparto dell’auto ha di fronte, in un’epoca di competizione globale, rispettare la libertà dei lavoratori di organizzarsi democraticamente nel sindacato, i ccnl e la Costituzione.

La mobilitazione per arrestare il reazionario disegno padronale sostenuto dal Governo sarà lunga ed articolata.

Come sempre, le strutture della Fp-Cgil saranno al fianco dei lavoratori licenziati e pronti a lottare con la Fiom e con tutte le categorie coinvolte in processi di licenziamenti, e con la Cgil in difesa della Statuto dei Lavoratori e contro le norme sull’arbitrato.

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Ordine del Giorno di Solidarietà al segretario Fiom di Reggio Calabria – Locri

Il Comitato Direttivo Nazionale della Funzione Pubblica CGIL esprime solidarietà al compagno Errigo Giammoleo, segretario provinciale della FIOM di Reggio Calabria – Locri, vittima di un vile atto intimidatorio di stampo mafioso per essersi sempre battuto nella propria categoria e nel proprio posto di lavoro per il rispetto dei diritti dei lavoratori e per la trasparenza della gestione di appalti e commesse presso la più grande fabbrica meccanica della Calabria, l’Ansaldo-Breda di Reggio Calabria.

Il grave atto intimidatorio, l’ennesimo indirizzato a figure di rilievo pubblico, dimostra la pervasività del fenomeno criminale che non risparmia spazi e, infiltrandosi, prova a controllare ogni possibile realtà produttiva sia privata che pubblica, impedendo così ogni possibilità di sviluppo e ordinato svolgimento della vita sociale nella legalità.

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ORDINE DEL GIORNO PER LA DEMOCRAZIA E CONTRO LA REPRESSIONE

Il Comitato Direttivo della Funzione Pubblica Cgil esprime profonda preoccupazione per l’inasprimento della tendenza repressiva ed autoritaria che sta crescendo nel paese.

La carica con cui la polizia ha represso la pacifica manifestazione davanti a Montecitorio dei cittadini de L’Aquila è inaudita e vergognosa, così come la carica subita dai lavoratori della Mangiarotti a Milano. Ai cittadini aquilani e ai lavoratori della Mangiarotti va la nostra solidarietà.

Ma al tempo stesso sottolineiamo che si tratta di qualcosa di più di isolati episodi: è in atto il tentativo di impedire la libera manifestazione del dissenso. Quando la propaganda di disinformazione del governo e dei media controllati, quando il bavaglio imposto agli organi di informazione non bastano ad evitare le manifestazioni di protesta, si interviene ora con la violenza e la repressione poliziesca contro cittadini pacifici.

Anche il diritto a manifestare le proprie opinioni è messo in discussione. Se a ciò sommiamo la libertà lasciata alle aziende di mettere in atto misure di rappresaglia, come nel caso dei licenziamenti dei delegati Fiom alla Fiat, siamo di fronte ad una svolta autoritaria che aggrava il già precario equilibrio democratico e sociale italiano.

La rivelazione, da parte della magistratura, di nuove trame eversive, i continui attacchi alla Costituzione, uniti al ripetersi di questi episodi repressivi costituisce un elemento di forte preoccupazione per la tenuta democratica del paese e richiede di rilanciare con forza straordinaria il nostro impegno per la difesa della democrazia e per il diritto alla partecipazione dei cittadini.

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DOCUMENTO CONCLUSIVO CD FP NAZIONALE DEL 16/07/ 10

In attuazione del dispositivo approvato dal comitato Direttivo del direttivo nazionale del 18.05.2010, la Funzione pubblica ha costruito una risposta immediata di contrasto alla manovra, insieme alla Cgil e all’Flc, attraverso la grande manifestazione del 12 giugno che ha posto all’attenzione dell’opinione pubblica le ragioni dei lavoratori pubblici e gli effetti devastanti che la manovra porterà su tutto il sistema dei diritti e dei servizi garantiti dalle pubbliche amministrazioni.

La risposta che i lavoratori hanno dato alla mobilitazione indetta dal sindacato, la buona e motivata partecipazione alle assemblee, ci dimostra che la voglia di contrastare le scelte del Governo Berlusconi è condivisa dalle lavoratrici e dai lavoratori ed è in sintonia con le lotte che i sindacati dei servizi pubblici stanno sostenendo in tutti i paesi europei colpiti dalla crisi.

Allo stesso modo è stata fondamentale la partecipazione allo sciopero generale indetto dalla Cgil che ha visto in tutte le piazze una straordinaria partecipazione dei lavoratori pubblici e privati.

E’ consapevolezza del gruppo dirigente e dei lavoratori che il contrasto ai provvedimenti di questo Governo, antidemocratico e contrario alle ragioni del lavoro, ci impegnerà in un percorso di lotta di lunga lena.

