L’Ispettorato Nazionale del Lavoro, come da tempo sostiene la Fp Cgil, deve essere messo nelle condizioni di poter operare. Servono quindi, con sempre più urgenza, risorse umane, economiche e strumentali. La sola via perché quanto accaduto a Taranto non si ripeta più. È la posizione della Fp Cgil Nazionale, attraverso le parole del coordinatore nazionale dell’Ispettorato nazionale del Lavoro, Matteo Ariano, in merito a quanto accaduto nella città pugliese dove il titolare di un’azienda, alla quale erano state notificate delle sanzioni per mancata applicazione delle norme sulla sicurezza, ha minacciato due ispettori tecnici in servizio presso l’Ispettorato territoriale di Taranto, li ha poi inseguiti e ha speronato l’auto di servizio, provocando ingenti danni.
“Ai lavoratori coinvolti la nostra solidarietà per il gravissimo episodio”, dice Ariano, rilanciando poi le nostre priorità: “Il gravissimo episodio avvenuto a Taranto pochi giorni fa dimostra quello che come Funzione Pubblica Cgil chiediamo da tempo: l’Ispettorato nazionale del lavoro deve essere messo nelle condizioni di poter funzionare. Ed è per questo che è urgente che sia dotato di risorse umane economiche e strumentali per poter svolgere appieno il proprio ruolo di verifica del rispetto delle norme e di tutela dei soggetti più deboli i lavoratori”. Sul tema sono intervenute anche le segreterie territoriali di Taranto di Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Pa e Uil Fpl, sottolineando “la resistenza dei dipendenti pubblici abbandonati dalla politica!”.
Il grave impoverimento occupazionale in cui versano gli enti locali, dalle Regioni ai Comuni, sembra essere dopo anni (finalmente) una verità condivisa. I numeri del Conto annuale dello Stato, stilati dalla Ragioneria generale, inchiodano le responsabilità alle scelte politiche che per anni hanno perorato la causa del blocco del turn over, a sostegno del taglio della spesa inficiando per questa via i servizi ai cittadini. Il comparto delle Funzioni Locali “è quello che ha fornito il maggior contributo alla riduzione dell’occupazione pubblica”, come recita l’ultimo Conto Annuale, che sul decennio è calata del 14,5%, passando così da circa 590 mila lavoratrici e lavoratori nel 2010 ai 500 mila di adesso.
Per questo da marzo del 2019 dietro le parole #AssunzioniSubito c’è la nostra proposta per un Piano straordinario di nuova occupazione nelle pubbliche amministrazioni, a partire dal faro che avevamo acceso sul Reddito di Cittadinanza, e le necessarie assunzioni nei Centri per l’Impiego e nei servizi sociali comunali.
Ad agosto del 2019 un nostro report denunciava come ci fossero un milione di bambine e di bambini esclusi dagli asili nido, anche in ragione di una scarsa offerta pubblica.
A dicembre dello stesso anno, a sostegno della mobilitazione ‘Rinnoviamo La Pa’, davamo il via allo stato di agitazione nel pubblico impiego, rivendicando un piano occupazionale per gestire il cambio generazionale.
A gennaio del 2020, a commento dell’accordo siglato tra il Viminale e l’Anci sul coinvolgimento delle polizie locali nei servizi di polizia stradale e sulla viabilità urbana, sostenevamo che da una parte si incrementavano i compiti e le Funzioni in capo alla Polizia Locale, ma dall’altra ci si dimenticava di investire sul personale, in termini di risorse e assunzioni. Mentre a febbraio dello stesso anno presentavamo la nostra piattaforma per il rinnovo del contratto delle Funzioni Locali, con Serena Sorrentino che rivendicava, oggi come allora, l’esigenza di rinnovare la Pa per contrastare la desertificazione.
Con l’irrompere del Covid le nostre rivendicazioni, parallele a quelle cruciali sul fronte salute e sicurezza, si sono concentrate sul tema assunzioni di personale, così come nel protocollo di intesa tra Regioni e Sindacati di aprile 2020. A maggio dello stesso anno sostenevamo la richiesta di un protocollo nazionale sulla sicurezza nei servizi educativi scolastici 0-6, rilanciando per questa via il tema una maggiore occupazione nel settore, stabile e di qualità. Poco dopo, a giugno, rivendicavamo un nuovo sistema 0-6 che mettesse al centro: sicurezza, occupazione e formazione. Siamo tornati sulla questione pochi giorni dopo. Sempre a giugno contrastavamo nei servizi sociali assistenti sociali la grande sacca di precariato, in particolare tra gli assistenti sociali e l’esigenza di immediate assunzioni e stabilizzazioni.
A luglio del 2020, molto prima del dibattito attuale sulla carenza di figure tecniche nei comuni, necessarie per l’attuazione del Pnrr, denunciavamo in un nostro report il crollo del numero delle figure tecniche (geometri, architetti, ingegneri, istruttori tecnici e figure tecnico dirigenziali) nei comuni.
Sempre a luglio, in ragione anche di uno sforzo notevole da parte della Polizia Locale nei giorni più duri del Covid, in audizione all Camera chiedevamo un piano di assunzioni straordinario.
Ad ottobre del 2020 rispondevamo all’Ance, l’Associazione nazionale costruttori edili, che lamentava ritardi negli uffici tecnici dei comuni, rilanciando l’urgenza (ora condivisa) di nuove assunzioni. A sostegno di una richiesta più generale sul sistema delle autonomie, e a garanzia dei servizi essenziali, chiedevamo interventi urgenti, a partire dall’assunzione di personale, commentando il rapporto Ca’ Foscari sui Comuni.
Nel percorso della legge di Bilancio dello scorso anno, ci siamo posti a sostegno della stabilizzazione dei precari dei servizi sociali: chiedevamo di stabilizzare almeno duemila tra assistenti sociali, psicologi ed educatori precari del Programma operativo nazionale inclusione (Pon) che garantivano e garantiscono ancora oggi i servizi per la lotta alla povertà. Sempre nell’iter di approvazione della manovra, ci siamo posti a sostegno della proposta dell’Anci di fare assunzioni in deroga della polizia locale per il periodo di emergenza Covid, allargando la richiesta però anche ai servizi educativi e sociali. Così come il nostro grido di allarme si allargava a Province e Città metropolitane.
In occasione dello sciopero del 9 dicembre 2020, dietro le parole ‘Rinnoviamo La Pa’, tra le rivendicazioni era offerta quella di un piano di assunzioni. A febbraio del 2021 abbiamo promosso un grande attivo nazionale delle Autonomie Locali: un focus con oltre 650 delegate e delegati delle funzioni locali della Fp Cgil per discutere il ruolo fondamentale degli enti territoriali nella Pubblica Amministrazione. Tema centrale il piano straordinario per l’occupazione.
Inoltre, sempre all’inizio del 2021, la proposta di assumere subito gli idonei dei concorsi pubblici già espletati. Sostenevamo l’Anci sul fronte assunzioni e semplificazione dei concorsi, dicendo nel contempo: basta col precariato.
A marzo le nostre proposte su come affrontare la nuova sfida della Pa, a partire dalle 2.800 assunzioni per il Sud.
Il 23 aprile, in occasione della Giornata mondiale del Libro, abbiamo poi acceso un faro sulle oltre 6 mila biblioteche degli Enti Locali e sull’esigenza di nuove assunzioni.
Il 16 giugno abbiamo promosso un’iniziativa per sottolinare come i servizi educativi e scolastici siano ‘Beni in Comune’ e per chiedere uno stop alle esternalizzazioni. In relazione allo straordinario successo nella raccolta di firme sul referendum ‘Cannabis legale’, e alla conseguente difficoltà registratasi nei comuni rispetto alla certificazione dell’iscrizione alle liste elettorali dei sottoscrittori, rivendicavamo assunzioni e un corretto inquadramento, nello specifico negli organici demografici.