Per questo è importante l’azione di mobilitazione coordinata tra la struttura nazionale e i livelli territoriali, a partire dal presidio di ieri, e le molte iniziative che le realtà territoriali hanno messo in campo in queste settimane, che deve continuare incessantemente in vista dell’appuntamento europeo del 29 settembre.
L’iniziativa contro l’inaccettabile blocco dei contratti deciso con la manovra, deve provare ad aprire una riflessione con il sistema delle autonomie locali affinché, dentro il percorso federalista del Governo, non si apra alcuno spazio alla regionalizzazione dei contratti di lavoro, cancellando di fatto l’istituto del contratto nazionale. Al contrario, il contratto nazionale rimane per noi un obiettivo irrinunciabile, in quanto è l’unico strumento in grado di assicurare l’uguaglianza del salario e dei diritti per le lavoratrici e i lavoratori.

A tal fine, anche il confronto con le Istituzioni e i partiti politici, diviene una necessità da assumere a tutti i livelli dell’organizzazione, a partire da quello con il Presidente della Conferenza delle Regioni.

Le nostre iniziative, dalla ripresa autunnale, devono tenere insieme la rivendicazione per il rinnovo del contratto nazionale e il rilancio del ruolo della contrattazione di secondo livello, sostenuta da una piattaforma di carattere nazionale che riguardi l’organizzazione del lavoro, proposte alternative alla privatizzazione dei servizi che la manovra economica comporterà, ivi compresi meccanismi di costante valutazione dei costi e della qualità dei servizi esternalizzati in rapporto a quelli a gestione diretta, e il superamento del precariato nel lavoro pubblico.

Dobbiamo costruire una piattaforma rivendicativa che provi a rappresentare le esigenze dei lavoratori precari di tutte le tipologie ad oggi utilizzate dalle pubbliche amministrazioni.

In particolar modo dobbiamo intercettare i vincitori dei concorsi, mai chiamati in servizio, i lavoratori con contratti interinali, a tempo determinato e le altre formule di lavoro precario che restano diffuse nei diversi livelli della pubblica amministrazione.

Dobbiamo anche riflettere sulla possibilità di utilizzare “contratti di solidarietà” che permettano di garantire gli attuali livelli occupazionali.

Per sostenere le nostre proposte sarà necessario costruire un percorso di iniziative nei territori che porti ad un assemblea nazionale che rilanci con forza la nostra battaglia contro il lavoro precario e la tutela dei servizi pubblici, anche in tutte le articolazioni dei settori privati che, a seguito dei processi di esternalizzazione avvenuti, sono parimenti, se non in misura maggiore, colpiti dai provvedimenti adottati dal governo con la manovra finanziaria.

Dobbiamo in questo percorso sensibilizzare tutti i lavoratori e i cittadini attraverso la diffusione in tutte le realtà territoriali, come già fatto in occasione del 12 giugno e in alcune realtà, sulla rappresentazione del ruolo fondamentale del lavoro pubblico e dei servizi da esso garantiti. La costruzione di “piazze tematiche” deve vedere il coinvolgimento del tessuto sociale e associativo che vede nel pubblico uno spazio di garanzia per la concreta esigibilità dei diritti di cittadinanza. Dobbiamo impegnarci affinché le iniziative territoriali stiano dentro un percorso e un tempo definito, che diano visibilità all’iniziativa e promuovano un ampia partecipazione dei lavoratori.

La manovra già approvata al Senato, peggiorata rispetto a tutti gli elementi negativi, già denunciati nell’ultimo Comitato direttivo, e contro cui la nostra organizzazione si sta mobilitando, comporterà ulteriori drammatiche ricadute nel mezzogiorno d’Italia.

Un territorio già martoriato dalla criminalità organizzata che, come ci ha dimostrato l’inchiesta di Milano, è un problema che riguarda l’intero paese.

E’ necessario per rilanciare l’attenzione sulla qualità della vita, la dequalificazione dei servizi e la disoccupazione nel meridione, che la categoria metta in campo un’iniziativa nazionale su questi temi costruendo, tra l’altro, con la partecipazione di soggetti sociali e associativi, l’osservatorio sulla legalità nelle pubbliche amministrazioni.

Considerata la natura globale della crisi economica ed in particolare le scelte che differenti Governi europei stanno attuando, è necessario dare continuità all’iniziativa svoltasi il 13 luglio con i sindacati spagnoli e greco, confrontandosi con altre organizzazioni sindacali europee che, insieme a noi, parteciperanno alla mobilitazione del 29 settembre.

A partire da questa iniziativa europea, l’autunno dovrà essere contrassegnato da iniziative di lotta e mobilitazione, quanto più articolate possibile, che coinvolgano l’insieme delle categorie e dell’organizzazione.

La crisi richiede un approfondimento a livello confederale e un’iniziativa nazionale che metta insieme le ragioni del lavoro pubblico, sul quale anche la categoria dovrà produrre le proprie proposte, con quelle del privato da tenersi durante l’autunno.