Così come abbiamo contrastato la posizione dell’Anci, dettata da una oggettiva carenza di personale, di chiedere di escludere il personale degli enti locali dalla nuova e più favorevole disciplina della mobilità nelle pubbliche amministrazioni prevista dal decreto reclutamento.
A settembre abbiamo rilanciato la nostra campagna per un piano straordinario di assunzioni e accompagnato il percorso della trattativa per il rinnovo del contratto delle Funzioni Locali con l’Attivo nazionale ‘Ci Siamo e partecipiamo. Contratto. Assunzioni. Sicurezza’ del 15 ottobre.
Abbiamo poi rilanciato la nostra petizione per contrastare le esternalizzazione dei servizi educativi attraverso una giornata straordinaria di raccolta firme, e con una denuncia circostanziata. Così come il tema occupazione rientra tra le rivendicazioni principali della mobilitazione in campo per cambiare la legge di Bilancio di quest’anno, dietro le parole ‘Vogliamo risposte per il futuro del lavoro e dei servizi pubblici’.
Un elenco non esaustivo di alcune delle principali iniziative messe in campo in questi ultimi anni per denunciare il disastro assunzionale in atto, che va assolutamente fermato e invertito. Bisogna con urgenza rivedere le norme sulle capacità assunzionali degli enti locali, abbandonando i meccanismi introdotti dal Dl 34/2019, il cosiddetto decreto crescita, all’articolo 33 che, legando le assunzioni alle entrate correnti degli enti, soffoca la capacità degli stessi di assumere e privilegia l’esternalizzazione dei servizi.
La struttura territoriale Fp Cgil VVF a seguito delle problematiche irrisolte riguardo il servizio mensa ha proclamato lo stato di agitazione
Pubblichiamo la nota unitaria delle strutture territoriali Fp Cgil VVF, Fns Cisl, Uil Pa VVF e Conapo, in merito la problematica del servizio di lavanderia, a seguito della rinuncia della società appaltatrice
Pubblichiamo l’informativa e i relativi allegati emanati dalla Direzione Centrale perle Risorse Umane, riguardo la scelta sede per il personale partecipante al concorso Capo Squadra decorrenza 2020
Pubblichiamo la richiesta unitaria Fp Cgil VVF, Fns Cisl e Confsal VVF di modifica ai regolamenti concorsi interni a Capo Squadra decorrenza 2021
Nell’incontro svoltosi nella mattinata di oggi, Aran ci ha presentato un primo parzialissimo testo in materia di nuova classificazione del personale del comparto sanità. Il testo si misura solo con due questioni, in parte preliminari: quella relativa alle nuove aree e quella – direttamente collegata – dei profili ad esse collegate con relativi requisiti di accesso.
Non ci sono, al momento, proposte relative a incarichi, progressioni all’interno delle aree e fra le stesse, norma di prima applicazione, cosa che Aran ha spiegato affermando la necessità di confrontarsi preliminarmente su un documento che – per sua stessa ammissione – è da considerarsi esclusivamente un testo base.
Come CGIL-CISL-UIL abbiamo espresso, nella nota unitaria, una consistente dose di perplessità nei confronti dell’impianto proposto che non coglie, al momento, la maggior parte delle rivendicazioni e proposte che sono state oggetto della nostra piattaforma unitaria.
Più in generale tutte le OO.SS. presenti al tavolo hanno valutato inadeguata, seppur con argomentazioni non sempre coincidenti, la proposta avanzata. In particolare, al di là delle ipotesi decisamente incongrue relative a Bs e Ds di cui trovate conto nella nota unitaria (che abbiamo stigmatizzato perché vanno nella direzione opposta – ad esempio – alla necessaria valorizzazione di una figura come quella degli Oss) e al di là della totale assenza di riferimenti alla figura dell’autista soccorritore, un tema che ha impegnato la discussione è stato quello relativo all’area di elevata qualificazione che il D.L. 80/21, come convertito in legge, indica alla contrattazione di individuare e che, per come la ipotizza Aran, rischia di ingenerare più di un problema per le professioni sanitarie, soprattutto a fronte di alcune rivendicazioni irrealistiche avanzate da alcuni sindacati autonomi.
Il testo contiene, poi, alcuni segnali di attenzione rispetto a questioni che abbiamo posto da tempo, quali il superamento della vecchia categoria A oppure, ad esempio, la creazione di un nuovo profilo di collaboratore tecnico ambientale, anche se, pure in questo caso, la soluzione prospettata non convince del tutto.
Si prospetta quindi, ed era difficile pensare il contrario, una discussione complessa e piena di variabili che andranno tenute in considerazione per poter giungere ad un risultato che sia in linea con la nostra impostazione e che giunga nei tempi più brevi possibili.
Pubblichiamo il regolamento recante modalità di svolgimento del concorso pubblico per l’accesso alla qualifica di vice direttore tecnico-scientifico ai sensi dell’articolo 173 del decreto legislativo 13 ottobre 2005, n. 217
OPI: CHANGE MANAGEMENT
Nell’incontro dell’8 Novembre, l’Organismo Paritetico per l’Innovazione ha discusso il programma di Change Management, un percorso di ampio respiro che dovrebbe portare in Inps, nel medio periodo, ad una profonda trasformazione digitale e culturale. Attraverso l’ausilio di 18 video, la delegazione di parte datoriale ha presentato altrettanti progetti innestati nei quattro pilastri che reggono il percorso di cambiamento: sincerità, crescita professionale, semplicità di linguaggio e senso di sicurezza dei lavoratori.
Nel nostro intervento abbiamo sottolineato la necessità, in questa prima fase detta dello “scongelamento”, di riflettere su una serie di criticità poste a freno delle innovazioni e provenienti sia da agenti interni sia esterni.
In primo luogo, deve emergere lo scollamento tra centro e periferia. Il senso di sicurezza dei lavoratori e la nascita di una nuova cultura aziendale potrà cementarsi soltanto difendendo gli stessi dagli attacchi politici, riducendo lo stress produttivo, eliminando le continue carenze in termini di pulizia, migliorando i locali di lavoro, o ancora considerando il lavoro agile un’opportunità e non un “capriccio” del dipendente.
E’ necessario inoltre, contemperare la continua ricerca dei “numeri” con quanto richiesto al dipendente, ovvero interfacciarsi con questi processi innovativi, inviare feedback e partecipare a contest aziendale.
In questo scenario, se da una parte la dirigenza territoriale dovrà essere addestrata(educata) a coltivare il cd. pensiero anticipante abbandonando una vecchia concezione e tendere verso una nuova cultura aziendale, dall’altra, si deve riflettere su quale sia il migliore incentivo da porre innanzi al dipendente, affinché questi partecipi attivamente e proficuamente al percorso avviato.
Infine, attuare un cambiamento significa anche prepararsi ad affrontare resistenze del mondo esterno alla novella organizzazione, implementando la comunicazione con la cittadinanza e chiedendo maggiore efficienza agli stakeholders.
Alcuni progetti rilevano per importanza e potenzialità, ci riferiamo alla piattaforma HR in rilascio a partire dal 2023, alla piattaforma di e-learning, alla biblioteca della formazione o quello delle competenze digitali.
In ordine alla mappatura delle competenze abbiamo richiesto la ricerca di competenze sommerse e non sfruttate, così come riguardo il progetto delle competenze digitali la trasmissione di conoscenze, che vadano oltre quelle di base, prevedendo cioè dei questionari che indichino un livello di competenza dal quale partire.
Siamo stati rassicurati sul fatto che il progetto “nuovi strumenti di lavoro a distanza” non sarà incentrato su nessun algoritmo di machine learning per l’assegnazione delle pratiche in modalità smart working.
Il Change management è soltanto un punto di partenza, potrà essere ben accetto partendo da due pilastri fondamentali:
assicurare il servizio pubblico al cittadino senza tendere ad una deriva meramente aziendalistica;
benessere organizzativo e valorizzazione del fattore umano sopra ogni cosa.