Dobbiamo costruire un percorso, informativo e di contrasto, in tutti i territori, anche in collaborazione con la Confederazione, per contrastare la riforma del sistema pensionistico che colpisce in modo inaccettabile le donne del pubblico impiego.

Le scelte del Governo, ed in particolar modo del Ministro Brunetta, improntate alla riduzione della democrazia nei luoghi di lavoro e dei diritti alla contrattazione, possono portare ad un rinvio delle elezioni delle Rsu.

Per la nostra organizzazione questo sarebbe inaccettabile e per questo dobbiamo rivendicare con forza, ricercando l’unità con Cisl e Uil, che le elezioni si tengano alla scadenza naturale.

Ogni altra scelta sarà dalla nostra organizzazione contrastata con ogni forma democratica di iniziativa.

Senza le elezioni delle Rsu il Paese scivola ulteriormente verso la sospensione dei diritti democratici formali e sostanziali.

Per queste ragioni è ancor più necessario far vivere con rinnovata convinzione a tutti i livelli, nazionale e territoriale, le ragioni e le decisioni unitarie che abbiamo assunto al Congresso di Sorrento. In questi mesi la categoria, esposta agli attacchi del Governo, deve rilanciare il senso di responsabilità di tutti i livelli di direzione recuperando le difficoltà incontrate sino ad oggi per trovare una soluzione definitiva entro la ripresa autunnale. In questo percorso è importante anche il sostegno di tutti i livelli confederali della nostra organizzazione.

 

 

Allarme corruzione: la Fp CGIL lancia gli Osservatori sulla legalità nelle Pubbliche Amministrazioni – Comunicato stampa di Rossana Dettori Segretaria Generale Fp Cgil

 
Il neopresidente della Corte dei Conti, durante la cerimonia di insediamento, ha lanciato un grido di allarme sulla corruzione e gli sprechi sempre più drammaticamente diffusi nell’uso del denaro pubblico.

La denuncia della dissipazione dei soldi dei contribuenti da parte della più alta carica della Magistratura contabile, è per noi un ulteriore stimolo per andare avanti nella battaglia per la legalità nel nostro Paese.

Le pubbliche amministrazioni devono essere il primo presidio di legalità e più volte abbiamo denunciato fatti accaduti che minano alla radice questo principio.

Proprio in virtù di questo principio stiamo lavorando per costruire a livello nazionale e territoriale degli “Osservatori sulla legalità” che ci permettano, ancor più che nel passato, di vigilare su quanto avviene in questo mondo così complesso e articolato al fine di contrastare, anche con questi strumenti, il malaffare e lo spreco di denaro pubblico.
 

Roma 20 Ottobre 2010
 

 
 

9 aprile: la Fp-Cgil in piazza con giovani e precari – Comunicato stampa di Rossana Dettori, Segretaria Generale Fp-Cgil Nazionale

“Il 9 aprile la Fp-Cgil scenderà in piazza al fianco dei giovani, degli studenti e dei precari. È giunto il momento di uscire dalla retorica paternalistica, anche perché le giovani generazioni hanno dimostrato di essere in grado di mettere in campo nuove forme di protagonismo e di lotta che vanno guardate con interesse e sostenute”. Con queste parole Rossana Dettori, Segretaria Generale dell’Fp-Cgil Nazionale, aderisce all’appello lanciato dai promotori della manifestazione “Il nostro tempo è adesso. La vita non aspetta” che si terrà in decine di piazze italiane il prossimo 9 aprile.

“Credo che questa manifestazione sia una grande opportunità per il Paese tutto e per il nostro sindacato, che oggi sono chiamati ad affrontare una sfida epocale, la sfida della precarietà. Le giovani generazioni – continua la Segretaria Generale – vivono una condizione esistenziale e lavorativa di assoluta incertezza. Sono state private delle tutele che i loro padri hanno conquistato e subiscono un impoverimento del lavoro che umilia le loro intelligenze e i loro sforzi, riducendoli a una merce”.

“La mia generazione, dal punto di vista anagrafico, politico e sindacale, ha un debito nei confronti dei giovani. Se accettassimo supinamente quanto sta avvenendo, la decontrattualizzazione, lo sfruttamento in forme sempre più subdole e arbitrarie come gli stage e i tirocini, l’incertezza sul futuro previdenziale, l’inesistenza di strumenti di welfare destinati ai precari – aggiunge Dettori – dovremmo dichiarare il nostro fallimento generazionale, perché questo vorrebbe dire che il tanto citato “patto sociale” è già saltato, vittima dell’egoismo”.

“Questo patto va ricostruito e ripensato. Il 9 aprile – conclude la segretaria Generale dell’Fp-Cgil – saremo in piazza per liberarci dalla precarietà. Lo faremo iniziando a liberarci dall’indifferenza”.

Roma, 4 aprile 2011

 
 

 
 
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