Roma, 17 novembre 2021
FP CGIL
Matteo Ariano
Antonella Trevisani
CISL FP
Paolo Scilinguo
UIL PA
Sergio Cervo
Più volte abbiamo chiesto che tutti gli idonei del passaggio prima/seconda area potessero transita–
re nell’area superiore. Lo ribadiamo ancora.
Grazie alla norma che ha portato dal 20 al 30% la percentuale che è possibile destinare alle pro–
gressioni verticali, oggi è possibile farlo.
I numeri ci aiutano: 110 erano le posizioni previste di seconda area nel bando, 165 sono gli idonei,
con un incremento che porta puntualmente la percentuale dal 20 al 30%. Pertanto, non costituen–
do un incremento di spesa per l’Amministrazione, si tratta solo di individuare la soluzione tecnica
più adatta che possa consentirci di centrare l’obiettivo.
Per quanto ci riguarda, noi ci siamo.
Siamo sempre al fianco dei lavoratori per portare a casa un risultato fondamentale che riconosca
le professionalità e le competenze acquisite nel corso degli anni e valorizzi l’esperienza del perso–
nale interno del MIMS che, per molti anni, non ha avuto alcuna opportunità di progredire.
La Coordinatrice nazionale MIMS per la Fp Cgil Nazionale
Carmen Sabbatella Paolo Camardella
Tutti i soggetti appartenenti ad una delle professioni sanitarie riconosciute dalla legge 1 febbraio 2006 n.43 es.m.i. dall’anno successivo alla data di iscrizione al relativo ordine professionale. Ricordiamo che il professionista sanitario ha l’obbligo di curare la propria formazione e competenza professionale, nell’interesse della salute individuale e collettiva, indipendentemente dal rapporto di lavoro.
L’obbligo formativo è triennale. Per il triennio 2020-2022 (scadenza 31-12-22) è stato definito un debito formativo di 150 crediti, fatte salve le decisioni in materia di esoneri, esenzioni ed eventuali altre riduzioni.
Almeno il 40% del proprio fabbisogno formativo triennale – eventualmente ridotto sulla base di esoneri, esenzioni e altre riduzioni – deve essere acquisito in qualità di discente in eventi erogati da provider, il restante 60% dei crediti mediante le attività di “formazione individuale”.
Si tratta di attività di formazione personale non fornita da provider e non può essere superiore al 60% del debito formativo totale. Consiste in attività di ricerca scientifica (pubblicazioni e sperimentazioni), tutoraggio individuale, attività di formazione individuale all’estero o attività di autoformazione, per una quota non superare il 20%, mentre il restante 40% può essere maturato anche mediante attività di docenza in eventi ECM.
È possibile avere una riduzione del debito formativo triennale se, nel triennio precedente, si sono maturati almeno 80 crediti, si è costruito un proprio dossier individuale o si sono rispettati gli obiettivi in esso contenuto. Solo per il triennio 2020-2022, è prevista una ulteriore riduzione di 50 crediti per i professionisti coinvolti nelle attività COVID-19.
L’esonero o l’esenzione sono diritti che il professionista sanitario può esercitare e consistono in una riduzione dell’obbligo formativo individuale triennale.
L’esonero può essere richiesto nel caso si siano frequentati specifici master o corsi universitari riconosciuti.
L’esenzione può essere richiesto in caso di sospensione dell’attività professionale (es. gravidanza, congedo o aspettativa).
In entrambi i casi il diritto si può ottenere con apposita richiesta accedendo alle sezioni dedicate del portale COGEAPS.
L’esonero o l’esenzione non attribuiscono crediti.
In qualsiasi momento il professionista sanitario può conoscere i crediti maturati, chiederne l’attestazione econoscere anche il proprio debito formativo complessivo, accedendo mediante SPID al sito nazionale COGEAPS o attraverso la APP dedicata.
La Funzione Pubblica Cgil da anni si preoccupa anche della formazione professionale dei suoi iscritti GARANTENDO 60 CREDITI ECM GRATUITI ALL’ANNO
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Pubblichiamo la nota unitaria Fp Cgil VVF, Fns Cisl e Confsal VVF in merito la richiesta dati procedimenti disciplinari che interessano il personale del Corpo